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Fernando De Angelis:
È un libro per bibliofili e per «bibbiofili»,
perché si tratta di un’accurata analisi delle
Lamentazioni; nella Bibbia ebraica sono indicate con
Ekhah perché cominciano con quella parola, che significa come mai.
Come mai è stata saccheggiata Gerusalemme? Non era la città dove Dio aveva posta
la sua dimora? La causa era da ricercarsi nell’infedeltà del popolo, che però
Dio vuole aprire di nuovo alla speranza.
Eugenio Giannì, però non si incentra sull’esortazione e
neppure sul commento al testo, ma proprio sul
testo, del quale riporta l’originale in ebraico e quattro traduzioni: la
cosiddetta «Ebraica» di Dario Disegni (Giuntina, 1955); la Diodati; una nuova
traduzione dal greco della
Septuaginta; e una nuova traduzione dal latino della
Vulgata. Ambedue le nuove traduzioni sono state realizzate da Vito Murgia.
Un altro segno di attenzione al testo è la presenza di
sinossi che fanno vedere come le Lamentazioni siano strettamente legate
alle altre parti della Bibbia: a
Deuteronomio 28 che ne è la giustificazione teologica; col libro di
Geremia la sintonia è così stretta che molti attribuiscono a questo profeta
anche la composizione delle Lamentazioni; infine vengono evidenziate
numerose corrispondenze anche con i Salmi, Isaia e
Ezechiele.
La breve nota storica posta all’inizio (pp. 13-15) è
senz’altro utile, ma è un avvio poco scorrevole e può scoraggiare il lettore
meno determinato, poi il libro risulta invece agevole. Si incentra più sulla
parafrasi che sulla attualizzazione e applicazione del testo, lasciate per lo
più alla sensibilità del lettore.
La Presentazione è di Franco Ciuchi e fa ben
comprendere il senso del libro e le motivazioni dell’autore; anziché dilungarci,
perciò, la riportiamo integralmente subito sotto. {Fernando De Angelis;
27-01-07}
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Franco Ciuchi:
Il libro di Lamentazione (EKHAH) è uno di quelli che ha sempre
ricevuto un’attenzione molto scarsa da parte degli esegeti.
Si tratta, infatti, di un libro difficile e, per
questo, assai trascurato: affrontarlo significa impegnarsi a cercare significati
che non possono prescindere da un’accurata analisi, prima di tutto filologica e,
addirittura, della metrica.
Per lavorare a un libro di questo genere è
indispensabile la passione per il testo biblico, la sensibilità per il
messaggio, la capacità di approfondire, di non fermarsi in superficie,
caratteristiche queste di Eugenio Giannì, come scrittore ed esegeta della
Bibbia.
La sua sensibilità artistica e, nel contempo, la sua
capacità di «leggere» le immagini che formano il tessuto straordinario delle
Lamentazioni consentono al lettore di addentrarsi in un mondo che, per
quanto conosciuto e frequentato, ci si accorge di non avere mai sondato fino in
fondo, ma è solo così che la conoscenza biblica supera lo stadio del semplice
ascolto e genera attualizzazione concrete non legate alle proprie vedute o ai
propri sentimenti.
È un’avventura appassionante nella scoperta dei
dettagli del messaggio biblico: quello che la Parola di Dio ha voluto comunicare
all’uomo.
Ed ecco l’importanza di un testo esegetico che è un
invito a non essere superficiali, ad aprire il proprio cuore per attingere a
ogni fremito del messaggio che dal profeta arriva.
Ecco l’importanza del confronto delle diverse
traduzioni fatto dall’autore; ecco l’infaticabile lavoro di scavo nella metrica
ebraica, perché nulla del pregnante messaggio biblico vada perso; neanche una
briciola di quello che risuona nelle parole, che si può scoprire nei suoni e
nelle immagini evocati dalle parole stesse.
E delle parole del profeta, in questo libro si cerca il
significato, si cerca la sonorità, si vuol sentire fisicamente il palpito,
perché la sua angoscia diventi l’angoscia del lettore, per il popolo di Dio che
si perde e viene colpito. Ma anche perché il calore della speranza del profeta
riscaldi il cuore.
Leggendo il testo di Eugenio Giannì, grazie alla sua
attenzione certosina, si cammina lungo interpretazioni «tecniche» che potrebbero
allontanare il lettore distratto, ma quello che conquista è il grande amore per
il testo biblico e il suo desiderio di fedeltà al messaggio.
Chi, come me, ha condiviso anche solo un piccolo tratto
del cammino per raggiungere questo traguardo, può oggi essere riconoscente
all’Eterno nel vederne il risultato finale: pochi testi, come quelli
dell’autore, sanno restituire in tutta la sua completezza il messaggio del
profeta.
Il suo dolore e il «patire con» il suo popolo, sono
l’annuncio della speranza, il preludio della gloria.
Lo scrittore delle Lamentazioni, uomo combattuto
tra il desiderio di libertà e la forza della grazia dell’Eterno, sa esprimersi
con parole irripetibili.
È bello, quindi, seguirlo con la competente guida che
l’autore ha costruito in mesi di intenso lavoro e di profonda ed attenta
meditazione.
Al lettore, il compito di saper scegliere, in questo
libro, quelle grandi verità che la Parola del Signore ci propone al riguardo
della giustizia di Dio, della gravità del peccato e della necessità del
ravvedimento; verità che siamo chiamati a vivere per la gloria di Dio, nutriti
dalla speranza che è un favore dell’Eterno. (Dalla presentazione)
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Terzo:
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Quarto: