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1.
{Nicola Martella}
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Contributo:
Mi sono imbattuto su questa asserzione di Richard Dawkins (docente di Public
Uderstanding of Science presso l’Università di Oxford): «Le prove
dell’evoluzione sono così convincenti che si dovrebbe essere dementi per
dubitarne! […] Purtroppo i dementi (e gli oscurantisti) sono ancora tanti […].
Le scoperte di Darwin sono, al pari di quelle di Einstein, universali ed eterne,
mentre le conclusioni cui giunsero Marx e Gesù sono limitate e caduche!»
(Richard Dawkins «Difendo
l’evoluzione contro l’oscurantismo», la Repubblica.it, 1 maggio 2004). Forse
può servirti per evidenziare che i Darwinisti sono tali e basta, e che
insigni fautori dell’evoluzionismo non vanno molto per il sottile nelle
sfumature (darwinisti e neodarwinisti), visto che si tratterebbe di «scoperte
... universali ed eterne».
{03-02-2006}.
▬
Risposta:
Rispondo a te, ma eviterei di rispondere a Dawkins, perché anche il dialogo e il
combattimento necessitano di «regole del gioco» ed è meglio schivare chi usa
quei toni (se si risponde allo stolto, si finisce per cadere sul suo livello,
vedi Pr 26,4). Quando ne sono costretto, però, qualcosa replico, ma il più
brevemente possibile e con l’obiettivo di non lasciare che lo stolto continui a
sentirsi savio (Pr 26,5): mi sembra che anche Gesù tenne presente i due versetti
contigui dei Proverbi, che sembrano contraddirsi, ma invece si integrano. A Dawkins direi che proprio «l’universale ed eterno»
Einstein valutò come «definitivamente tramontate» le ipotesi di Darwin (vedere
la voce del
Dizionario sull’evoluzione intitolata
Einstein contro
Darwin). Aggiungerei sulla durata delle scoperte di Darwin,
considerata come eterna, quanto segue: questa è una questione di fede e
di speranza dell’autore, su cui perciò non si può discutere. Riguardo al
considerarle universali, lo si può oggettivamente controllare: universale
è per esempio l’eliocentrismo di Copernico difeso da Galilei; infatti non ci
sono libri in commercio che sostengano l’idea di una Terra ferma intorno alla
quale giri il Sole. Invece ci sono, solo in italiano, ormai una ventina di libri
in commercio che sono antidarwinisti, a dimostrazione che qualche differenza fra
Darwin e Galilei, per esempio, c’è (vedere la voce del
Dizionario intitolata
Darwin e Galilei).
Dichiarare che chi non è evoluzionista, sia da considerare demente, può essere
pericoloso e mi fa venire in mente che alcuni ricoverati in manicomio pensano
che fuori siano tutti matti. Non che Dawkins lo sia, ma credo che alzare la voce
sia segno di paura e di sentirsi a corto di argomenti.
{DAF –
04/02/2006}.
2.
{Nicola Martella}
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Contributo: Un lettore ha osservato che il
Dizionario, a suo avviso, è ancora troppo per specialisti e alcune voci
andrebbero semplificate. In un sito creazionista tedesco, per esempio, molte
voci si trovano in due versioni: livello base e livello esperto. Penso che per
alcune voci sarebbe sensato procedere così. {7/02/2006}
▬ Risposta: Un abito si può fare in tanti modi, non critico come lo fanno
gli altri, ma ognuno ha le sue preferenze (e le sue fissazioni). Per quanto
possibile mi piace far capire «tutto a tutti», ma ci sono diversi metodi per
realizzarlo e quello dei due livelli
proprio non mi piace. Prima di tutto le questioni culturali non sono
indispensabili; perciò se uno non sa cosa sia una cellula non gli dico che
deve
saperlo, lui però non può pretendere che il
Dizionario comprenda un corso di biologia! Insomma, un minimo di conoscenza
di base occorre. E anche un minimo di pazienza: per esempio, presuppongo che un
lettore abbia almeno un vocabolario e un’enciclopedia, dove poter colmare
qualche sua lacuna. Se poi qualcuno mi fa presente dove precisamente non
ha capito, cerco di modificare il contenuto di quel punto, mentre alle richieste
di tipo generico presto poca attenzione. I «due livelli» cerco di conciliarli
usando un
linguaggio semplice e un contenuto
universitario (che è lo stile di base della Bibbia); oppure esprimendomi dove
necessario con un linguaggio tecnico, per poi introdurne la «traduzione» con
un’espressione del tipo «In altre parole…», oppure «Riassumendo e
semplificando…». Grazie comunque per la proposta e per l’occasione che mi hai
data di chiarirmi.
{23/02/2006}
3.
{Nicola Martella}
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Contributo: Ecco un esempio di come l’evoluzionismo diventi ideologia,
confondendo i confini tra la metafisica evoluzionistica e la storia: «Riteniamo
che la parola “evoluzione” sia equivalente a “storia”. Siamo convinti che la
storia, e quindi l’evoluzione, siano la chiave per capire il presente».
(L’evoluzione della cultura, Luigi Luca Cavalli Sforza). Pane per i tuoi denti,
no? {21/02/2006}
▬ Risposta: C’è una doppia pretesa: quella che l’evoluzione sia Storia e
quella che la Storia sia scienza; ciò al di fuori dei criteri universalmente
stabiliti per definire ciò che è Storia e ciò che è scienza! Conoscendo queste
pretese, sul fatto che la Storia non sia scienza ci ho fatta una delle prime
schede (L’illusione
di una storia oggettiva ) e la non scientificità
dell’evoluzionismo è ribadita spesso nel
Dizionario sull'evoluzione.
{DAF – 25/02/2006}.
4.
{Roberto Tiso}
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Contributo: Grazie per la risposta alla mia
prima lettera , ma vorrei precisarti alcuni aspetti. Innanzitutto tu
sai che la parola ebraica jôm, che sta per «giorno», non necessariamente
significa un giorno di 24 ore, bensì «periodi di tempo diversi». «Giorno», ad esempio, può essere riferito alle ore
diurne, come in Gn 1,5: «E Dio chiamò la luce “giorno”, e le tenebre “notte”.
Così fu sera, poi fu mattina: e fu il primo giorno».
In altri passi «giorno» è inteso come periodo: «Ecco,
il giorno dell’Eterno giunge: giorno crudele, d’indignazione d’ira ardente, che
farà della terra un deserto, e ne distruggerà i peccatori» (Is 13,9; vedere
anche Am 5,18 e Mal 4,5).
Ci sono poi versetti che confermano la teoria della
relatività generale di Einstein, come per esempio: «Perché mille anni, agli
occhi tuoi, sono come il giorno di ieri quand’è passato, e come una veglia nella
notte» (Salmi 90,4); oppure: «Ma voi, diletti, non dimenticate
quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni
son come un giorno» (2 Pietro 3,8). Come potrei essere indifferente a queste affermazioni!
Una pallina lanciata tra due passeggeri che sono su due treni paralleli e in
corsa, avrebbe percorso i due metri di distanza fra i due treni, ma per una
persona in un altro «sistema di riferimento», cioè posta ferma su un ponte sopra
ai suddetti treni in corsa, la pallina percorrere quattro o cinque metri. Come
rispondere ad un fenomeno simile? Tutti e tre, i due passeggeri e la persona
ferma, hanno ragione perché è la stessa cosa, ma vista dai due punti di
riferimento diversi. La differenza nel nostro caso è forse questa, che il Giorno
creativo di Dio, secondo la dimensione temporale umana, non era di sole 24 ore.
Perché usare per forza la famosa «trasformazione
istantanea» come fece Gesù con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, o come
per il ricino di Giona? In quell’occasione non c’era tempo di aspettare mesi o
anni, ma le persone dovevano vedere la potenza di Dio immediatamente e sappiamo
che queste cose Dio le può fare. Ma perché catalizzare la crescita delle piante
e degli animali, se non c’era motivo d’urgenza, tanto più che Dio è Eterno e non
ha le nostre abitudini frenetiche di fare tutto in fretta?
Secondo aspetto, come avrebbe potuto Adamo il sesto
giorno dare il nome a tutti gli animali in un solo giorno? Tutto di fretta
secondo i ritmi produttivi della nostra società di esclusivo profitto?
Terzo, come mai avrebbe potuto Adamo esclamare
«finalmente» ossa delle mie ossa carne della mia carne, se avesse aspettato solo
poche ore di un giorno solare, anzi mezzo giorno, perché di notte avrà dormito?!
Non è più logico, ragionevole, umano, ritenere che Adamo si sia sentito solo
dopo alcuni giorni, o meglio mesi?
Per quanto concerne EX-NIHILO, se ho ben capito mi pare
che siamo d’accordo, cioè che Dio ha piena signoria sulla materia e che Lui creò
i sistemi di cose. Si comprende dunque chiaramente che Lui ha attinto dalla
Sua dinamica energia per creare ogni cosa e che nulla proviene dal nulla ma
che «da lui, mediante lui e per lui sono tutte le cose» (Rm 11,36).
{21/01/2006}.
▬
Risposta:
È un piacere e un dovere il render conto dei motivi delle proprie convinzioni
(cfr 1 Pt 3,15), ma quando gli argomenti portati risultano non convincenti,
allora credo sia meglio non star lì a ribadirli. Con Roberto Tiso ci conosciamo
e collaboriamo da anni e, se la lettera fosse stata privata, mi sarei limitato a
un saluto amichevole e a confermare la mia disponibilità a condividere ciò che
posso condividere. Dato però che è una «lettera aperta», ho il dovere verso i
lettori di un minimo di risposta.
Al tempo della precedente serie di «Proiezioni» ho
dialogato con Marcello Favareto sull’interpretazione della Genesi; quel dialogo
è stato poi trascritto ed è reperibile sul sito dell’AISO nella sezione «Bibbia
e scienza» (Genesi:
interpretazione letterale o simbolica?).
È vero che nella Bibbia la parola «giorno» può avere
anche il significato di «periodo di tempo», ma nelle 150 volte in cui è
accompagnata da un’indicazione numerica (primo giorno, secondo
giorno, ecc.) ha sempre il significato di «periodo di 24 ore». Su questo,
comunque, nella stessa sezione del sito dell’AISO, è reperibile un
approfonditissimo articolo di Hasel (Il
problema dei «giorni» in Genesi 1) il quale, dopo aver esaminato le varie
ipotesi in circolazione, conclude che in Genesi 1 la parola giorno non
può avere altro significato che «periodo di 24 ore».
Sull’impossibilità per Adamo di dare il nome a tutti
gli animali, riconosco che qualche difficoltà di comprensione ce l’ho e ne ho
accennato nella scheda
Genesi 2 e la «cultura santa» . Certo, accettando il racconto biblico
nella sua letteralità qualche problema c’è, ma preferisco avere questo tipo di
problemi, anziché quelli derivanti da interpretazioni di altro tipo e che mi
sembrano più grandi e più gravi.
Grazie comunque per esserti espresso liberamente,
incoraggiando così anche altri a farlo. {FDA – 23/02/2006}.
5. {Progetto Cosmo}
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Contributo: Grazie per averci inviato le «schede» del
Dizionario sull'evoluzione
(dal n. 17 al n. 31) e di darci la possibilità di esprimere commenti e critiche.
Il nostro sito è dedicato all’Intelligent Design e, in un certo senso, siamo gli
ultimi venuti nel panorama — piuttosto ristretto — dell’antievoluzionismo
italiano. Condividiamo con voi molte idee, specialmente sul piano scientifico.
Alcune differenze però esistono, specialmente al riguardo all’interpretazione
della Genesi, che noi intendiamo in modo meno letterale di voi: questo però non
ha impedito lo sviluppo di un dialogo rispettoso e a tutto campo. Quanto è
scritto nelle schede è largamente condivisibile, perciò non abbiamo grosse
critiche da fare e ci limitiamo ad aggiungere solo alcuni commenti. Il movimento del «Disegno Intelligente», a un secolo e
mezzo da Darwin, è nato fondamentalmente per due motivi. Primo, le scoperte
scientifiche hanno rivelato una complessità biologica prima inimmaginabile.
Secondo, oggi gli scienziati, costruendo essi stessi sistemi complessi, sono
molto più portati a riconoscere la complessità, dove essa si trova in modo
eminente, cioè nel campo biologico: solo un progetto intelligente può creare una
complessità che è strettamente legata all’organizzazione e all’informazione. È
di oggi la notizia che la lista degli scienziati dissenzienti da Darwin, resa
pubblica dal Discovery Institute americano, ha superato quota 500 (e cresce
settimanalmente). In una delle schede si riporta l’accusa di teocrazia
che starebbe incombendo grazie agli anti-evoluzionisti fondamentalisti: siamo
d’accordo che questo pericolo è una pura assurdità, a cui fanno ricorso gli
evoluzionisti per sfuggire ad un serio dibattito scientifico. Possiamo
tranquillamente affermare che ai 500 scienziati suddetti (con parecchi dei quali
siamo in contatto) non interessa affatto la politica; interessa molto più la
verità scientifica ed è per questo che hanno avuto il coraggio di firmare il
loro dissenso da Darwin. Se c’è un piccolo appunto che ti facciamo, è dove
sostieni che il «trasformismo» biologico fosse presente prima di Darwin (scheda
n. 22). Secondo noi non è vero quanto dice l’evoluzionista Omodeo: «A una
qualche forma di evoluzionismo si è un po’ sempre creduto». Idee assurde come la
nascita spontanea della vita e la macroevoluzione di tutte le specie viventi,
secondo noi, non erano mai passate per la mente quasi a nessuno prima di Darwin
e di qualche suo antesignano contemporaneo. Tutte le cosmologie tradizionali
ortodosse di tutti i popoli (quindi non solo la Genesi biblica) hanno sostenuto
una formazione intelligente del mondo e degli esseri viventi (senza alcuna sorta
di trasformazione di un archetipo in un altro). Certo, a metà ‘800 i tempi erano maturi per la
«promozione» delle idee evoluzioniste, che di fatto hanno permeato la mentalità
moderna in tutti i suoi aspetti. Oggigiorno è solo grazie al potere della
cultura dominante se tali falsità possono mantenersi, a dispetto di ogni
evidenza scientifica contraria. Come hai sottolineato tu stesso, la
microevoluzione — che nessuno mette in dubbio — è praticamente tutto quello che
si può salvare del Darwinismo. Le mutazioni casuali e la selezione naturale
Darwiniana, «il caso e la necessità», non sono in grado di creare dagli atomi la
complessità biologica, né di trasformare un organismo in un altro. Tutto quanto
vediamo intorno a noi evidenzia che la complessità non è mai gratis e che dal
«meno» non deriva il «più», come credono gli evoluzionisti. Inoltre le
inesorabili leggi della termodinamica al riguardo dell’entropia fisica e
dell’informazione, non fanno che confermare che, in ogni campo, la complessità è
creabile e mantenibile solo con il continuo intervento dell’intelligenza. I sostenitori dell’Intelligent Design e i creazionisti,
per concludere, grazie ai molti principi che condividono, possono e devono fare
fronte comune contro le falsità dell’evoluzionismo in generale e del Darwinismo
in particolare. {Redazione di «Progetto
Cosmo»; 20/02/2006}
▬
Risposta: Devo riconoscere che è stato merito della redazione di
«Progetto Cosmo» se il dialogo ha superato le mie prime diffidenze e si è poi
allargato fino alla collaborazione.
Nella lettera si fa giustamente una distinzione fra «Disegno
Intelligente» e «Creazionismo»,
concetti che ancora molti confondono e che perciò ribadiamo: mentre
l’Intelligente Design è un movimento che si rivolge all’intera società
sostenendo l’esistenza di un «Dio Progettatore», il creazionismo propriamente
detto è in pratica concretamente accettabile solo da chi interpreta
letteralmente la Genesi.
Fra le voci del Dizionario sull’evoluzione bisognerà
metterci anche quelle che chiariscono la distinzione fra «Cosmo» e «Creato» (la
coppia di voci potrebbe essere «Dio del Cosmo» e «Dio di Gesù»). Credere nel
Cosmo significa credere in un mondo dove tutto ha una logica e dove ogni parte
si integra col tutto: è un po’ l’idea che si ricava dai primi due capitoli della
Genesi, nei quali Dio stesso valutò che tutto ciò che aveva fatto era «molto
buono» (l’espressione si trova alla fine del cap. 1, ma è estensibile anche al
cap. 2, che ne approfondisce i temi). Nel cap. 3, invece, appare un «Serpente»
che introduce il disordine e che viene lasciato operare, seppur in subordine.
Nella Bibbia, così, ordine e disordine continueranno a intrecciarsi fino al
futuro affermarsi dell’Anticristo, sconfitto col ritorno di Gesù (2 Ts 2,7s). Il
breve Flash «Quinzio
contro il sacralismo » riguarda questi temi.
Non mi aspettavo una diversità così netta sulla vastità
dell’evoluzionismo pre-darwinista e non ne capisco la motivazione di fondo. Non
conosco «le cosmologie tradizionali ortodosse di tutti i popoli», ma non ho
difficoltà a credere che contemplino una creazione sostanzialmente stabile. Ciò
non toglie, però, che accanto a questa convinzione coltivata dai pochi,
ci sia stata anche una diffusa credenza trasformista. Per la persona
«pre-scientifica» è evidente che il verme trovato nell’intatta mela lo abbia
creato la mela stessa e che quel verme si
trasformi poi in una farfalla. Le mitologie antiche sono piene di
Generazione spontanea e di
Trasformismo e i lettori dell’Odissea non
avevano difficoltà a immaginare un mondo popolato da molte maghe come Circe, che
potevano a loro piacere trasformare gli uomini in maiali e viceversa. Anche oggi
i bambini non hanno difficoltà a credere alla «storia» di un Pinocchio «creato»
dal falegname Geppetto e al magico mondo di Harry Potter. Da
Redi a
Pasteur, cioè nei due secoli che precedono l’opera di Darwin, la nascente
biologia ha lottato contro la generazione spontanea (che è la forma più radicale
di trasformismo) e ciò è un indice inequivocabile di quanto quelle concezioni
fossero radicate (e continuano a esserlo nella nuova formulazione
evoluzionista).
Comunque, come abbiamo fatto finora e come è saggio
fare, pur non nascondendo le diversità, accetto volentieri di continuare a
dialogare e a collaborare (grazie, a proposito, per la notizia che gli
scienziati antidarwinisti sono saliti a 500!). {DAF – 27/02/2006}
6. {Daniele Marini}
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Contributo:
Devo dire che le mie interpretazioni sono le
stesse di Tiso (Lettere
1.3
e
2.4), aggiungo che
l’ossigeno libero in tutta probabilità non è di origine endogena, ma è dovuto
alla fotosintesi (sto proprio impostando un calcolo per capire, in base al tasso
di fotosintesi, in quanto tempo l’atmosfera potrebbe raggiungere il 21% di
ossigeno). Aggiungo che l’attuale livello è più vicino al 20% che al 21% (l’uomo
negli ultimi anni si è mangiato l’1%, producendo in cambio anidride carbonica e
altri gas più o meno nobili). Io penso che Dio abbia prima preparato la
terra, dando tempo alle piante di riprodursi e moltiplicarsi, fabbricando così
l’ossigeno necessario agli animali (venuti dopo). Comunque non credo più ai
miliardi di anni. {Daniele Marini; 01/09/2006}
▬
Risposta:
Speravo in qualche lettera di
dissenso e sono stato accontentato, ma certo non mi aspettavo che venisse
proprio da Daniele Marini! Perché non solo è stato fra quelli che mi hanno più
incoraggiato, ma ha voluto addirittura organizzarmi il News Group «Comenius»!
Ci ho messo un po’ per dare un’interpretazione al dissenso-assenso di Daniele e
di altri, poi ho concluso che si spiega col fatto che il dissenso è sul
particolare, mentre l’assenso è sull’impostazione complessiva. In ogni caso, è
un privilegio avere lettori attenti che non mi risparmiano le critiche: mi
stimolano a dare il meglio e a non essere superficiale. {DAF – 21/09/2006}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/702-Confr_evoluz_R12.htm
03-02-2006; Aggiornamento: 28-01-2008
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