Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Uniti nella verità

 

Interpretazione biblica

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IN TUTTE LE COSE O IN TUTTE LE MANIERE?

Tra traduzione letterale e dinamica

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  L’IMPORTANZA DELLE ESPRESSIONI IDIOMATICHE: Da tempo, sto lavorando a un commentario sulla lettera agli Ebrei. Per tradurre letteralmente, devo fare molti studi filologici e munirmi di molta pazienza. Voglio anticiparvi l’analisi della locuzione greca katà pánta, che significa letteralmente «secondo tutto» e che fa poco senso nel contesto. Tale espressione idiomatica greca intende, in effetti, «in ogni modo o maniera, in tutti i modi, in tutte le maniere» e ricorre nei seguenti brani: At 3,22; 17,22; Rm 3,2; Col 3,20.22; Eb 2,17; 4,15. Tradurre qui «in tutte le cose», come viene fatto dalle traduzioni nostrane, non è confacente all’intenzione degli autori biblici, mettendo così l’accento sui dettagli; al contrario, «in tutte le maniere» intende in tutti i modi possibili.

     Prima di passare ai dettagli, faccio notare che le espressioni idiomatiche non intendono precisamente ciò, che è scritto, ma ciò che il consenso attribuisce loro. Ad esempio, se si dovesse tradurre in altra lingua letteralmente l’espressione romanesca: «Non me ne po’ frega’ de meno» (in altri dialetti: «Non me ne frega molto»), nessuno capirebbe. Si dovrebbe renderlo dapprima così: «Non me ne importa niente», «Non sono per nulla interessato» o «Non mi interessa affatto», per poi tradurlo a senso nell’altra lingua.

     Similmente esiste, ad esempio, anche in italiano una differenza fra «Mi ha detto tutto» e «Mi ha detto di tutto». La prima espressione intende «Mi ha detto ogni particolare» di una certa cosa; la seconda può significare: «Me ne ha dette di tutti i colori» (anche questa è un’espressione idiomatica, tanto più che i colori si vedono, non si dicono!).

     Tutto ciò l’ho premesso per far capire l’importanza delle espressioni idiomatiche, la loro valenza culturale e il fatto che bisogna tradurle correttamente in un’altra lingua. Ora, la Bibbia, essendo stata scritta nel tempo, è ricca di immagini provenienti dalla rispettiva cultura di riferimento, di modi di dire (p.es. «accendere carboni sul capo di qualcuno») e di espressioni idiomatiche.

 

 

2.  ANALISI TESTUALE: Vediamo qui di seguito le implicazioni di katà pánta, che sono molto rilevanti, nei brani del NT, in cui compare.

     ■ «Mosè, infatti, disse: “Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà”» (At 3,22 NR). Traduciamo la parte finale: «a lui darete ascolto in tutte le maniere, per quanto egli dica a voi». Il primo verbo è un futuro, il secondo è un congiuntivo (esso è preceduto da ósa án all’incirca «per quanto», che nessuno nelle traduzioni in italiano ha tradotto). Si tratta di un ascolto attivo (in tutte le maniere) e non passivo (in tutte le cose) e non bisogna sapere tutti i dettagli, ma ciò che riguarda la propria categoria d’appartenenza (p.es. uomo o donna, governanti o governati, padroni o servi, genitori o figli).

 

     ■ «Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi» (At 17,22 ND). Traduciamo letteralmente: «Uomini, ateniesi, vi vedo in tutte le maniere come più che religiosi [lett. più che devoti agli dèi]». La NR si avvicina, riportando «sotto ogni aspetto». Paolo intendeva non i dettagli della devozione degli ateniesi, ma la varietà delle espressioni religiose o culti.

 

     ■ «Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? Qual è l’utilità della circoncisione? [2] Grande in ogni senso. Prima di tutto, perché a loro furono affidate le rivelazioni di Dio» (Rm 3,1s). Traduciamo letteralmente l’inizio del v. 2: «Grande usanza in tutte le maniere»; qui polý «molto, grande» e trópon «costume, uso, usanza, maniera, condotta» sono ambedue accusativo neutro, mentre katà pánta è accusativo plurale! Si veda Eb 13,5: «La condotta sia senza amor di denaro» (afilárghyros ho trópos). La circoncisione portava, quindi, dei vantaggi sotto ogni aspetto, ad esempio per motivi igienico-sanitari.

 

     ■ «Figli, ubbidite ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è gradito al Signore Servi, ubbidite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne» (Col 3,20.22a NR). Tradurre qui «in ogni cosa» ha già portato problemi di coscienza a tanti credenti, durante il corso della storia, siano stati essi figli, servi o lavoratori. Da ciò è risultata la pretesa di padri, padroni e datori di lavoro (cfr. anche capi militari e capi religiosi) di essere ubbiditi in tutti i dettagli, passivamente e senza discutere, poiché ciò sarebbe la volontà di Dio (v. 20b). Ciò è diventato l’alibi dei padri-padroni. Al contrario, l’espressione «ubbidite in tutte le maniere» non riguarda i singoli contenuti, ma il modo con cui si ubbidisce (cfr. v. 22b); non è un’attività passiva e non genera una fede fatalista, ma intende la propensione a compiacere a chi è preposto e a essergli leale.

     Questa visione delle cose è liberatoria e si armonizza al meglio con le richieste fatte ai padri (v. 21) e altrove ai padroni. In altri casi, in cui la coscienza è posta nel conflitto fra richieste ingiuste e la volontà evidente di Dio, si può rispondere come fecero Pietro e Giovanni dinanzi al tribunale giudaico: «Bisogna rispettare [o dare retta] più a Dio che agli uomini» (At 5,29 così dal greco; cfr. v. 32 «che rispettano [o danno retta a] Lui»; cfr. At 27,21 «si doveva portarmi rispetto [o darmi retta], non partendo»; Tt 3,1 portare rispetto a governanti e autorità, non ubbidire loro ciecamente). Già in una situazione precedente, essi avevano detto letteralmente: «Se è giusto, davanti a Dio, di dare più ascolto a voi che a Dio, giudicatelo voi» (At 4,19 gr. akuein «ascoltare, dare ascolto, prestare orecchio»; anche quest’ultima locuzione è un’espressione idiomatica!).

 

     ■ «Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo» (Eb 2,17 NR). Ciò intende una conformità in tutti i dettagli. Traduciamo letteralmente l’inizio: «Perciò, egli doveva essere equiparato in tutte le maniere ai suoi fratelli». Tradurre qui «in tutte le cose» mette l’accento sui dettagli, cosa che l’autore non aveva in mente; invece, «in tutte le maniere» intende in tutti i modi possibili. Gesù cercò di vivere come uomo fra gli uomini e come Giudeo fra i Giudei (cfr. Gal 4,4), sebbene si orientasse all’espresso volere di Dio, scritto nella legge, e non alle tradizioni ebraiche (Mt 15,3; Mc 7,9).

 

     ■ «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato» (Eb 4,15 NR). Una tale traduzione premette che non ci sia una sola cosa, in cui Gesù non fosse stato tentato; ciò è fuorviante. Traduciamo letteralmente la parte finale: «ma è stato provato in tutte le maniere, per similarità, senza peccato»; tralascio qui la discussione della locuzione kath’ homoiótēta «per similarità, affinità, analogia o somiglianza». L’autore non intendeva mettere l’accento sui dettagli ma, al contrario, voleva esprimere che Gesù fu «provato in tutte le maniere», ossia in tutti i modi possibili, evidenziando la grande varietà di approcci della tentazione, in cui si venne a trovarsi. Vivendo da pio Giudeo, Egli si teneva lontano dai luoghi, che erano fonte di peccato e tentazioni. Tuttavia, le persone dei suoi tempi, specialmente i religiosi, vennero per metterlo alla prova in tutti i modi (Mt 16,1; 22,35; Gv 8,6).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto che un’espressione idiomatica è una locuzione peculiare di una certa lingua (p.es. «rimanere a bocca asciutta») e, come tale, non significa ciò che viene letteralmente espresso, ma ciò che il consenso culturale ha codificato e tramandato («rimanere senza il bottino, senza l’affare, ecc.»). Perciò, tradurre letteralmente una simile frase in altre lingue, non dà alcun senso logico; per essere capiti, bisogna tradurre in modo dinamico, possibilmente trovando una corrispondenza nell’altra lingua. Ad esempio, in ebraico «alzare (o abbassare) il corno» significa «prevalere (o soggiacere, umiliarsi)»; dinamicamente può corrispondere all’espressione idiomatica italiana «alzare (o abbassare) la cresta».

     Si pensi, ad esempio, anche a espressioni come le seguenti, che noi usiamo senza neppure badarci: «è una ragazza acqua e sapone»; «è un tipo in gamba»; «ha preso un granchio»; «ho parlato a braccio»; «va’ a quel paese (o al diavolo, all’inferno, alla malora)»; e così via (cfr. «Glossario delle frasi fatte»).

     A questo punto, avendo «messo molta carne a cuocere» (anche questa è un’espressione idiomatica!), lascio ai lettori, dotati di discernimento e attitudine allo studio, di formulare le eventuali valutazioni e le debite conclusioni.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Cose_maniere_UnV.htm

14-02-2013; Aggiornamento:

 

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