Erich Zenger (a cura di),
Introduzione all’antico Testamento (Queriniana, Brescia 2005).
Traduzione italiana dal tedesco:
Erich Zenger u.a.,
Einleitung in das Alte Testament
(Kohlhammer, Stuttgart 2004, 5a ed.).
(I contributi rispecchiano le opinioni personali
degli autori. Quelli attivi hanno uno
sfondo bianco)
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Nicola Martella:
Per quello che segue ci rifacciamo pure alla versione tedesca. Il libro
edito da Zenger intende introdurre nel significato e nella formazione
dell’Antico (o Primo) Testamento cristiano sia nel un insieme, sia nelle sue
parti. Si tratta finora della prima introduzione che sia così ampia. Essa si
rifà al canone cattolico, poiché contiene anche i libri apocrifi (detti
deuterocanonici), non contenuti nel canone ebraico. Gli autori riflettono
esplicitamente sul fatto che l’Antico Testamento è la prima parte della Bibbia
cristiana. Contemporaneamente si evidenzia che i libri contenuti nel canone
giudaico rappresentano la Bibbia ebraica e sono, come tali, vivi nel pensiero e
nella prassi nella comunità ebraica fino a oggi. Questa introduzione all’Antico Testamento è
considerata fra le più attuali e didatticamente migliori. Si parla al
riguardo di un manuale solido che informa con competenza sulla struttura e
sulla nascita dell’Antico Testamento e dei suoi singoli libri. Questa
introduzione cerca di attuare coerentemente la dialettica ermeneutica circa
la questione sincrona e diacronica della storia d’Israele. È da apprezzare
il suo approccio canonico alla Bibbia, cosa non scontata nella costellazione
teologica contemporanea. Quest’opera è una combinazione del «modello di
cerchia narrativa» (Erzählkranzmodell) — qui le singole unità di
testo vengono attribuite a specifici ambiti di provenienza — con un modello
ridotto delle «fonti» classiche della critica biblica. Zenger ipotizza un
«modello di cerchia narrativa» per le prime fasi della tradizione del
Pentateuco e congettura un «modello di fonti» (Quellenmodell)
storico-redazionale per lo sviluppo dal 700 a.C. in poi. Tali fonti
sarebbero state due o tre: «JG» = l’opera storica gerusalemita (Jerusalemer
Geschichtswerk) dopo il 701 a.C.; «Pg» = lo scritto preterista di base (priesterliche
Grundschrift) sorto intorno al 520 a.C. nell’esilio; e un «Deuteronomio
ezechianico» intorno al 700 a.C.
Come si vede, anche
Zenger non prende sul serio la paternità mosaica del Pentateuco, ma si allinea —
con qualche distinguo — all’ideologia del criticismo storico, secondo cui la
Torà si è sviluppata dal 10° al 6° secolo (e oltre) mediante innumerevoli
rimaneggiamenti e redattori. Non è un caso che quest’opera, pur differenziando
cinque tendenze teologiche diverse, ignori completamente le posizioni teologiche
conservatrici! È chiaro che tutto ciò differisce alquanto dalla posizione
storico-biblica. {Nicola Martella, recensione comparsa in
Lux Biblica 31 (IBEI, Roma 2005), pp. 218s}
Per l’analisi delle posizioni storico-critiche e per
le relative obiezioni da una posizione storico-biblica, cfr. Nicola Martella,
«Le posizioni teologiche più ricorrenti»,
Manuale Teologico dell’Antico
Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 21ss. Vedi qui anche l’articolo: «Criticismo
storico», pp. 127-130. Al riguardo si veda pure Nicola Martella, «La Bibbia fra
criticismo e modernismo»,
Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 187-195.
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Secondo:
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Terzo:
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Quarto:
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Ricordiamo che ognuno può mandare la recensione di un libro da lui letto o anche
solo le sue osservazioni al riguardo. Tutto ciò rispecchia esclusivamente le
convinzioni di chi si esprime e non necessariamente quelle della redazione di
«Fede controcorrente» sull’argomento.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Rez/2-Zenger-Lv.htm
01-05-2007; Aggiornamento: 09-02-2010
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