Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BETESDA ERA UNA SPECIE DI LOURDES GIUDAICA?

 

 di Nicola Martella

 

Due lettori ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Caro Nicola, è da tempo che mi premeva chiederti un parere sul seguente episodio biblico: «Gesù guarisce un paralitico a Betesda» (Giovanni 5). Sembra quasi una specie di santuario di Lourdes alla giudaica. Cosa ne pensi? C’è qualche precedente nell’AT che ne giustifichi l’azione divina descritta in tale brano? Io non ne ho trovati. È un passo difficile da comprendere appieno. Puoi aiutarmi tu? Ti ringrazio per la tua risposta. Saluti... {Gaetano Nunnari; 14 luglio 2009}

 

Caro Nicola, sto leggendo Giovanni 5 e il v. 4 necessito di spiegazioni: l'angelo (misterioso e capriccioso, a mio parere) non mi sembra sia da Dio. L'acqua agitata o intorpidita (Diodati)... resa purpurea e a momenti con proprietà terapeutiche!? Hai qualche indicazione da darmi? Dove trovo qualcosa nei tuoi libri? Si possono fare delle riflessioni su quest'angelo, che agita o intorpidisce l'acqua e che poi guarisce il primo fortunato soltanto? Mi fa tanto pensare a Loreto, Medjugorje, eccetera. {Guerino De Masi; 7 febbraio 2010}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

Sebbene io sia uno studioso specialmente dell’AT, non mi trarrò indietro dal dare una risposta a questi lettori. Al riguardo ci aiuta la critica testuale, confrontando insieme vari manoscritti antichi. L’ermeneutica (o scienza dell’interpretazione) insegna che una cosa, che si può sufficientemente spiegare nel testo, smette di essere un problema. La critica testuale confronta i vari manoscritti di un testo biblico e le antiche traduzioni per appurare se e come si sia arrivati a una certa variante e quel sia stato il testo più vicino all’originale dell’autore. Le varianti sono sorte, ad esempio, mediante errori di trascrizione (p.es. errori ortografici, ripetizione di lettere o di parole, omissione di lettere e parole) e inclusione nel testo di annotazioni marginali (glosse) di qualcuno. Una volta spiegato un tale errore, esso smette di essere un problema, poiché il testo può essere emendato.

     Nel caso di Giovanni 5 ci troviamo proprio dinanzi a una inclusione nel testo biblico di un’annotazione omiletica marginale di qualche antico predicatore cristiano che riferiva qui probabilmente una credenza popolare giudaica. Molte delle traduzioni occidentali sono state influenzate dalla Vulgata, traduzione latina della Bibbia; ed è probabile che essa abbia in qualche modo confermato la convenzione di includere tale glossa nei manoscritti greci più tardivi.

     Mentre la Vulgata contiene l’intero testo dei vv. 3-4, nella versione greca di Nestle-Aland manca la fine del v. 3 e l’intero v. 4; nell’apparato critico sottostante sono riportate tutte le varianti maggiori. Io mi servirò qui di diverse traduzioni a mia disposizione per chiarire la questione, visto che pochi lettori sanno di greco.

     Nella Riveduta (detta anche Luzzi) nel testo di Giovanni 5 la fine del v. 3 e l’intero v. 4 mancano: «Sotto questi portici giaceva un gran numero d’infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici [, i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua; 4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l’acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l’acqua era stata agitata, era guarito di qualunque malattia fosse colpito]». E la parte, che ho indicato tra parentesi quadre si trova in una nota, dove s’aggiunge che tale inciso manca nei più importanti antichi manoscritti. La Nuova Riveduta a secondo della versione, riporta tutto nel testo con o senza parentesi quadre. La traduzione della CEI omette la parte finale del v. 3 e ha il v. 4 tra parentesi quadre. Ricciotti riporta tutto nel testo, ma solo per il v. 4 annota che esso «manca in codici greci molto autorevoli». La vecchia e la nuova Diodati non hanno le parentesi quadre.

    Tra le traduzioni in lingua tedesca, la vecchia Elbeferder riporta tutto nel testo ma fra parentesi quadre; così anche Menge. La nuova Elberfelder riporta tutto nel testo, ma una nota spiega la questione. Schlachter ci mette degli asterischi e indica nelle note finali che la fine del v. 3 manca in antiche versioni e che il v. 4 è «probabilmente un’aggiunta tardiva». Nella Bibbia di Lutero in versione riveduta (1984) le aggiunte sono stampate in piccolo con uno stacco nel testo e con la spiegazione che esse «si trovano solo nelle tradizioni più tardive».

     È quindi probabile che nell’antichità qualcuno ha aggiunto tale parte sul margine d’un manoscritto come glossa personale, per spiegare in qualche modo la credenza del paralitico (e forse d’altri), presente nel v. 7: «Signore, io non ho alcuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». Poi tale glossa è finita per mano d’un copista nel testo, perché era distratto o per proposito.

     Omettendo tale parte, vediamo quindi che non si trattava d’una cosa realmente accertabile, che Giovanni volesse dichiarare come fatto oggettivamente certo, ma d’una credenza popolare. Quindi niente Lourdes ante litteram. Io non darei molta importanza a tale glossa.

     L’asserzione principale di tale testo biblico è che tale paralitico era impossibilitato ad aiutarsi da sé, Gesù lo guarì e adempì così il desiderio del suo cuore di essere aiutato. Volendo applicare tale brano, esso è una meravigliosa immagine della salvezza per grazia mediante la fede. Dio salva coloro che, sapendo di non potersi salvare da se stessi, accettano che sia il Signore a farlo.

     Inoltre è raccomandato quanto segue. L’apostolo Paolo ingiunse che i credenti «non si occupino di miti» (1 Tm 1,4). Egli raccomandò allo stesso Timoteo: «Schiva i miti profani e da vecchie» (1 Tm 4,7). Paolo avvisò per la fine dei tempi che gli uomini «distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2 Tm 4,4). Anche l’apostolo Pietro ricordò ai Giudei cristiani della diaspora: «Non è con l’andare dietro a miti artificiosamente composti che v’abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pt 1,16).

     Quindi, in Giovanni 5 non era importante ciò che credeva il paralitico circa la vasca di Betesda, né lo era la leggenda che i Giudei presumibilmente avevano costruito col tempo intorno ad essa (così è accaduto col tempo anche di Lourdes!). Importanti erano unicamente i due incontri che tale uomo ebbe con Gesù. I credenti biblici non hanno bisogno né della vasca di Betesda né di quella di Lourdes, avendo già tutto pienamente in Cristo (Col 2,10).

    Mi si permetta, infine, una nota finale, tornando alla questione dei manoscritti  e delle traduzioni. È un peccato che si producano traduzioni popolari della Bibbia senza un serio lavoro di critica testuale. La vecchia Riveduta aveva certo alcuni difetti, tra cui la lingua un po' vetusta, ma almeno allora sotto Luzzi si faceva ancora un serio lavoro di critica testuale. Oggigiorno si fanno sedicenti nuove traduzioni o revisioni, senza che i traduttori o revisori abbiano mai studiato la critica testuale. Questo è mostrato anche dal fatto che in genere tali Bibbie in lingua moderna non portano un elenco di studiosi che hanno partecipato a tale opera.

    Consiglio quindi di lavorare con più traduzioni, anche straniere se si sanno le lingue. Io personalmente faccio così, quando non uso i testi nelle lingue originali. Per l'uso comune uso ancora la vecchia Riveduta, che ritengo ancora la migliore in italiano in campo evangelico.

 

Betesda era una specie di Lourdes giudaica? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Betesda_Lourdes_Avv.htm

25-07-2009; Aggiornamento: 12-02-2010

 

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