1. L’INTERESSANTE CONFRONTO: Un lettore mi ha
inviato una piccola immagine, su cui si vedeva appena qualcosa di una
similitudine fra la struttura della Laminina (una sostanza del corpo) e il
simbolo della croce. Ecco qui di seguito il confronto spontaneo.
■
Ezio Terravecchia:
Qualche giorno fa parlavamo della Trinità. Spero tu possa aprire questo
file contenente un’immagine, in cui è dimostrato che Dio ha inserito nel
nostro sangue un collante a forma di croce, quasi a farci comprendere il
significati profondo, di come Egli ci ha creati a sua immagine e
somiglianza. {28-01-2015}
▬
Nicola Martella:
La «croce», come la concepiamo noi in occidente (ossia quella cosiddetta
«latina»), è il prodotto dello sviluppo della cultura umana e della
religiosità. Quando i Romani crocifiggevano qualcuno, non andavano per il
sottile: sconficcavano l’architrave della
porta di casa del reo, gliela mettevano sulle spalle, lo legavano a essa e poi
con essa lo appiccavano a qualunque cosa: un palo erto, un albero, due pali
incrociati, e così via. La «croce» come simbolo di morte per i malfattori non ha
nulla a che vedere col fatto che Dio abbia creato l’uomo a sua immagine e
somiglianza. Che nel nostro sangue ci sia un collante a forma di croce, non
significa proprio nulla, visto che i Romani avevano differenti tipi di croce,
come sopra descritto. Se uno cerca analogie con qualcosa, le cerca con
ciò, che conosce (p.es. la croce stilizzata in occidente) e prima o poi le
trova; ma ciò non significa che tale cosa e le analogie attribuite siano
connesse insieme o abbiano a che fare l’uno con le altre. Più che seguire tali
romantiche ricerche, preferisco la chiara esegesi contestuale della Parola, la
quale non inganna.
■
Ezio Terravecchia:
Ogni forma di creazione porta l’impronta di Dio. Se lo desideri,
cerca la parola Laminina, e potrai così ampliare la conoscenza di Dio
riguardo al suo modo di operare. {28-01-2015}
▬
Nicola Martella:
Che ogni opera di Dio porti la sua impronta, è vero. Ma ciò non significa
che le analogie arbitrarie dell’uomo siano sempre verità. Esistono analogie
legittime, come ad esempio la Parola paragonata a un «seme» vegetale (Lc
8,11) o umano (1 Pt 1,23); e la rigenerazione paragonata a un lavaggio (Tt 3,5;
cfr. Ef 5,26). Poi, esistono le analogie speculative, che oggettivamente
non sono evidenti, ma si basano su falsi presupposti; in questo caso abbiamo a
che fare con il «falso sillogismo».
Nel caso della Lamina a forma di «croce», la falsa analogia si basa su
ciò, che oggi s’intende per «croce» qui da noi, ossia la cosiddetta «croce
latina» (✝), che è più recente rispetto alle altre. Esistono innumerevoli tipi
di croce, ad esempio: la croce semplice (❙),
la croce a «V» rovesciata (∧),
la croce a forma di «Tau» (T), la cosiddetta croce di sant’Andrea (✕),
la croce greca (✚),
la croce latina doppia (☨),
la croce ortodossa (☦),
e così via (☩,
✠,
✥). Come
c’insegnano però gli studiosi, la «croce» originaria (quella romana) poteva
essere «semplice» (praticamente un palo) o a forma di «T» (vedi il simbolo «Tau»
dei francescani). Stando così le cose, l’analogia con la Laminina perde di ogni
fondamento, come pure tutte le cose, che si vogliono trarre da tale
accostamento.
2. GLI APPROFONDIMENTI: Sono diverse le
pagine che, in modo speculativo, accostano la Laminina alla «croce latina»,
dando per scontato che essa fosse stata la croce, su cui morì Gesù (per scritti
e/o immagini cfr.
qui,
qui,
qui,
qui; sono tutti in lingua estera). Chi propone tali articoli, vuole creare
stupore e sensazionalismi, ma su basi discutibili, che ogni persona di buon
senso potrà confutare.
2.1. LA
LAMININA: Che cosa sia la Laminina, in italiano ce lo spiegano i
dizionari. «Proteina fibrosa contenuta nella matrice extracellulare, dove svolge
funzioni principalmente adesive, favorendo il congiungimento delle cellule
epiteliali con la lamina basale» («Dizionario
di Medicina» [Treccani 2010]; approfondimento
qui). «Proteina che costituisce la membrana plasmatica della cellula» (Hoepli).
«La laminina è una famiglia di glicoproteine che consistono di tre diverse
catene polipeptidiche legate da ponti disolfuro» (Wikipedia).
Poi, esiste una ricca letteratura seria e meno seria. Alcuni commerciano con
prodotti a base di Laminina (cfr.
qui), perché sarebbero necessari a questa o a quella patologia oppure perché
farebbero pressoché miracoli; anche qui ci sono persone serie e meno serie.
Su questo punto ci fermiamo qui, poiché non è il senso di questo articolo quello
di trattare ampiamente la Laminina.
2.2. UN CASO CONCRETO:
Come si possa passare dalla biologia alla religione, è mostrato da uno scritto
posto sulla pagina «La
legge della Libertà». L’autore anonimo scrive riguardo alla Laminina: «È il
collante del corpo umano come i ferri che si mettono dentro il cemento armato,
aggancia tutte le membra insieme. È incredibile!!! Quella cosa che mantiene
tutto il nostro corpo unito, che tiene uniti gli organi, attaccata la pelle… Ha
la stessa forma della croce del nostro Signore Gesù Cristo!». Come si vede, egli
passa dall’analogia culturale fra la struttura della Laminina e la «croce
latina» a considerare il valore della croce nel NT. Egli cita poi specialmente
Colossesi 1,16-20, in cui ricorre il termine «croce», e si convince che ciò
possa dare più credito a tale parallelo fra biologia e religione. Egli è
affascinato dall’idea che la Laminina tenga insieme i tessuti; poi la applica
sul piano religioso a Cristo e alla croce (latina), che tiene insieme cose
altrimenti sconnesse. Poi dice cose giuste, ma al posto sbagliato, per
avvalorare tale analogia. Infine, dopo varie esortazioni, tale autore conclude
tra altre cose così: «Lo sai? Ci sono milioni e milioni di microscopiche
croci che ti tengono agganciato in questo momento, e una gigante,
gloriosa croce di Gesù Cristo, che unisce noi tutti che speriamo in Lui con
il Padre, e unisce il Padre con noi, e quella croce ci continuerà a tenere
stretti a Lui per sempre» (grassetto nostro). Come si vede, un equivoco
culturale poco riflettuto (croce latina) ha alimentato analogie dubbie fra
biologia e religione.
2.3. LA
CROCE: Abbiamo già disquisito sopra sui diversi tipi di croce. Abbiamo
visto che la «croce latina» (✝),
che si è imposta nella cultura occidentale nei secoli, non corrispondeva alla
croce romana al tempo di Gesù e degli apostoli.
Non sono stati neppure i Romani a inventare la crocifissione, ma essa era già
presente nel Medio Oriente nei secoli precristiani.
Dario, il re dei Persiani, si rese conto che l’editto di Ciro, che
permetteva ai Giudei di tornare in patria e di ricostruire il tempio dell’Eterno
(cfr. 2 Cr 33,22ss; Esd 1), era stato disatteso. Perciò diede il seguente ordine
contro chi avesse impedito la ricostruzione del tempio di Gerusalemme (Esd
6,1ss): «E da me viene dato l’ordine: Se un uomo modificherà questo
decreto, si tragga dalla sua casa una trave; ed egli, impiccato, vi
sia fissato sopra; e la sua casa, per questo motivo, diventi un letamaio»
(v. 11). Questo è uno dei primi esempi di una «croce semplice» (trave); si noti
pure che all’impiccagione seguiva la messa al pubblico ludibrio del cadavere. Le
travi era parte del tetto (LXX [dokós]: Gn 19,8 «all’ombra delle
mie travi»; 1 Re 6,15s «dal pavimento alle travi»; 2
Cr 34,11; Cc 1,17).
L’impiccagione era usata già nel secondo millennio in Egitto (Gn 40,22;
41,13). In genere, si lasciava poi i cadaveri pubblicamente legati alla forca,
sia per disonorare il reo, sia come deterrente per gli altri. Anche Israele
aveva tale costume; si noti, che i colpevoli furono prima uccisi di spada e poi
appiccati o impiccati (Nu 25,4; Gs 10,26; 2 Sm 4,12). La condanna capitale
avveniva per impiccagione a un albero, ma bisognava seppellire il reo prima del
tramonto (Dt 21,22s; Gs 8,29).
Haman, il consigliere del re di Persia, fece letteralmente preparare un
«albero» (ebr. `eṣ
«albero, legno, palo, ecc.») di 50 cubiti (circa 25
metri), su cui voleva far impiccare (ebr. tālāh
«appendere, impiccare») il suo avversario di Mardocheo (Est 5,14; così 6,4;
7,9); ma il re a quell’albero fece impiccare lui (Est 7,10; 8,7) e i suoi dieci
figli (Est 9,13.25). Precedentemente tale sorte toccò a coloro, che avevano
congiurato contro il re di Persia e che Mardocheo aveva denunciati (Est 2,23
`eṣ).
Presso i Romani, laddove il reo non fosse legato a un palo semplice, a
due pali a forma di «V» rovesciata o a forma di «X» o direttamente a un albero,
sulle spalle del malcapitato veniva messo un palo (patibulum; spesso
l’architrave della porta), a cui venivano legate le mani. Così veniva portato al
luogo del giudizio; se cadeva per strada, sarebbe caduto rovinosamente sulla
faccia. Sul luogo del martirio si trovava un palo verticale (stipes), su
cui veniva apposto il patibulum, formando una «T» (gr. Tau); spesso il
palo orizzontale aveva un foro centrale, che veniva conficcato su quello
verticale.
3. ASPETTI CONCLUSIVI: Si fa sempre bene a
non mischiare biologia e religione. Cercando, si potrebbe trovare una
proteina o un qualsiasi agglomerato cellulare, che assomiglia in qualche modo a
un simbolo religioso, ad esempio alla «mezzaluna» (☾)
o a un altro simbolo religioso (☪,
☫, ☬,
☯, ☸), a un
simbolo politico (p.es.
☭,
☮) o ai simboli
dello zodiaco (♈,
♉, ♊, ♋,
♌, ♍,
♎,
♏,
♐,
♑,
♒,
♓). Che «mistero»
religioso o filosofico bisogna allora trarre da ciò?
In ogni cultura nascono luoghi comuni, basati su
analogie arbitrarie. La ripetizione fa nascere un consenso generale,
che fa credere che le cose stiano proprio così. Pochi si danno la briga di
andare a verificare come stanno veramente le questioni. Nel mondo religioso le
cose sono ancor più perniciose, poiché si possono dire cose più o meno giuste,
ma al posto sbagliato, usando anche erronee analogie. Erronei presupposti
portano a false conclusioni (falso sillogismo). In tali casi, si pensa
che una lista di versi biblici provi la veracità di una tesi arbitraria, ma
proprio in ciò sta la trappola.
La Laminina assomiglia alla cosiddetta «croce latina», che è la più
diffusa in occidente; ma quest’ultima è la stilizzazione artistica di una croce,
che non è mai esistita ai tempi di Gesù e degli apostoli. Non se ne trova
traccia nelle catacombe e in altre rappresentazione dei primi secoli.
Con tutte le buone intenzioni si costruisce un parallelo fra una «glicoproteina»
(Laminina) e un prodotto culturale tardivo (croce latina). In tal modo si genera
una «leggenda metropolitana» religiosa senza fondamento, un mito o una
favola, che può appagare solo i credenti sprovveduti e con poco discernimento e
maturità. La Scrittura ci mette in guardia dinanzi alla favole religiose (1 Tm
1,4; 4,7; Tt 1,14).
Chi inventa miti spiritualistici del genere, pensa di aver scoperto una
profonda conoscenza e di doverla diffondere, per edificare i credenti e onorare
Dio. In effetti, però, sta andando dietro al vento, spacciando
menzogne (Mi 2,11), si sta nutrendo di vento (Os 12,2), sta traviando
le persone, poiché sta seminando vento (Os 8,7), ossia non senso, speculazioni
soggettive e arbitrarie, che non hanno alcun fondamento di verità. Oltre ai
proclamatori dell’AT, anche Paolo metteva in guardia contro coloro
che, non sopportando la sana dottrina, per «prurito di udire» si
accumuleranno «insegnanti secondo le loro proprie voglie», e distogliendo le
orecchie dalla
verità, si volgeranno alle favole (1 Tm 4,3s). Pietro e gli altri
apostoli non hanno diffuso «favole abilmente
inventate», ma sono stati testimoni oculari dei fatti concernenti il Signore
Gesù (2 Pt 1,16) e si sono basati sulla Parola di Dio (v. 19).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Laminina_croce_OiG.htm
02-03-2015;
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