Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I RACCONTI DELL’ANTICO TESTAMENTO

SONO LEGGENDE?

 

 di Nicola Martella

 

Gentile Nicola, eccomi di nuovo. Ho iniziato a frequentare un forum appena nato e uno degli interlocutori sostiene che la Bibbia contiene la Parola di Dio e che i racconti fatti nell’Antico Testamento sono leggende. Non avevo mai sentito dire di evangelici, che affermano queste cose. Si parla di metodo storico critico. Anche tu usi questo sistema?

     La Bibbia è o contiene la Parola di Dio? Gesù considerava leggende i racconti dell’Antico Testamento? Spero di non aver posto troppi quesiti. Grazie… {Tullio Vallerta, ps.; 30-03-2009}

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Comincio con un mio motto: «Quando i teologi liberali tedeschi starnutiscono, quelli italiani si beccano il raffreddore». Il liberalismo teologico è una delle piaghe del cristianesimo, accanto al dottrinarismo ideologico, al polisantismo, al clericalismo e allo spiritualismo mistico e gnostico.

     Io non solo non uso il metodo storico-critico, ma per più di vent’anni ho insegnato contro di esso nella scuola biblica, in cui ero insegnante. Ho anche scritto al riguardo nei miei libri:

     ■ Radici 5-6 (Panorama dell’AT): «La Bibbia fra criticismo e modernismo», pp. 187-195.

     ■ Manuale Teologico dell’Antico Testamento (di seguito: MT-AT): «Le posizioni teologiche più ricorrenti», pp. 21-30; «Criticismo storico», pp. 127-130; «Sistemi teologici», pp. 332ss.

     ■ Temi delle origini (Le Origini 1): « Genesi 1-2 e la critica biblica», pp. 54-65.

 

Io non seguo né la «Teologia Storico-Critica» (cfr. MT-AT, pp. 127-130), né la «Teologia Dogmatica» (MT-AT, pp. 352s. 356s), ma la «Teologia Biblica (o Esegetica)» (MT-AT, pp. 353s).

 

 

2.  APPROFONDIAMO LE SINGOLE QUESTIONI: Qui di seguito tratto solo brevemente le questioni, rimandando per l’approfondimento alla letteratura indicata.

 

     ■ La Bibbia contiene solo la Parola di Dio?: Una tale concezione non esiste nella stessa Bibbia. In Israele si cantava nel Salmo didattico: «La somma della tua parola è verità; e ogni sentenza della tua giustizia [dura] in perpetuo» (Sal 119,160). La sacra Scrittura nel suo complesso (somma) e nelle sue parti (ogni sentenza = ogni precetto) era considerata «verità» di Dio. Gesù pregava per i suoi discepoli: «Santificali nella verità: la tua parola è verità» (Gv 17,17).

 

     ■ La Scrittura ha il suggello divino: Ricorre spesso l’espressione «affinché la Scrittura fosse adempiuta» (Gv 17,2; 19,28) o simile. Paolo le diede tanta autorità da semplificare l’espressione «Dio ha rinchiuso nella Scrittura…» in: «la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato» (Gal 3,22). Lo stesso apostolo affermò: «Ogni Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona» (2 Tm 3,16s). Pietro diede atto della genuinità divina degli scritti di Paolo (2 Pt 3,15s). L’ultimo libro della Bibbia termina con un serio avvertimento a non aggiungere né togliere, minacciando severe pene (Ap 22,18s); tale avvertimento e tali minacce si trovano similmente nella Torà (Dt 4,2; 12,32). Ciò mostra l’autorità dell’antico e del nuovo patto.

 

     ■ L’AT una raccolta di leggende?: È proprio singolare che il Libro di Dio, che combatte miti e leggende, venga dichiarato una raccolta di leggende. Il termine greco mythoi indica miti e leggende ed è spesso tradotto nelle nostre traduzioni con «favole». Fu comandato ai credenti di non occuparsi di favole (1 Tm 1,4), di schivare le favole profane e da vecchie (1 Tm 4,7). Fu messo in guardia da coloro che, non sopportando la sana dottrina, distoglieranno le orecchie dalla verità, si acculeranno maestri a proprio arbitrio e si volgeranno alle favole (2 Tm 4,3s). Fu ingiunto di riprendere severamente i credenti che davano credito ai giudaisti, affinché non dessero «retta a favole giudaiche né a comandamenti di uomini, che voltano le spalle alla verità» (Tt 1,13s). Ciò vale anche verso gli odierni dissacratori della Parola di Dio.

     Il metodo degli apostoli non era mitologico, né essi basarono la loro vita, il loro insegnamento e la loro fede su leggende. Pietro affermò: «Non è con l’andare dietro a favole artificiosamente composte che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pt 1,16).

 

     ■ Sta scritto: L’autorità della Scrittura viene evidenziata in 31 versi della Bibbia con l’espressione «sta scritto», intendendo sia l’obbligatorietà del comandamento divino, sia l’adempimento di importanti promesse e minacce di Dio. In 69 versi ricorre l’espressione «è scritto», e la maggior parte di loro si riferiscono similmente all’autorità e all’adempimento delle predizioni. «Tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza» (Rm 15,4; cfr. 1 Cor 9,10; 10,6.11).

 

     ■ Gesù e l’AT: Gesù considerava leggende i racconti dell’Antico Testamento? Assolutamente no. Ci limitiamo solo ad alcuni fatti. Da un’analisi degli Evangeli risulta che Egli non usò mai i termini leggenda, favola, mito o simili. Quindi su che cosa si basa una tale asserzione, se non su una tesi aprioristica e falsa? Nelle genealogie messianiche ricorrono persone da Abramo alla sua nascita (Mt 1,1-16) o dai suoi giorni ad Adamo (Lc 3,23-38). Nessuno e nemmeno Gesù avevano dubbi sulla loro esistenza storica. Mosè ed Elia comparvero durante la sua trasfigurazione (Mt 17,3s). Gesù parlò di Abramo e Isacco e Giacobbe non solo come persone concrete del passato, ma anche del futuro (Mt 8,11; 22,31s; Lc 13,28; 20,37). Gesù menzionò come persone storicamente esistite: Giona (e il pesce; Mt 12,39), i Niniviti (v. 41) la regina del Mezzodì e Salomone (v. 42). Egli non aveva dubbi sulla storicità sia di Abele, sia del sacerdote Zaccaria, figlio di Barachia (Mt 23,35).

     Gesù parlò delle seguenti entità storiche e geografiche come concretamente esistite: il «paese di Sodoma e di Gomorra» (Mt 10,15; 11,23s) e Babilonia (Mt 11s.17).

     Gesù aveva un grande rispetto dell’AT. Lo citava continuamente come autorità («Sta scritto») e credeva nell’adempimento di ogni predizione divina, data mediante i profeti.

 

     ■ Gli apostoli e l’AT: Gli apostoli e i credenti del primo secolo consideravano leggende i racconti dell’Antico Testamento? Assolutamente no. Ecco qui di seguito solo alcuni esempi. Anche gli apostoli parlarono d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe come persone storiche al pari di Gesù e di Pilato (At 3,13). Gli eventi dell’AT furono narrati come fatti storici veri (At 7). Quanto Dio promise ad Abramo, non solo fu considerato storico (Eb 11,17ss; Gcm 2,21), ma divenne teologicamente rilevante nel nuovo patto, per chiarire la salvezza per grazia mediante la fede (Rm 9,7). Adamo fu considerato tanto storico quanto Mosè (Rm 5,14) e quanto Cristo (1 Cor 15,22.45; Gd 1,14 + Enok); così pure Eva (1 Tm 2,13s). Si veda il lungo elenco degli eroi della fede in Ebrei 11, di cui lo scrittore non aveva dubbi sulla loro storicità.

     Lo stesso vale addirittura per gli animali: anche il serpente è storico per Paolo! (2 Cor 11,3), sebbene dietro a esso c’era il diavolo (Ap 12,9). Per Pietro era un’entità storica reale non solo Balaam, figlio di Beor, ma un’asina muta, che parlò con voce umana (2 Pt 2,15s) per intervento divino.

     Gli scrittori del NT menzionarono come entità geopolitiche concrete del passato: Sodoma e Gomorra (Rm 9,29; 2 Pt 2,6; Gd 1,7; Ap 11,8 + Egitto), Babilonia (At 7,43; solo così poté diventare un simbolo nell’Apocalisse).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: I teologi storico-critici agiscono come il serpente, quando mise in forse ciò, che Dio aveva affermato: «Come! Dio v’ha detto…? [...] No, non morrete affatto… e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male» (Gn 3,1.4s). I seguaci del metodo storico-critico prospettano una falsa emancipazione senza rivelazione e senza sottomissione alla Parola di Dio. Invece di essere servitori della Parola mediante una corretta esegesi, sono diventati suoi giudici, che vogliono decidere, a proprio arbitrio, ciò che Dio ha veramente detto o meno.

     I teologi storico-critici sono i moderni Sadducei, a cui rimane solo un deismo o un esistenzialismo. Il loro liberalismo teologico serve, in ultima istanza, a coprire il proprio arbitrio etico fuori e dentro alle chiese. Smantellando sistematicamente la sacra Scrittura, hanno demolito molte differenze fra il bene e il male e hanno aperto, in tal modo, porte e portoni all’immoralità all’interno del cristianesimo, dai vertici alla base.

     In fin dei conti, è più semplice e salutare dare credito alla Parola perpetua di Dio che alle teorie mutevoli dei critici alla Bibbia. Termino con un mio motto: «I nuovi critici smentiscono quelli vecchi, gli uni avversano le teorie degli altri. I critici passano, la sacra Scrittura resta. A conti fatti, ci vuole più fede per credere a loro che alla stessa sacra Scrittura!».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-AT_leggende_MT_AT.htm

01-08-2014; Aggiornamento:

 

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