Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Radici 3-4

 

3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ILLUSIONE DI UNA STORIA OGGETTIVA

 

 di Fernando De Angelis

 

1. Le scelte personali sono inevitabili

2. Storia e percezione del presente

3. Storia e percezione del futuro

 

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1.  LE SCELTE PERSONALI SONO INEVITABILI: È diffusa la convinzione che sia possibile, perciò doveroso, indagare il passato in modo oggettivo, attenendosi ai «fatti documentati», fino al punto di parlare sempre più spesso di «Scienze storiche». Noi uomini abbiamo bisogno di collocarci in una visione di percorso storico, desideriamo che quella collocazione sia solida, perciò siamo pronti a illuderci che quel desiderio sia realtà. Questa è la dinamica che, nel deserto, porta a vedere i miraggi: un tipo di illusione dalla quale ci si libera con difficoltà e qualche rischio. Probabilmente queste affermazioni susciteranno obiezioni e, se arriveranno, ne discuteremo, ma ora vogliamo arrivare velocemente alla fine del nostro argomentare.

     Per rendersi conto di quanto la «storia» sia opinabile, basta andare in edicola e farsi dare alcuni quotidiani di vario orientamento. Tutti raccontano la «storia» del giorno prima, ma ognuno ha una sua «linea editoriale», cioè una strategia generale e una collocazione politica scelte dal proprietario. È sulla base di questi orientamenti generali che il proprietario sceglie poi il direttore del giornale, la cui influenza si farà sentire sulle concrete scelte redazionali che di giorno in giorno fa. I «fatti documentati» che succedono in 24 ore sono tanti e ogni direttore sceglie quali riportare e quali no. Poi sceglie quanta importanza dare a un certo fatto e sceglie pure in che ottica collocarlo. Abbiamo elencato sei scelte non oggettive che vengono fatte nella stesura di un quotidiano, ed esse si applicano anche ai libri di Storia.

Naturalmente un direttore tende a presentare il suo giornale come «attinente ai fatti» e perciò «obiettivo». Si tratta però  di quella «dinamica del ruolo» che, per esempio, spinge gli avvocati dell’accusa e della difesa a concludere che la loro presentazione del caso è «oggettiva, logica e documentata». Se poi il giudice non l’accoglie è solo perché non è obiettivo. Che un giudice non sia obiettivo è inevitabile, perché il suo dovere è solo di essere onesto in quello che, non a caso, si chiama «libero convincimento» sulla decisione da prendere. Un giudice, infatti, è sempre influenzato dalle sue caratteristiche personali, perciò è inevitabile che a volte le sentenze di primo grado siano cambiate dai giudici di secondo grado e queste, a loro volta, annullate dalla Cassazione.

 

 

2.  STORIA E PERCEZIONE DEL PRESENTE: La Storia non può essere raccontata senza fissare un punto di partenza. L’uomo viene dalla scimmia o no? Dio lo ha fatto a sua immagine o no? C’è stato un diluvio universale o no? Queste non sono solo questioni che riguardano il passato, perché l’immagine del passato che ci facciamo illumina della sua ottica anche il presente. E viceversa, nel senso che le «scelte editoriali» fatte nel raccontare il presente, proiettano indietro la loro ottica e ci influenzano nell’indagine sul passato. Uno stimatissimo studioso come Benedetto Croce, appassionato di Storia, ha esplicitamente affermato che «ogni storia è storia del presente», perché nella ricostruzione che facciamo cerchiamo sempre le radici e le spiegazioni di ciò che sentiamo di essere.

     Il fascismo, per esempio, quando celebrava la ricostituzione dell’Impero, raccontava la Storia di Roma in modo particolare, perché vedeva in quell’antico splendore un modello e una giustificazione del proprio operato. Mazzini e altri, invece, hanno posto più l’accento sulla precedente storia della Roma repubblicana, vedendo lo sbocco imperiale come un segno di degenerazione della società capitolina.

     Anche se la ricostruzione del passato è soggettiva, su di essa si può discutere, perché se qualcuno mette in rilievo certi fatti, noi possiamo metterne in rilievo altri. Se qualcuno tesse un certo «filo conduttore», noi possiamo argomentare che il nostro è più attinente alla realtà, o almeno ne svela altri aspetti: perché nel dire che la storia è soggettiva, non vogliamo certo dire che sia completamente arbitraria, cioè priva di regole.

 

 

3.  STORIA E PERCEZIONE DEL FUTURO: Qualsiasi autore di Storia è poi influenzato dalla sua visione del futuro. Se, per esempio, si immagina che il progresso darà a tutti una lunga e felice vita, allora l’invenzione della ruota sarà salutata come l’alba di un’era luminosa. Se invece si è convinti che finiremo con un inquinamento che soffocherà anche gli oceani, o con una devastante guerra nucleare di tutti contro tutti e con pochi e malcapitati superstiti, allora la scoperta della ruota sarà il segno di una superbia umana che ci porterà alla catastrofe.

     Spostandoci sul piano biblico, Gesù tornerà o no? Ci saranno o no lo «stagno di fuoco» e la «Nuova Gerusalemme» (Ap 21), nonché tutti gli altri avvenimenti descritti nell’Apocalisse? Queste non sono convinzioni riguardanti solo il futuro, ma evidentemente condizionano anche la nostra visione del presente e della Storia in genere.

     Anche sul futuro dell’umanità ci sono libri che asseriscono di essere arrivati a una conclusione oggettiva, «basata sui fatti», ma è scontato come il futuro sia più opinabile del passato e che la visione che ne abbiamo sia influenzata da ciò che crediamo, oltre che da ciò che vediamo: anche perché ciò che vediamo è condizionato da ciò che crediamo.

     Un certo esame dei libri di Storia, comunque, lo fa il concreto svolgersi della Storia stessa. Ci sono infatti libri di Storia smentiti dagli eventi (come i libri di testo in uso nella Russia comunista), mentre altri libri di Storia, col passare dei secoli, sono sempre più letti e apprezzati (come è il caso della Bibbia).

     Ci fermiamo qui, però, perché lo scopo di questo articolo era quello di sgombrare il campo dalle illusioni di un certo razionalismo che pervade la cultura italiana. Nei prossimi articoli contiamo di fare un’esposizione del modo come la Storia viene presentata dalla cultura italiana prevalente e delle obiezioni che si possono fare. Facendo però precedere il tutto dal proporre in positivo una «visione biblica della Storia».

 

 

   ■ Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Conoscenza di Dio», pp. 125s; «Jahwè: Azione verso i re d’Israele e di Giuda», pp. 207ss; «Jahwè: Azione verso i re delle nazioni», pp. 204-207; «Storia della salvezza», pp. 344s; «Regno escatologico», pp. 298s; cfr. anche gli articoli connessi.

   ■ Cfr. Nicola Martella, «I Libri Storici», Radici 3-4 (Punto°A°Croce, Roma 1994), pp. 17-25. Cfr anche Nicola Martella, «La cronologia biblica», Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 9-24.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/303-Storia_soggettiva_R34.htm

Aggiornamento: 02-05-2007

 

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