Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Šabbât

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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FESTA DELLE SETTIMANE O PENTECOSTE

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Shalom, caro fratello Martella. Ho letto degli scritti tuoi e anche dei libri. Ho visitato più volte il tuo sito, e vorrei chiederti il tuo aiuto per alcune domande, se ti sarà possibile aiutarmi.

     La scorsa settimana, mentre studiavo il libro di Rut, stavo cercando di comprendere alcuni aspetti dell’uso di Rut nella liturgia ebraica, ho provato a contestualizzare il libro. Come ben sai, il libro di Rut viene letto durante la Pentecoste, e così sono andato a rileggere le feste solenni in Levitico 23, per ricordarmi un po’ i vari avvenimenti.

     La difficoltà è sorta a me e a un fratello, quando abbiamo analizzato la festa della Pasqua, gli Azzimi e abbiamo intoppato con la festa della Primizie. Abbiamo fatto dei calcoli che non concordavano con quanto sapevamo fin a quel momento, cioè che la Pentecoste si festeggia 50 giorni dopo la Pasqua, mentre leggendo sembrava che doveva passare 49 giorni dalla festa delle Primizie.

     Scusami se ti ho disturbato. Purtroppo ancora per alcuni motivi personali non sono riuscito a comprare il tuo libro sul Levitico e credo che lì ci sarà qualche risposta, ma nel frattempo potresti comunque venirmi incontro con delle spiegazioni? Grazie mille, che Dio continui a guidarti. {Antonino Galatà; 21 ottobre 2009}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

Quanto al libro di Rut, faccio notare che bisogna distinguere le intenzioni dell’autore primordiale (probabilmente Samuele) dall’uso che il giudaismo ne ha fatto e ne fa dai tempi post-esilici in poi. Non sempre le attribuzioni del giudaismo sono pertinenti e spesso si basano su associazioni secondarie o su interpretazioni allegoriche discutibili (cfr. il Cantico). Il libro di Rut è stato probabilmente connesso alla liturgia di Pentecoste, solo perché nel libro si tratta di raccolta del frumento e dell’orzo; la raccolta cominciava con la «festa delle primizie» e terminava con la «festa delle settimane» (chiamata in greco «festa del cinquantesimo giorno», ossia da quella delle Primizie). Per i dettagli si veda Nicola Martella, «Rut», Radici 3-4 (Punto°A°Croce, Roma 1994), pp. 55-63.

     Quanto a Pentecoste (gr. [festa del] cinquantesimo [giorno]) o «festa delle settimane», bisognava contare 49 giorni dalla «festa delle primizie» (7 settimane) e il 50° giorno cadeva la festa finale (la stessa logica era indicata anche per il Giubileo, solo che qui erano anni; Lv 25,10s). Non bisogna dimenticare che i giorni ebraici si contavano dal tramonto al tramonto.

     È scritto letteralmente: «Celebrerai anche la festa delle settimane, [la festa] delle primizie della mietitura del frumento, inoltre la festa della raccolta e l’equinozio dell’anno [ossia d’autunno]» (Es 34,22).

     Inoltre è scritto letteralmente: «E nel giorno delle primizie, quando presenterete all’Eterno una oblazione nuova, nella vostra festa delle settimane, avrete una santa convocazione; non farete alcuna opera servile» (Nu 28,26).

     Come si vede, con la festa delle primizie iniziava tale periodo particolare detto «festa delle settimane», cosa che si concludeva appunto con la santa convocazione del 50° giorno. Come è tipico degli Ebrei con lo stesso termine viene indicato sia il periodo della raccolta, sia il giorno particolare della sua conclusione.

     Diventa chiaro che il «giorno delle primizie» dava avvio alla mietitura del frumento e dell’orzo e alle settimane che bisognava contare fino alla conclusione della raccolta, segnata appunto dalla festa finale. La norma si trova qui: «Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella mèsse comincerai a contare sette settimane; poi celebrerai la festa delle settimane in onore dell’Eterno, del tuo Dio…» (Dt 16,9s). È evidente che le sette settimane dovevano essere piene e poi, dal tramonto in poi, si poteva festeggiare la festa conclusiva, che era una delle tre feste solenni d’Israele (v. 16; 2 Cr 8,13).

     Nei testi biblici odierni le problematiche legate al termine ebraico šabbāt deriva dal fatto che oggigiorno si crede che significhi solo «sabato», mentre indicava, ad esempio, qualsiasi giorno festivo e addirittura un periodo particolare (settimana, anno sabbatico). Negli Evangeli ai fini della cronologia dei fatti durante l’ultima settimana di vita di Gesù, è significativo tener presente che furono menzionati due giorni come «sabato»: la pasqua (grande sabato) e quello settimanale. Per l’approfondimento si veda Nicola Martella, «Sabato», Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 305s.

      Nel nostro caso, lo šabbāt, menzionato in corrispondenza col giorno delle primizie, era con molta probabilità proprio tale ricorrenza festiva e non il sabato settimanale, altrimenti sarebbe difficile contare 50 giorni dal giorno dopo tale festa. In Levitico 23,15s è scritto letteralmente: «E conterete per voi dal giorno dopo il sabato [= festività], [ossia] dal giorno che avrete portato il covone della “offerta agitata”: saranno sette settimane intere. 16Conterete cinquanta giorni fino al giorno dopo il settimo sabato; e [quindi] offrirete a Jahwè una nuova oblazione».

     Per quanto comprendo, la sequenza delle feste era la seguente: 14 di Nisan sull’imbrunire era la Pasqua (Lv 23,5), il 15 di Nisan era festa dei pani azzimi (v. 6) e il 16 di Nisan era la festa delle primizie e dal giorno dopo bisognava contare sette settimane e festeggiare la «festa delle settimane» il 50° giorno (vv. 15s).

     Per l’approfondimento si veda nel su menzionato «Manuale Teologico dell’Antico Testamento» l’articolo «Feste principali dell’AT», pp. 159ss; qui si trovano in forma tabellare tutte le feste ebraiche con nomi ebraici e greci, brani biblici, datazioni, tipi di offerte, significato storico, adempimento o nuova interpretazione nel NT, eccetera. Per l’approfondimento si veda Nicola Martella, «Levitico», Radici 1-2 (Punto°A°Croce, Roma 1994), pp. 51-56. Per lo studio del Levitico si veda: Nicola Martella, Il Levitico (Punto°A°Croce, Roma 1998); 1. Domande di studio; 2. Traduzione letterale.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Festa_settim_pentecoste_Sh.htm

23-10-2009; Aggiornamento: 04-11-2009

 

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