Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: il «Pentateuco» e i «Libri Didattici».

 

◘ Ecco le parti principali del Pentateuco:
■ Il Pentateuco in generale
■ Genesi
■ Esodo
■ Levitico
■ Numeri
■ Deuteronomio.

 

◘ Ecco le parti principali dei Libri Didattici:
■ I Libri Didattici in generale
■ Giobbe
■ Salmi
■ Proverbi
■ Ecclesiaste
■ Cantico dei Cantici

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ISMAELITI, MADIANITI E INERRANZA DELLA BIBBIA

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LE QUESTIONI: In un gruppo comune di Facebook («Le dottrine della Bibbia»), Salvatore Gallo (cattolico militante), rispondendo ad Edoardo Piacentini (conduttore evangelico), e volendo avvalorare gli apocrifi greci, contenuti nella Bibbia cattolico-romana, ha scritto quanto segue.

 

Premetto che qui di seguito non intendo affatto screditare la Bibbia! E questo sia chiaro anche per «qualcun altro». La Bibbia è la Parola di Dio E credo anche nella inerranza biblica per ciò che concerne il suo scopo: Quel che intendo mostrare è l’inconsistenza di uno dei criteri da te utilizzato per scartare i deuterocanonici come falsi. Chi ha venduto Giuseppe all’egiziano Potifar? Gli Ismaeliti oppure i Madianiti?

     ■ 1. Genesi 37,36: «Intanto quei Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie».

     ■ 2. Genesi 39,1: «Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, da quegli Ismaeliti che ce l’avevano condotto».

     Ed allora, come la mettiamo adesso? Getteresti a mare anche il libro della Genesi per questa inesattezza storica (non dottrinale!)? {28-07-2011}

 

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI

 

Entriamo in tema

     Questa è un «inesattezza storica» solo per gli ignoranti, che non conoscono le Scritture nel loro contesto storico, culturale e letterario e cercano ogni modo per screditarla. È interessante che Salvatore Gallo canta la stessa musica degli agnostici anticristiani militanti, usando i loro stessi argomenti! Anche i mussulmani usano gli stessi argomenti per portare discredito sulla Bibbia quale sacra Scrittura. È singolare che un cattolico militante attinga i suoi argomenti dai teologi liberali, dagli agnostici, dai mussulmani e da tutti gli avversari della Bibbia?

     Quelli che si trovano a 4.000 anni di distanza circa da quegli eventi, vogliono sindacare sull’esattezza o meno del testo biblico e degli eventi di allora nella connessione etnica, politica e storica di quel tempo. Che presunzione! Mi sembra che qui si faccia l’avvocato del diavolo…

     E l’unico scopo di Salvatore Gallo, che porta una presunta contraddizione della Bibbia dopo l’altra, è questo: relativizzare il canone delle scritture ebraiche (AT) per accreditare gli apocrifi greci, aggiunti dal concilio di Trento sulla scia della controriforma. E poi ha anche il coraggio di dire che crede all’inerranza della Bibbia! Si vede che lui crede all’inerranza della Bibbia così come io credo all’esistenza del Limbo e del Purgatorio, visto che lui l’attacca continuamente, usando «pulci» gonfiate a «elefantasie».

 

I figli di Abramo

     Zimran, Jokshan, Medan, Madian, Jishbak e Shuach erano fratelli, tutti figli di Abrahamo e Ketura (Gn 25,1ss). I più grandi fra loro furono Jokshan (v. 3) e Madian (v. 4), di cui sono riportate le genealogie (cfr. 1 Cr 1,32ss). Abrahamo «ai figli delle sue concubine fece dei doni, e, mentre era ancora in vita, li mandò lontano dal suo figlio Isacco, verso levante, nel paese d’oriente» (Gn 25,6). Tali concubine erano Agar e Ketura. Poi segue la genealogia d’Ismaele (vv. 12-17).

 

Ismaele

     È scritto che Ismaele «si stabilì di fronte a tutti i suoi fratelli» nei pressi dell’Egitto (v. 18).

     Agar stessa era egiziana (Gn 16,1). Quando Abramo mandò via Agar e Ismaele, essi errarono dapprima per il deserto di Beer-Sceba (Gn 21,14). Poi, Ismaele «dimorò nel deserto di Paran, e sua madre gli prese per moglie una donna del paese d’Egitto» (v. 21). I figli di Ismaele «abitarono da Havila fino a Shur, ch’è dirimpetto all’Egitto» (Gn 25,18).

     Paolo affermò che metaforicamente «Agar è il monte Sinai in Arabia» (Gal 4,25).

 

Madian

     Nel paese di Madian abitò Mosè, sposandosi con una madianita, figlia di Jethro, il «sacerdote di Madian» (Es 2,15s). Mosè, «guidando il gregge dietro al deserto, giunse alla montagna di Dio, a Horeb» (Es 3,1). Quindi, si tratta della stessa formazione montuosa del monte Sinai, a una distanza ravvicinata dall’Egitto, da dove Mosè era fuggito e dove poi tornò (Es 4,19). Tutto avvenne lì nei pressi, talché «Jethro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, udì tutto quello, che Dio aveva fatto a favore di Mosè e d’Israele suo popolo», traendoli dall’Egitto (Es 18,1). In seguito, Moab e Madian s’allearono contro Israele (Nu 22,4ss). E le Madianite divennero un laccio per gli Israeliti (Nu 25,15.18); quindi, in Baal-Peor gli Israeliti non erano lontani dal territorio di Madian. In seguito, Madian divenne oggetto del giudizio divino (Nu 31,3ss; cfr. Gs 13,21). Al tempo dei Giudici, Israele subì nuovamente le angherie di Madian (Gdc 6,1ss; 7,1-8,28; 19,17).

     È interessante notare a proposito di Hadad e delle sua gente che essi «partirono da Madian, andarono a Paran, presero con sé degli uomini di Paran, e giunsero in Egitto da Faraone, re d’Egitto» (1 Re 11,18). Paran era proprio la zona, in cui abitava a suo tempo Ismaele! Erano quindi due zone limitrofi e vicine all’Egitto.

 

Confronti fra Ismaele e Madian

     Si noti che Madian è nominato in tutto l’AT (p.es. 1 Re 11,18; 1 Cr 1,32s; Is 9,3; 10,26 alla roccia d’Oreb; 60,6 dromedari di Madian; Hb 3,7; cfr. anche At 7,29). Madian ricorre in 45 versi e i Madianiti ricorrono in 20 versi.

     Ismaele figlio di Abramo ricorre in 18 versi soltanto (15 in Gn; 3 nelle genealogie di 1 Cr 1,18-31) e gli Ismaeliti ricorrono in soli 8 versi (Gn 37,25.27s; 39,1; Gdc 8,24; 2 Sm 17,25; 1 Cr 2,17; Sal 83,6; v. 9 Madian). Quindi, Ismaele non fu mai menzionato fuori della Genesi e della genealogia.

     Esaù, padre poi degli Edomiti, «andò da Ismaele, e prese per moglie… Mahalath, figlia d’Ismaele» (Gn 28,9; 36,3). Gli Ismaeliti non avevano perso la loro identità, visto che in seguito vengono menzionati (2 Sm 17,25 Jithra, l’Ismaelita; = 1 Cr 2,17 Jether). Tuttavia, avevano probabilmente un ruolo molto modesto rispetto agli altri loro parenti. Un ruolo modesto l’ebbero anche gli altri figli di Ketura rispetto a Madian, che prese una funzione di guida e, infine, diede anche il nome per identificarsi come popolo.

     Al tempo di Gedeone, il nemico fu chiamato Madian e Madianiti (in 29 vv. in Gdc 6-9). Si legge che Gedeone «li inseguì, prese i due re di Madian, Zebah e Zalmunna, e sbaragliò tutto l’esercito» (Gdc 8,12). Eppure è interessante leggere: «I nemici avevano degli anelli d’oro, perché erano Ismaeliti» (Gdc 8,24). E subito dopo si legge: «Così Madian fu umiliato davanti ai figliuoli d’Israele, e non alzò più il capo» (v. 28). Ciò mostra l’intimo legame tra Madianiti e Ismaeliti. Gli Ismaeliti divennero, di fatto, una tribù dei Madianiti o vivevano alla loro ombra e sotto il loro predominio; è anche pensabile, al contrario, che gli Ismaeliti avessero preso il controllo delle altre tribù, sebbene il popolo portasse oramai il nome di Madian, ma difficile da dimostrare, visto che i re erano Madianiti. Sta di fatto che nell’AT e fuori della Genesi nessun popolo a sé venne identificato col nome «Ismaele».

 

I fatti al tempo di Giuseppe

     Abbiamo visto che l’intento di Salvatore Gallo, cattolico militante, è sempre quello di discreditare gli Scritti canonici ebraici, per accreditare gli apocrifi greci, falsamente chiamati deuterocanonici. I libri canonici furono scritti in ebraico, gli apocrifi si trovano, però, solo in greco. I primi erano libri cultuali o sacri d’Israele; i secondi erano solo libri culturali del giudaismo.

     Abbiamo visto l’intima connessione familiare (tutti figli di Abramo), tribale (erano simili per cultura) e territoriale (stessa macro-zona tra l’Egitto e l’Arabia) fra i figli di Ketura e quello di Agar. Abbiamo visto che i figli di Ketura erano in maggioranza e tra di loro si impose specialmente Madian e la sua discendenza, non solo fra i suoi fratelli diretti, ma anche rispetto al fratellastro Ismaele e alla sua discendenza. Per questo, gli Ismaeliti erano politicamente identificati con Madian e i Madianiti. Questo è un processo storico-culturale comune ad altri popoli, in cui una tribù particolare dà il nome politico a tutto il resto (cfr. i Giudei al tempo di Gesù, i Romani, i Germani o Teutoni, i Franchi per la Francia, ecc.).

     In Genesi leggiamo che i fratelli di Giuseppe «videro una carovana d’Ismaeliti, che veniva da Galaad» ed era diretta in Egitto (Gn 37,25). E decisero di vendere a loro Giuseppe (v. 27). Subito dopo furono chiamati «mercanti madianiti», ed essi «lo vendettero per venti sicli d’argento a quegli Ismaeliti» (v. 28). Ciò significa che gli Ismaeliti, pur avendo etnicamente un’identità, erano politicamente identificati con Madian, che controllava i traffici da Canaan verso l’Egitto.

     Ad esempio, quando i Latini furono sottomessi dai Romani, essi pur conservando la loro identità (lingua latina), di fatto erano politicamente romani. Questo si è verificato innumerevoli volte nella storia. Lo stesso dicasi, quando fu creato il regno di Giuda, sebbene fosse abitato da tutte le tribù d’Israele, che mantennero la loro propria identità. Paolo era «della razza d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo d’ebrei; quanto alla legge, Fariseo» (Fil 3,5). Eppure disse a Pietro: «Noi… siamo Giudei di nascita» (Gal 2,15). Dovremmo vedere anche in questo una contraddizione? Esse lo sono solo nelle nostre teste, ma non in quelle di tale epoca, che ben sapevano distinguer fra compagine etnica, culturale, religiosa e politica.

     Quindi, non è nulla di strano che ci sia scritto che gli Ismaeliti «portarono Giuseppe in Egitto» (v. 28) e che «quei Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar» (v. 36). Quindi, Genesi 39,1 è in sintonia con tale ambivalenza etnica e politica: «Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale di Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti, che l’avevano portato qui».

 

Aspetti conclusivi

     Come vediamo l’ignoranza storica, culturale e letteraria fa parlare poco saggiamente di «inesattezza storica». E il tutto per screditare il canone ebraico e per accreditare gli apocrifi greci, accreditati nella Bibbia cattolico-romana dal concilio di Trento in poi in seguito alla controriforma.

     È mirabile la coerenza storica che mostrano i sacri testi e i loro autori. Essi, sebbene non ci riportino tutti i dettagli, ci raccontano i fatti in modo realistico nelle connessioni vere di quei tempi. Rimango sempre di nuovo ammirato dinanzi alla loro precisione nel narrare i fatti.

     Oggigiorno, però, alcuni intendono gettare discredito sugli Scritti sacri, che essi non capiscono fino in fondo; e questo succede a causa della loro superficialità o per calcolo ideologico. Ciò accadeva addirittura al tempo degli apostoli. Pietro scrisse ai giudeo-cristiani della diaspora: «…come anche il nostro caro fratello Paolo ve l’ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue epistole, parlando in esse di questi argomenti; nelle quali epistole sono alcune cose difficili a capire, che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 3,15s).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Ismael_Madian_R12.htm

28-07-2011; Aggiornamento: 29-07-2011

 

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