Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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Dall’avvento alla parusia

 

NT: Persone e contingenza

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DALL’AVVENTO ALLA PARUSIA 1: ASPETTI INTRODUTTIVI

 

 di Nicola Martella

 

1. Le questioni {Tonino Mele}

2. Le risposte {Nicola Martella}

3. Le osservazioni {Tonino Mele}

 

 

Quanto segue, si riferisce a buona parte della sezione «Aspetti introduttivi», presente in Nicola Martella, Dall’avvento alla parusia, Panorama del NT 1 (Fede controcorrente, Roma 2008), pp. 8-27.

    Ultimamente, un lettore e collaboratore del sito «Fede controcorrente» mi aveva scritto riguardo al loro gruppo di studio locale e al fatto che esso sta diventando sempre più regionale, essendosi aggiunti anche i conduttori di altre Assemblee, sebbene alquanto distanti dal luogo dell'incontro. Egli mi annunciava come cosa interessante per me il fatto che avevano deciso d’usare il mio libro «Dall'avvento alla parusia» come guida allo studio degli Evangeli e degli Atti. Egli mi scriveva letteralmente: «L’obiettivo è quello di capire il messaggio “proprio” di questi libri e quale dev’essere il nostro approccio omiletico a essi, tenuto conto del loro genere letterario, perlopiù narrativo».

     Il prossimo stadio è stato il fatto che ho ricevuto da lui alcune domande, scaturite dal loro confronto sul mio testo. Mi è sembrato di ritornare indietro al tempo, in cui avevo studenti per corrispondenza. Ho pensato che potrebbe essere interessante anche per altri lettori leggere tali domande e le mie risposte. In tal modo potrebbero essere invogliati a studiare anch’essi questo libro, sia privatamente o in un gruppo di studio.

 

 

1. Le questioni {Tonino Mele}

 

Caro Nicola, nel nostro gruppo di studio abbiamo iniziato a considerare il tuo libro «Dall’avvento alla Parusia» e ci sono alcuni interrogativi in particolare che riguardano il nostro 1° incontro, sui quali sarebbe utile sentire un tuo parere.

     ■ 1. L’avvento riguarda la 1a venuta di Gesù e la parusia riguarda la sua 2a venuta. Perché il libro parla di «tensione» tra l’avvento e la parusia? (p. 9).

     ■ 2. «L’impianto predizionale» è un testo base, posto all’inizio dell’Antico o del Nuovo Patto, dove «è presente in germe tutta la storia futura d’Israele» e della chiesa. Per l’AT questo testo base è Dt 30, dov’è delineato il futuro d’Israele. Per il NT questo testo è il discorso profetico di Gesù riportato in Marco 13 e paralleli, dove è delineato il futuro della chiesa. È giusto dire così? È quello che intendevi dire? (p. 9).

     ■ 3. La differenza tra scribi e Farisei riguarda solo il laicato dei secondi o c’è qualcosa di più? (pp.11-12).

     ■ 4. Può il Talmud avere un’importanza per lo studio del Nuovo Testamento? (p. 12).

 

Grazie in anticipo per la tua collaborazione. {20 ottobre 2009}

 

 

2. Le risposte {Nicola Martella}

 

     ■ 1. È giusto, «l’avvento» riguarda la 1a venuta del Messia e la «parusia» riguarda la 2a venuta. I profeti videro tale evento come unico nella loro escatologia: l’avvento del Messia doveva significare l’adempimento ultimo della storia (regno politico del Messia-Re). [Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Le grandi linee dell’escatologia dell’AT», pp. 122-128; «Divario fra predizioni e adempimenti messianici?», pp. 129-132.]

     Il rifiuto di Gesù quale Messia-Re da parte del giudaismo nel suo complesso ha portato a due fatti nuovi: ▪ 1. La rivelazione del «mistero di Cristo» (Ef 3,4ss; Col 4,3), ossia del fatto che i Gentili sono accettati insieme ai Giudei credenti in Gesù quale Messia nel nuovo patto; ▪ 2. La procrastinazione dell’adempimento del regno politico del Messia.

     Nel libro parlo di «tensione» tra l’avvento e la parusia (p. 9) proprio perché ciò che gli apostoli aspettavano abbastanza presto (cfr. At 1,6ss), fu rimandato a un punto particolare della storia, specifico per Dio e indefinito per i cristiani. A ciò fanno riferimento anche varie parabole (Mt 25,1ss.13 le 10 spose; vv. 14,1ss servi e talenti; vv. 31ss l’avvento del re; Lc 12,35ss vigilanza; vv. 39s come il ladro). Tale tensione rimane anche per noi oggi, sebbene sappiamo che prima devono adempiersi alcuni fatti storici (2 Ts 2,1ss); ora, poiché ci rendiamo sempre conto dopo l’avvento di certi fatti, quanto sia avanti l’orologio della storia, è bene sempre vegliare e non fidarci della nostra interpretazione dei fatti contingenti. [Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Interpretazione arbitraria dei fatti contingenti, pp. 242s; «Sopravvalutazione di deboli indizi», pp. 358-367; «Noi siamo l’ultima generazione!», pp. 368-374; «Riconoscere anticipatamente lo pseudo-messia?», pp. 397ss; «Annunciato da segni o inatteso?», pp. 400-405; «I “segni dei tempi”», pp. 426-429; eccetera.] Quindi, il tempo fra avvento e parusia è un periodo di «tensione» paragonabile a quello della sposa che sa che lo sposo viene presto, ma non sa quando di preciso.

 

     ■ 2. «L’impianto predizionale» è un termine tecnico da me introdotto nello studio della teologia dell’AT per capire il messaggio dei profeti (= proclamatori) dell’AT nel suo aspetto predizionale (la maggior parte era di natura etica), nella sua genuinità (falsi profeti erano coloro che non si attenevano a Dt 30 nelle loro predizioni) e nei suoi aspetti plurimi e sempre più intensi dell’adempimento («dinamica predizionale»). [Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Dinamica predizionale », p. 138; «Impianto predizionale e predizione profetica», p. 184; «Impianto predizionale», pp. pp. 184s. Per gli aspetti veterotestamentari, si veda pure in Nicola Martella, «Impianto predizionale e predizione profetica», Escatologia biblica essenziale (Escatologia 1), pp. 88-90.]

     Il rifiuto da parte dei Giudei nel loro complesso di Gesù quale Messia, la rivelazione del «mistero di Cristo» per il mondo intero e quindi la procrastinazione della parusia resero necessario un «impianto predizionale» del nuovo patto. Se in Deuteronomio 30 era presente in germe tutta la storia d’Israele e il suo futuro (e legittimi erano quei profeti che si attenevano a tale modello!), in Matteo 24 troviamo il nuovo «impianto predizionale» del Messia. Esso si basa sull’«impianto predizionale» mosaico e lo attualizza e sviluppa per l’Israele della fine dei tempi; poiché Gesù parlava a Israele non alle nazioni (!), esso non contiene delineamenti diretti per il futuro della chiesa, ma riguarda specialmente il 70 d.C. quale «caparra predizionale» (cfr. Lc 23,28ss) e l’ultima fase della storia quale adempimento finale («dinamica predizionale». Per l’approfondimento degli aspetti neotestamentari, si veda pure in Nicola Martella, «Gesù si è sbagliato sull’avvenire?», Escatologia biblica essenziale (Escatologia 1), pp. 179ss.]

 

     ■ 3. Il mestiere degli scribi si è sviluppato dai «scrivani» e dai copisti dei testi sacri (rappresentava una vera categoria a sé). Col tempo gli scribi si svilupparono in «esperti» dei testi sacri, «dottori della legge». Ogni movimento e denominazione del giudaismo aveva i suoi scribi. Quindi, sia i Farisei sia i Sadducei avevano i loro scribi. Infatti per far capire meglio, si spiegava così: «i Farisei e i loro scribi» (Lc 5,30); «alcuni degli scribi del partito dei Farisei» (At 23,9). Gli scribi sono menzionati specialmente in connessione con i Farisei, poiché nel fariseismo erano diventati gli «esperti» di tale movimento, i rabbini. Il fatto che scribi e Farisei fossero menzionati insieme, mostra che non erano coincidenti; non ogni fariseo era uno scriba. Farisei e dottori della legge ricorrono insieme solo in Luca (Lc 5,17; 7,30; 11,45s.52; 14,3), sebbene egli parli altrove come gli altri evangelisti di «scribi e Farisei» (Lc 5,21.30; 6,7; 11,53; 15,2). Giovanni non menzionò mai «scribi e Farisei» insieme, se si fa eccezione di Gv 8,3, un brano che non ricorre in tutti gli antichi manoscritti. Fu particolarmente Matteo a farlo (in 11 versi), specialmente nel capitolo (23), in cui lanciò contro di loro il suo «guai!» (in 8 versi), al pari degli antichi profeti (cfr. Is 5).

 

     ■ 4. Alla domanda se il Talmud possa avere importanza per lo studio del NT, bisogna rispondere: sì e no. Chiaramente gli scritti giudaici dei primi secoli (p.es. Giuseppe Flavio, Filone d’Alessandria) possono aiutarci a capire l’ambiente culturale, sociale, politico e religioso del tempo. Anche nel Talmud possiamo trovare alcune analogie specialmente con gli Evangeli.

     Bisogna sapere che il Talmud proviene nella sua stesura finale dal Medioevo, quindi dopo secoli di sviluppi culturali e dottrinali sia nel giudaismo sia nel cristianesimo, verso cui è in parte una reazione. Allo stesso modo ci si potrebbe chiedere, ad esempio, se il libro «Utopia» di Tommaso Moro (1478-1535) possa avere importanza per lo studio della «(Divina) Commedia» di Dante Alighieri (1265-1321). [Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Escatologia fra legittimità e abuso (Escatologia 2), gli articoli: «Dante e l’aldilà», pp. 297-312; «Utopie futuristiche», pp. 342-354.] Si potrebbero certo fare altri esempi. Cercando qualcosa di comune si troverà sempre, ma non si può leggere ciò che sta prima con le lenti di ciò che è venuto letterariamente poi.

     Leggere il NT con le lenti del Talmud, come hanno cercato di fare alcuni studiosi del passato (cfr. Strack-Billerbeck) e i giudaizzanti odierni, ha messo il NT in una camicia di forza interpretativa.

     Il fatto curioso (e tragicomico) è che i cristiani giudaizzanti pretendono di leggere il NT alla luce degli scritti dei pronipoti di coloro che Gesù aveva apostrofato nei modi più incredibili: ipocriti, guide cieche, stolti e ciechi e simili (Mt 23). Paolo li definì così: «Le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al dì d’oggi, quando fanno la lettura dell’antico patto, lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo ch’esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuore loro; quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,14ss). Inoltre il Talmud contiene molti brani contro Gesù e contro i cristiani, oltre a molte «favole giudaiche» (Tt 1,14).

     Chiaramente anche qui si può applicare il principio: «Esaminate ogni cosa e ritenete il bene» (1 Ts 5,21; v. 20 profezie), sebbene Palo aggiungesse: «Astenetevi da ogni specie di male» (v. 22). Fare però del Talmud una chiave ermeneutica del NT, è fuori luogo e porta solo a giudaizzare il NT, oltre che se stessi. [ Alcune obiezioni alla cosiddetta «Torà orale»; Falsi maestri fra i giudeo-messianici odierni; eccetera]

 

 

3. Le osservazioni {Tonino Mele}

 

Ho letto le risposte alle domande su Avvento e Parusia. Esse chiariscono anzitutto qualche passaggio del tuo libro che rischiava d’essere frainteso. Ad esempio, quello sull’analogia tra «impianto predizionale dell’AT» (futuro d’Israele) e «impianto predizionale del NT» (futuro della chiesa). Non mi sembra infatti che il discorso profetico di Gesù, delinei tanto il futuro della chiesa, ma, come giustamente osservi tu è «il nuovo impianto predizionale del Messia» e riguarda soprattutto «Israele e non le nazioni».

     Ho inoltre apprezzato la tua risposta sul Talmud quale strumento ermeneutico per il NT. Questa domanda nasce spontanea, quando nel tuo libro dici che «nel 150 d.C. s’iniziò a fissare per iscritto il materiale della tradizione» (p. 12). Questo dà l’idea che il materiale del Talmud sia abbastanza vicino al tempo del NT, tanto da farne uno strumento utile per lo studio dello stesso. Certamente parliamo dello sfondo socio-culturale in cui il NT è stato prodotto. E comunque è utile, come dici, tener conto dei «secoli di sviluppi culturali e dottrinali» che hanno preceduto la sua «stesura finale», che fa data nel «Medioevo».

     Anche la questione della «tensione» tra Avvento e Parusia andava chiarita. Se ho capito bene, essa riguarda il mancato adempimento di quanto previsto per «l’Avvento», il quale è stato rimandato a tempo indeterminato, per la «Parusia». Se è così, credo che la «tensione» che dovevano provare gli apostoli e i cristiani del 1° secolo era più forte della nostra, essendo più vicini al «polo mancato» di questa tensione, cioè l’avvento. Certamente, questa «tensione» riguarda anche noi, perché permane la voluta incertezza divina sul «giorno e l’ora» di questo evento, per cui dobbiamo vivere nella tensione tra presente e futuro, tra il dormire e il vegliare, e, in certo qual modo, tra il «già qui e il non ancora».

     Grazie ancora per la tua collaborazione. Dopo il nostro successivo incontro, ci aggiorniamo alle prossime questioni. Fraterni saluti. {28 ottobre 2009}

 

Dall’avvento alla Parusia 2: schema canonico o ragionato? {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Avvento_Parusia_domande_Avv.htm

24-10-2009; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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