Questo articolo è la sintesi di una trattazione molto più ampia e
dettagliata che l’autore intende pubblicare su una rivista teologica.
1. LA DOMANDA:
Nella legge di Mosè vengono definiti impuri il coniglio e la
lepre. Questo fatto mi è noto da decenni, ma non ho mai trovato una risposta
esauriente neanche da parte di ebrei e rabbini. Addirittura durante una
colazione di lavoro un partecipante che conoscevo, ebreo molto osservante, si è
fatto servire il piatto di stagione, polenta e coniglio, e alla mia domanda in
merito, è letteralmente caduto dalle nuvole! La mia cortese di richiesta di
spiegazione lo aveva colpito a tal punto da fargli prendere l’impegno di
parlarne con dei rabbini perché lui non ricordava che nella Torà ci fosse questa
prescrizione. Risultato: neanche i rabbini gli hanno saputo dare una risposta, e
quando mi ha telefonato era più desolato lui per non poter rispondere alla mia
domanda, che non io che restavo senza risposta. Che cosa impediva (p.es.
igienicamente) a quei tempi il consumo di carne di coniglio o di lepre? È ovvio
che la sola distinzione estetica sulla natura delle zampe o sulla ruminazione
non regge. C’è qualcosa altro dietro? (N.B.)
2. LA RISPOSTA
2.1. L’APPROCCIO GENERALE: Gli unici passi in cui, nelle nostre traduzioni, si parla di
conigli sono Lv 11,5; Dt 14,7; Sal 104,18; Pr 30,26. Della lepre si parla solo
in Lv 11,6; Dt 14,7. La Torà li designa come «ruminanti» ma, poiché non hanno
l’unghia spartita, non sono considererete come puri e quindi commestibili.
l La prima osservazione che si può
fare, partendo dalle nostre traduzioni, è che la lepre e il coniglio, mancando
una delle due caratteristiche essenziali per gli animali puri, erano inadatti
per i sacrifici e come cibi. Certo sorge subito la questione: Come fanno a
essere considerati «ruminanti» animali che non hanno il rumine?
2.2. ALCUNI APPROFONDIMENTI: Mi resi conto del problema di Lv 11,5s già anni fa, quando
tradussi e adattai il testo ebraico del Levitico in italiano (cfr. Nicola
Martella,
Il Levitico:
Traduzione letterale [Punto°A°Croce, Roma 1998]). La traduzione del termine
ebraico con «coniglio» nell’AT è comune a diverse traduzioni occidentali: i
traduttori non conoscendo tale animale, lo resero (per rendere l’idea ai loro
lettori) con l’animale che essi ritenevano essere più simile all’originale. In
effetti il termine ebraico šafan intendeva l’irace o «tasso delle rocce»,
un animale vegetariano simile alla marmotta, di colore giallo bruno, che vive in
piccoli gruppi tra le rocce.
Certamente resta la questione della
«lepre» (ebr. ’arenëbët), di cui il coniglio è la forma
domestica. Ambedue non hanno il rumine, la cavità dello stomaco, a cui va per
prima il cibo e da cui risale alla bocca durante la ruminazione, per essere
masticato con cura. Come si può quindi considerare «ruminanti» animali roditori
senza il rumine? Una risposta a questa questione mi è pervenuta in questa
fattispecie: degli attenti osservatori del settore hanno notato che la mattina
molto presto i conigli espellono per via anale un «prodotto intestinale» che è
solo pre-digerito e che subito ingurgitano nuovamente per la digestione
definitiva. Ciò vale anche per le lepri, da cui discendono. Questo è anche ciò
che gli studiosi di zootecnica scrivono e insegnano.
2.3. I FATTI IN SINTESI
n
Una norma concreta: Il principio generale che caratterizzava gli animali
puri, si trovava in Lv 11,3: ognuno d’essi doveva avere «l’unghia bipartita,
e cioè un’unghia veramente spartita» e doveva «masticare nuovamente» quanto
ingerito. Se mancava una di quelle caratteristiche, era proibito mangiarne la
carne. Come esempio furono riportati il cammello, l’irace e la lepre
(«ruminanti» ma senza l’unghia bipartita) e il maiale (con l’unghia bipartita,
ma non ruminante).
l Mosè mise la lepre fra i «ruminanti» e fra gli animali impuri, non
avendo essi uno zoccolo bipartito (Lv 11,6). Alcuni vedono questo come
zoologicamente fuorviante, poiché la lepre non è un ruminante come un bovino. Ma
la classificazione ebraica non dipende dal rumine, ma dal riutilizzo di quanto
masticato. Questi animali ingurgitano nuovamente come «pallottole» mucillaginose
le parti di cibo, solo parzialmente digerite e defecate; gli esperti affermano
che, in tal modo, viene raggiunta una digeribilità
migliore e per giunta una maggiore concentrazione di vitamina B1.
n
Ruminanti e pseudo-ruminanti: La moderna
zootecnica distingue fra queste categorie e
parla dei leporidi (lepri e conigli) come pseudo-ruminanti o ruminanti atipici.
I leporidi hanno, in ogni caso, un sistema digestivo particolarmente
interessante che funziona in modo molto effettivo.
l La classificazione ebraica non
aveva a che fare con il rumine in sé ma con la rinnovata assimilazione di quanto
era stato masticato.
l
La gente di allora fu in grado di capire tutto ciò, come pure la
somiglianza del principio fondamentale della digestione dei leporidi con quello
dei ruminanti convenzionali. Alla base di ciò c’era una precisa osservazione
della natura. A ciò si aggiungeva che gli israeliti, essendo spesso pastori,
erano degli attenti osservatori degli animali, poiché faceva parte del loro
mestiere.
l
Bisogna ammettere che l’autore del Levitico sapeva già a quel tempo che i
leporidi erano «ruminanti», sebbene atipici. La scienza, invece, l’ha scoperto
solo nel 1882 (e nonostante ciò, molti oggigiorno ne sono all’oscuro!). È chiaro
che la scienza ha avuto un ritardo — e certamente non solo in questo punto.
2.4. IMPURITÀ E IGIENE: Qui di seguito, non potendo affrontare dettagliatamente
questo tema, vi accenniamo solo. Nella Torà gli animali furono considerati
impuri non solo per motivi igienici e di profilassi, ma anche per motivi
cultuali (p.es. maiali) e di utilità (p.es. rane, uccelli rapaci). Nel caso di
lepri, di conigli e dei roditori in genere, basta leggere in qualsiasi manuale
che parli delle malattie di questi animali per rendersi conto almeno di questi
aspetti:
² 1) essi si moltiplicano in modo
incredibile;
² 2) sono soggetti a varie malattie
infettive;
² 3) diffondono tali malattie in
modo epidemico tra i loro simili e gli altri animali;
² 4) in certi casi, possono
contaminare addirittura gli esseri umani.
Per l’approfondimento dell’igiene e della profilassi, prescritte
dalla Torà, cfr. Nicola Martella, «Peculiarità dell’Antico Testamento e suo
rapporto con la medicina»,
La salute fra
scienza, religioni e ideologie
(Punto°A°Croce, Roma 2003), pp. 118ss. Cfr. Nicola Martella,
«Prevenzione e Bibbia»,
Dizionario
delle medicine alternative
(Punto°A°Croce, Roma 2003), pp. 439s.
l
Sugli aspetti ecologici della Torà, cfr. N. Martella, «L’Antico Testamento e
l’ecologia»,
La salute fra
scienza, religioni e ideologie, pp. 122ss.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Lepre_Erm-Lv.htm
24-04-07; Aggiornamento: 30-06-2010
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