Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GESÙ E GLI ASINI

Un problema e due risposte collegate

 

 di Argentino Quintavalle - Nicola Martella

 

1. Sono stati portati uno o due asini a Gesù? (Argentino Quintavalle)

2. L’apporto della grammatica ebraica (Nicola Martella)

 

 

1.  SONO STATI PORTATI UNO O DUE ASINI A GESÙ? (Argentino Quintavalle): Negli Evangeli sinottici troviamo questi fatti:

     ■ Asina e puledro (Mt 21,2-7)

     ■ Un puledro d’asino (Mc 11,2-7)

     ■ Un puledro d’asino (Lc 19,30).

 

Non c’è alcuna contraddizione. Mt 21,2-7 ci dice che c’erano sia un’asina che un puledro. Marco e Luca si concentrano solo sul puledro e citano il fatto che nessuno era mai montato su di esso. Marco e Luca si concentrano su questo dettaglio mentre Matteo si concentra sulla realizzazione predizionale di Zc 9,9 (Mt 21,4s).

     Logicamente, se c’erano due animali, allora c’era almeno un animale. E laddove si dice che c’era un animale, non significa che non ce ne fossero due. Questo non è un gioco di parole, ma è un argomento di logica. È come se dicessi che Franco e Giovanni ieri sono venuti a casa mia, ma oggi incontrando una persona racconto che ieri Giovanni è venuto in casa mia e non cito Franco, perché non è importante nel discorso.

     Zc 9,9 è il brano della sacra Scrittura che Matteo citò: «Dite alla figliuola di Sion: Ecco il tuo re viene a te, mansueto, e montato sopra un’asina, e un asinello, puledro d’asina». Possiamo vedere che Matteo include semplicemente entrambi gli animali proprio come è stato profetizzato da Zaccaria.

     Ma perché erano entrambi necessari se Gesù ne cavalcava solo uno? La risposta più «razionale» è che il puledro era giovane ed era ancora attaccato alla madre, e viceversa. Essi camminavano insieme (Gesù però cavalcò solo il puledro). La risposta più «predizionale» è che Giacobbe aveva già visto profeticamente questo momento (Gn 49,10s). Era un’immagine del futuro d’Israele: il Signore verrà per stabilire il suo regno e cioè in Israele. L’asina rappresentava il vecchio Israele e il puledro, su cui si era seduto il Signore, era l’Israele nuovo, giovane e restaurato, su cui Egli porrà il suo dominio.

 

 

2.  L’APPORTO DELLA GRAMMATICA EBRAICA (Nicola Martella): Mi sono imbattuto in questa problematica, scrivendo il commentario sulle origini (Gn 1,1-5,1a). In Gn 3,16 la differenza fra il «waw copulativo» (la congiunzione «e» con funzione addizionante» e «waw esplicativo» (la congiunzione «e» con funzione chiarificatrice» porta alla soluzione del caso. [Nicola Martella, Esegesi delle origini (Punto°A°Croce, Roma 2006), p. 233.] In Zc 9,9 bisogna tradurre quindi in questo modo dall’ebraico: «...Ecco, il tuo re viene a te: egli è giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino, e cioè sopra un puledro, un figlio d’asina».

     Nella nota a piè di pagina di «Esegesi delle origini» scrivevo proprio quanto segue.

     In Zc 9,9 fu detto del re di Sion che sarebbe venuto rokeb `al-ḥamôr we`al-`ajir, letteralmente: «cavalcando su un asino e su un puledro». Questa affermazione è un nonsenso evidente: non si può cavalcare contemporaneamente su un asino e su un puledro. Al primo oggetto (asino) non fu aggiunto un secondo oggetto (puledro), ma il primo oggetto è specificato più esattamente col secondo: «cavalcando su un asino, e cioè su un puledro». Fu detto, quindi, che l’animale, su cui il re avrebbe cavalcato, sarebbe stato un asino, e poi fu specificato meglio che questo animale non sarebbe stato un asino adulto, ma un puledro. Nel NT, dove fu riportato l’adempimento di questa predizione, si parlò conseguentemente solo di un puledro (Mc 11,1-11; Lc 19,28-40; Gv 12,12-15). In Mt 21,1-11 si parla tuttavia di un’asina e del suo puledro. Nel v. 5 Matteo riprodusse in greco in modo molto letterale il testo ebraico, compresa l’espressione epì ónon kaì epì pôlon per l’ebraico rokeb `al-ḥamôr we`al-`ajir. Secondo Theodor Zahn, questo poteva dipendere dal seguente fatto: «La circostanza — che i discepoli, secondo la predizione di Gesù, trovarono in Bethphage un’asina legata e un puledro non ancora impiegato nel lavoro, che andava ancora dietro alla madre, e li portarono a Gesù — ciò, nel suo accordo letterale con la forma poetica di quella parola profetica, doveva mostrare al lettore che non era stato il caso cieco a guidare e a disporre le cose piccole e grandi nella storia di Gesù, ma Dio, il cui Spirito istruì i profeti». Theodor Zahn, Das Evangelium des Matthäus (Brockhaus, Wuppertal 1984 [= 19224]), p. 618. Per maggiore leggibilità abbiamo modificato l’interpunzione.

     A ciò aggiungiamo che la menzione dell’asina (la madre) aveva il solo scopo di evidenziare che l’asino (il puledro) non era effettivamente stato mai usato per alcun lavoro.

     Tale «waw esplicativo» viene discusso dall’autore in «Esegesi delle origini» anche alle pagine 265s (Gn 3,24) e 284 (Gn 4,4), dove è importante per la comprensione del testo biblico.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Gesu_asini_Ori.htm

2007; Aggiornamento: 01-03-2008

 

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