Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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COMENIO: UNA LUCE BIBLICA SULLA CULTURA

 

 di Ermenegilda Alunno Paradisi

 

1. Precursore dell’ONU

2. Una costruttiva formazione nella chiesa

3. Insegnare «tutto a tutti»

4. Ancorare l’educazione a principi elevati

5. Una vita in esilio

6. L’ambiguo invito del cardinale Richelieu

7. Conclusione

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

Comenio fu un uomo che coltivò una fede personale, che visse insieme ad altri credenti, ma che applicò anche alla società, nella quale si adoperò per una cultura che andasse oltre le barriere religiose. Ciò ne fa un precursore, in qualche modo, dell’ONU. Nel fondare un Newsgroup collegato con Proiezioni Culturali, abbiamo voluto chiamarlo proprio Comenius_jan e chi desidera farne parte può scrivere a F. De Angelis.

     Il seguente articolo è la revisione e l’adattamento di uno precedente apparso sul mensile Il Cristiano nel dicembre 1992.

 

 

1.  PRECURSORE DELL’ONU: Jan Amos Komensky (latinizzato in Comenius) è conosciuto come filosofo, riformatore sociale, pedagogista, autore di numerosi libri di testo, uomo politico, conoscitore di scienze naturali, organizzatore dell’istruzione popolare, apostolo della democratizzazione della cultura e del principio, secondo il quale tutta la vita è scuola. Nacque a Nivnice, in Moravia (ex Cecoslovacchia), nel 1592 ed è anche considerato, per il tipo di opera che svolse, come un precursore delle Nazioni Unite e dell’UNESCO.

     Tutti questi interessi possono apparire caotici, invece l’insieme del suo lavoro ha un preciso «asse portante»: la convinzione che la Bibbia sia l’unica guida alla verità. Secondo Comenio, qualunque fosse l’argomento da trattare, era sempre la Scrittura a dare la norma, le parole e gli esempi; era convinto che i semi della vera filosofia sono nel codice della Sacra Bibbia, nella quale è scritto: «La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero» (Sal 119,105).

 

 

2.  UNA COSTRUTTIVA FORMAZIONE NELLA CHIESA: Comenio fu prima di tutto un cristiano, con responsabilità di pastore e poi di vescovo nell’ambito dell’Unione dei Fratelli Boemi. Questa Chiesa, proveniente dal ramo hussita e costituitasi organicamente nel 1467, si organizzò secondo i principi e l’impronta di purezza del cristianesimo delle origini.

     Il diffondersi della Riforma in Germania, nella prima metà del 1500, aveva determinato anche lo sviluppo e l’espansione dell’Unione in vasti territori. Da ciò nacque la necessità di curare a fondo la formazione spirituale della gioventù, e ciò pose il problema educativo in primo piano. Le parole del Signore «Pasci i miei agnelli» (Gv 21,15), erano intese come un invito all’educazione dei giovani, specialmente nel campo della morale. Questo retroterra fu determinante per la sua formazione.

     Rimasto presto orfano, ebbe i primi elementi di istruzione nella «Scuola dell’Unione», attingendo da essi il profondo senso religioso, la coscienza della propria missione, quel desiderio di aiuto reciproco che erano propri della comunità, unitamente all’amore per la patria boema. L’Unione concepiva l’educazione come un problema dell’intera comunità, il tutto non era sola speculazione, ma si traduceva anche in un retto comportamento, rivolto anche alla cura di giovani, orfani, vedove e vecchi. L’istruzione intellettuale e la finezza dell’espressione linguistica, insomma, si collegavano con un severo e totale impegno morale. L’educazione non era solo compito degli insegnanti, ma riguardava tutti gli uomini, che venivano considerati insegnanti di se stessi e degli altri, direttamente o indirettamente, per tutta la vita.

 

 

3.  INSEGNARE «TUTTO A TUTTI»: L’opera pedagogica più importante di Comenio, pubblicata nel 1657, è la Didactica Magna (la Grande Didattica) che mostra l’arte di insegnare «tutto a tutti»; è indirizzata alle autorità dei vari Stati, ai pastori delle chiese, ai rettori delle scuole, ai genitori e agl’insegnanti dei giovani. Essa si basa su alcuni semplici principi, quali la gradualità e la ciclicità, il procedere dal noto all’ignoto e dal concreto all’astratto. Tutto ciò affinché l’insegnamento risulti sintetico, piacevole, solido.

     La sua idea di una riforma generale dell’educazione e della scuola si fonda su due convinzioni: 1) l’uomo, creato ad immagine di Dio, è inesauribilmente perfettibile; 2) una corretta educazione può esercitare un grande potere sull’uomo e sulla società.

     Nell’ultimo capitolo della Didactica Magna, rivolgendosi agli studiosi, espresse la convinzione che fosse possibile realizzare quella che fu l’esortazione di Lutero: «Per ogni soldo d’oro speso per costruire città, rocche, monumenti, armamenti, se ne devono spendere cento per istruire in modo retto un solo giovane, perché questo, fatto uomo, possa essere di guida agli altri nelle cose oneste. Infatti un uomo saggio e buono è il più prezioso cimelio di tutto uno Stato, perché in lui c’è più che negli splendidi palazzi, più che in mucchi di oro o di argento, più che in porte di bronzo o in serrature di ferro» (Jan Comenio, «Didactica Magna», Opere [UTET, Torino 1974], p. 396).

 

 

4.  ANCORARE L’EDUCAZIONE A PRINCIPI ELEVATI: Comenio era convinto che si dovesse mettere a disposizione degli altri quello che Dio aveva dato di scoprire a ognuno, e fu pressante l’invito a non nascondere i «talenti» ricevuti (Mt 25,14-30), a darsi da fare per portare frutto. Non si deve perdere tempo e non possiamo permettere che il mondo si perda senza muovere un dito. Da qui la necessità di operare a favore dei giovani, perché è l’età in cui l’educazione può avere gli effetti più efficaci.

     Forte fu l’interesse di Comenio per le profezie e per l’avvento del Regno di Dio, perciò c’è un’intera sezione della Didactica che indica il metodo per avvicinare una persona a Dio. Così si esprime: «Cercare Dio ovunque (quel Dio che nella Scrittura è detto nascosto — Is 45,15 — e re invisibile — Eb 11,27 — e che si nascose sotto il velo delle sue opere e che, presente invisibilmente in tutte le cose visibili, le governa invisibilmente), seguirlo ovunque si sia trovato, goderlo, ovunque raggiunto» (ibidem, pp. 316s). Certamente un’elevata educazione non può che essere aggangiata ad elevati ideali.

     Propugnò il principio dell’educazione estesa a tutti: giovani e vecchi, ricchi e poveri, nobili e miseri, uomini e donne. «Anche le donne», disse, «come gli uomini, sono immagini di Dio, partecipano della grazia divina e del regno del secolo futuro; sono ugualmente dotate di intelligenza acuta e adatta alla sapienza (spesso più del nostro sesso); anche a loro, come agli uomini, sono aperte le vie di uffizi elevati [...] quanto più terremo occupata la mente, tanto meno ci sarà spazio per l’avventatezza, che nasce da menti vuote [...] Nessuno mi opponga quelle parole dell’apostolo “Alle donne non permetto di insegnare” (1 Ti 2,12) [...] giacché sosteniamo l’istruzione delle donne non per indurle alla curiosità, ma all’onestà e alla beatitudine. Soprattutto in quelle cose che a loro si addice conoscere e fare: per amministrare bene la casa, e per promuovere il bene proprio, del marito, dei figli e di tutta la famiglia» (ibidem, pp. 180s).

     L’educazione era quindi per Comenio, uno strumento di liberazione e di riforma rivolto a tutti gli uomini, perché tutti sono immagine di Dio e tutti vanno incoraggiati a camminare nelle sue vie.

 

 

5.  UNA VITA IN ESILIO: Frequentò l’università di Herborn, di orientamento calvinista, ed ebbe come maestri Piscator e Alsted, con i quali approfondì l’interesse pedagogico e la ricerca di un sistema di conoscenza su base cristiana. Nel 1618, tornato in patria, fu insegnante e predicatore a Fulnek, roccaforte e centro dell’Unione. Proprio in quell’anno scoppiò la rivoluzione boemo-morava e aveva inizio la «guerra dei Trent’anni» (1618-48), nella quale il nascente mondo protestante combatté per la propria sopravvivenza, contro la reazione imperiale e cattolica. Nel 1620 la battaglia della Montagna Bianca segnò la disfatta delle truppe boeme e l’inizio della ricattolicizzazione forzata. Nel 1623 Comenio perse la moglie e i due figli, tutti i suoi libri e i suoi manoscritti vennero messi al rogo. Iniziò in questo anno la sua vita di uomo in esilio e fu in mezzo a tanto sfacelo che vide la necessità di provvedere a un metodo di insegnamento che potesse rigenerare gli spiriti e preparare un mondo migliore. Sperò anche nel risollevamento della patria dispersa e oppressa.

     Partendo dalle effettive necessità del suo popolo, propose un sistema educativo di natura universale (Pansofia), aperto a tutti gli uomini, senza tener conto delle differenze sociali, economiche, di religione o di razza. Opponendosi perciò decisamente all’educazione dei Gesuiti, rigidamente confessionale e mirante soprattutto ai vertici della società.

     Sempre in esilio e sempre in minoranza, non si stancò di elaborare progetti di collaborazione internazionale e di pace universale, ma non era un pacifista in assoluto e si adoperò anche sul piano politico per la liberazione della patria.

     Avendo progettato l’organizzazione internazionale dell’istruzione pubblica, della scienza e della cultura, viene giustamente considerato come un precursore dell’ONU in generale e, in particolare, dell’UNESCO (l’agenzia dell’ONU per la promozione universale della cultura e della scienza).

     Nel 1628 l’Unione dei Fratelli Boemi lasciò la sua patria per Leszno, in Polonia, e là Comenio insegnò e scrisse la prima serie organica dei suoi libri didattici, facendo lunghi periodi di soggiorno all’estero. Nel 1641 andò in Inghilterra, su invito degli ambienti di simpatie puritane (anche per fondare un collegio di sapienti per il progresso della cultura e dell’insegnamento), ma nell’anno successivo, a causa dello scoppio della rivoluzione, dovette interrompere il programma. Nel 1656, a scopo persecutorio, incendiarono tutta la città di Leszno, distruggendo gli archivi, la biblioteca, la tipografia e l’edificio dell’Unione: per la seconda volta tutti i manoscritti di Comenio andarono perduti!

 

 

6.  L’AMBIGUO INVITO DEL CARDINALE RICHELIEU: Nonostante le ferme posizioni teologiche di Comenio, egli fu invitato in Francia dal primo ministro e cardinale Richelieu (che diede un occulto e determinante appoggio alla causa protestante, in quanto indeboliva e smembrava l’impero tedesco). L’invito a Comenio non era volto a sviluppare il protestantesimo in Francia (già presente, comunque, con gli ugonotti), ma a rinnovare i sistemi educativi della nazione. Comenio schivò l’ambiguo invito e preferì impegnarsi per riformare gli ordinamenti scolastici svedesi.

     Nel 1648 morì anche la seconda moglie e la pace di Westfalia gli tolse la speranza di un ritorno in patria, dove avrebbe voluto ricostituire le chiese-comunità dalle quali proveniva.

     Nel 1656, anno della distruzione di Leszno, si trasferì stabilmente ad Amsterdam, che diventerà la sua nuova base di azione. Nonostante fosse vecchio e provato, si rimise al lavoro con una stupefacente volontà. Riprese la vastità dei suoi programmi, ristampò moltissime opere, pubblicò la Consultatio catholica de rerum humanarum emendatione (Deliberazione universale sulla riforma degli affari umani), che riassume tutte le sue idee su come migliorare la condizione umana. Morì in Olanda nel 1670, a 78 anni.

 

 

7.  CONCLUSIONE: Dal punto di vista religioso, Comenio fu un rigido conservatore, ma non perché seguisse la generazione precedente, quanto perché si rifaceva strettamente al modello del Nuovo Testamento. Proprio questo conservatorismo lo portò a una visione del rapporto fra uomo e Dio che fosse svincolato dalle costrizioni, per realizzarsi nella libertà della coscienza. Ciò comportò una distinzione precisa (ma non una contrapposizione) fra l’insegnamento nella chiesa (strettamente basato sulla Bibbia) e quello a tutti che, se pur risentiva dei presupposti e dell’influenza della Scrittura, era rispettoso degli orientamenti di ciascuno.

     Dialogare con tutti gli uomini, creare zone di convergenza sempre più ampie, costruire una «cittadella del sapere» che superasse le barriere confessionali e razziali, questi erano gli obiettivi culturali di Comenio e crediamo che anche oggi, nonostante i grandiosi progressi fatti in questo campo (anche grazie a Comenio) ci sia ancora del lavoro da fare. Confrontandoci gli uni con gli altri sulla base, se non altro, della comune fratellanza in Adamo.

 

OPERE CONSULTATE

 

     1) Jan Comenio, Opere (UTET, Torino 1974).

     2) Jan Comenio, Pagine scelte (Bemporad Marzocco, Firenze 1962).

     3) Jan Comenio, Didactica Magna. Pansophia (La Nuova Italia, Firenze 1988).

     4) AA.VV., Comenio o della Pedagogia (Editori Riuniti, Roma 1974).

     5) Milan Opocensky, «Comenius: profeta e visionario», La Luce (13-3-1992), pp. 7s.

 

Aggiornamento: 03-05-07

 

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