Il «carsismo» è uno di quei
fenomeni che l’attuale teoria della tettonica a placche fa fatica a spiegare. Le
persone che hanno esplorato per una vita le grotte e gli abissi lo hanno ben
capito, non altrettanto quei geologi evoluzionisti che, per dirla alla Cuvier,
sono «facitori di sistemi troppo impegnati nello speculare e nell’immaginare
e troppo poco interessati alla dura, paziente, accurata e costante ricerca
scientifica sul campo».
Secondo la teoria della tettonica a placche, quella africana collide con la
placca europea e l’Italia, in questa morsa, effettua una rotazione di cui il
Friuli è il perno. Infatti in Friuli si congiungono le faglie alpine ad
orientamento est-ovest (tipo faglia peri-adriatica) con le faglie dinariche
(tipo faglia d’Idria) ad orientamento da nord-ovest a sud-est.
In questo accavallarsi di faglie inverse e di meccanismi di potente
compressione c’è qualcosa che non va, rappresentato dalle doline, dalle
grotte e dagli abissi, cioè dai fenomeni carsici a tutti noti. In
compressione, come fa la frattura a dilatarsi, insomma come fanno a formarsi
le grotte in compressione?
Altro discorso se oltre a questo ci siano anche fenomeni di dilatazione in
ogni luogo del pianeta spiegabili se la Terra ha conosciuto successivi
episodi di dilatazione, l’ultimo dei quali forse è stato il diluvio
universale. In dilatazione la grotta si forma eccome, non solo la fessura si
apre ma poi si allarga e l’acqua scava sempre di più, se i pezzi della
roccia invece di comprimersi l’uno con l’altro si allontanano, ecco che la
fessura iniziale si approfondisce sempre di più creando grotte, abissi,
foibe... di titiana memoria [perché utilizzate dai partigiani comunisti
jugoslavi, guidati da Tito, come fosse comuni soprattutto per gli italiani
«di destra», ndr].
Da meditare soprattutto come insegnanti, quando diamo «nozioni» senza
comprendere i collegamenti e le conseguenze logiche delle une sulle altre,
indipendentemente da come si sono svolti i fatti.
Aggiornamento: 03-05-07
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