Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Uniti nella verità

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MATTEO 18,6: SUICIDIO O OMICIDIO?

 

 di Leonardo Santis - Nicola Martella

 

1. Le tesi {Leonardo Santis}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Il lettore prende qui posizione riguardo al tema di discussione « Esiste una differenza tra i peccati? Parliamone». A causa della sua specificità, della sua problematicità e di un'adeguata risposta, ho preferito metterlo extra. Ritengo che il mio interlocutore abbia il diritto di avere le sue opinioni su Matteo 18,6. In ogni modo, ogni confronto dev'essere franco e rispettoso.

 

 

1. Le tesi {Leonardo Santis}

 

È meglio suicidarsi o essere uccisi, piuttosto di scandalizzare?

 

Ciao, Martella, ogni tanto ti leggo. Sono un cristiano evangelico fedele alla Bibbia, frequento una chiesa evangelica semplicemente cristiana, adenominazionale.

     Tu e Spedicato avete fatto un grave errore esegetico.

     ■ «Scandalizzare un bambino è ben peggiore che suicidarsi buttandosi in mare con una pietra al collo!!!» (Spedicato).

     ■ «Ha ragione questo lettore, professore dell’università di Bergamo, a ricordare l’insegnamento di Gesù: è meglio suicidarsi che dare «occasione di peccato a uno di questi piccoli» (Mt 18,6) o sedurre un minore» (Martella).

     A vostro avviso Gesù avrebbe parlato di suicidio. È falso. Il brano che hai citato si trova ben due volte nella Bibbia:

     ■ Mc 9,42 «E chiunque avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono, meglio sarebbe per lui che gli fosse messa al collo una macina da mulino e fosse gettato in mare».

     ■ Lc 17,2 «Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli».

     Si tratta quindi non di suicidio, ma d’essere uccisi per annegamento.

Leggetela meglio la Bibbia, per cortesia. È tipico dei falsi profeti torcere le Scritture e mentire, come dice 2 Pt 3,16. {2 aprile 2009}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Visto che Leonardo è un «cristiano evangelico fedele alla Bibbia», dovrebbe prima di tutto guardarsi dall’attribuire a qualcuno cose del genere: «È tipico dei falsi profeti torcere le Scritture e mentire»; poiché così dà a intendere che non ha capito che cosa sia un «falso profeta». Al singolare «falso profeta» indica un mago At 13,6; ha in sé spiriti immondi Ap 16,13;seduce con miracoli per far adorare idoli Ap 19,20; al plurale i «falsi profeti» sono «lupi rapaci» e fanno frutti cattivi Mt 7,15ss; seducono la gente con insegnamenti contrari alla «sana dottrina» anche compiendo gran segni e prodigi Mt 24,11.24; introducono come falsi insegnanti di soppiatto eresie di perdizione e rinnegano il Signore 2 Pt 2,1. I falsi maestri predicano in genere un altro Cristo, un Evangelo diverso e sono mossi da un altro spirito (Gal 1,8s; 2 Cor 11,3s). Pensi veramente che io abbia fatto una di queste cose?

     Se egli ritiene d’aver ragione, ha peccato di superbia, non indicando con umiltà al suo prossimo quello che ritiene essere un errore, anzi un «grave errore esegetico». «Venuta la superbia, viene anche l’ignominia; ma la sapienza è con gli umili» (Pr 11,2). Usando il suo metodo, devo asserire che non ha la «sapienza che viene da alto», poiché essa «prima è pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia» (Gcm 3,17). Ha usato invece una sapienza piena di carnalità (v. 16), visto che non ha usato «amore in verità» e viceversa (Ef 4,15). Infatti un «grave errore esegetico» è quello che compromette un’importante dottrina della fede, ad esempio una che riguarda la salvezza o la perdizione.

     Non si scrive con quel tono a qualcuno che neppure si conosce. Ciò manca di buona creanza, oltre che d’amore cristiano. E dare del «falso profeta» a qualcuno per una cosa così marginale, è vergognoso. Tanto più che il mio sito (oltre alle mie pubblicazioni) combatte menzogne e falsi profeti d’ogni tipo. È quindi veramente un «cristiano evangelico fedele alla Bibbia»? Allora metta dapprima in pratica il «frutto dello Spirito» (Gal 5,22).

    Invece di sparare subito con un cannone sui passeri, avrebbe fatto bene a presentare con umiltà quello che lui ritiene essere un problema, lasciando aperte una possibilità di maggiore verifica e di confronto. Poi, che egli abbia ragione o meno, avrebbe fatto bene ad informarsi in modo più approfondito riguardo a che cosa c’è veramente nel testo greco e quali possibilità permette. L’unica cosa che ha fatto è citare due versi del NT, senza portare prove testuali ed esegetiche reali (che cosa c’è nel testo greco? che cosa dicono i vari esegeti su tale brano? e così via).

     Per sua informazione e per permettergli di valutare meglio le cose, traduco letteralmente Mt 18,6 dal greco (quindi non si trova solo due volte nel NT, ma tre!): «Ma chi dà occasione di peccato a uno di questi piccoli [o minimi], che credono in me, per lui sarebbe conveniente che una macina d’asino fosse appesa al suo collo e che fosse inabissata in mare aperto». Qui il testo greco non dice esplicitamente chi compie l’azione, ma viene solo descritta quest’ultima, la quale ha poi la macina (non l’uomo) come unico soggetto grammaticale in ambedue le proposizioni coordinate.

     Il parallelo con i versi che seguono danno a intendere che è possibile che la stessa persona compia l’azione: «Ora, se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di peccato, tu mozzali e gettali via da te» (v. 8; v. 9 l’occhio). Lo stesso vale anche per Mc 7,42 e Lc 17,2 nel loro contesto.

     Esiste anche una questione di logica in tutto il contesto, come egli ha formulato nel titolo «È meglio suicidarsi o essere uccisi, piuttosto di scandalizzare?». Si può ritenere che si tratti di un’azione preventiva, con cui una persona, tentata di dare una grave occasione di peccato a qualcuno, atto con cui si rovinerebbe la vita altrui, la impedisce facendo un’azione drastica verso se stesso (suicidio). Se così non fosse, come fanno gli altri a sapere che accadrà un tale crimine e a mettere a morte tale persona preventivamente sull’interpretazione delle intenzioni? Nessuna legislazione antica e moderna mette a morte qualcuno preventivamente, mettendogli al collo una macina e inabissandolo in mare, per farlo affogare, per impedire così che possa eventualmente nuocere agli altri; ciò non accade neppure se qualcuno chiede lui stesso di essere ucciso, perché teme di poter commettere qualcosa di grave agli altri. Tutt’al più viene preso per pazzo e viene rinchiuso per non fare male a se stesso e per essere curato.

     Sono tutti eretici gli esegeti che, partendo dal testo originale, hanno interpretato tale verso nel suo contesto nel senso del suicidio? Pur a voler consentire che sono aperte tutte e due le possibilità (suicidio e omicidio), si può attribuire a qualcuno di essere un falso profeta, uno che mente e che torce le Scritture per un dettaglio del genere? È così che agisce un «cristiano evangelico fedele alla Bibbia»? È questo l’insegnamento che dà «una chiesa evangelica semplicemente cristiana, adenominazionale»? (a parte il fatto che se è evangelica, non è adenominazionale). Ammetto semplicemente la mia preoccupazione.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Matteo18-6_suicidio_omicidio_UnV.htm

02-04-2009; Aggiornamento:

 

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