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1.
Le scelte personali sono inevitabili
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2.
Storia e percezione del presente
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3.
Storia e percezione del futuro |
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1.
LE SCELTE PERSONALI SONO INEVITABILI:
È diffusa la convinzione che sia possibile, perciò doveroso, indagare il passato
in modo oggettivo,
attenendosi ai «fatti documentati», fino al punto di parlare sempre più spesso
di «Scienze storiche». Noi uomini abbiamo bisogno di collocarci in una
visione di percorso storico, desideriamo che quella collocazione sia
solida, perciò siamo pronti a illuderci che quel desiderio sia realtà.
Questa è la dinamica che, nel deserto, porta a vedere i miraggi: un tipo di
illusione dalla quale ci si libera con difficoltà e qualche rischio.
Probabilmente queste affermazioni susciteranno obiezioni e, se arriveranno, ne
discuteremo, ma ora vogliamo arrivare velocemente alla fine del nostro
argomentare.
Per rendersi conto di quanto la
«storia» sia opinabile, basta andare in edicola e farsi dare alcuni quotidiani
di vario orientamento. Tutti raccontano la «storia» del giorno prima, ma ognuno
ha una sua «linea editoriale», cioè una strategia generale e una collocazione
politica
scelte dal proprietario. È sulla base di questi orientamenti generali che il
proprietario sceglie
poi il direttore del giornale, la cui influenza si farà sentire sulle
concrete scelte
redazionali che di giorno in giorno fa. I «fatti documentati» che succedono in
24 ore sono tanti e ogni direttore sceglie quali riportare e quali no.
Poi sceglie quanta importanza dare a un certo fatto e sceglie pure
in che ottica collocarlo. Abbiamo elencato sei scelte non oggettive che
vengono fatte nella stesura di un quotidiano, ed esse si applicano anche ai
libri di Storia.
Naturalmente un direttore tende a presentare il suo
giornale come «attinente ai fatti» e perciò «obiettivo».
Si tratta però di quella «dinamica del ruolo» che,
per esempio, spinge gli avvocati dell’accusa e della difesa a concludere che la
loro presentazione del caso è «oggettiva, logica e documentata». Se poi il
giudice non l’accoglie è solo perché non è obiettivo. Che un giudice non sia
obiettivo è inevitabile, perché il suo dovere è solo di essere onesto in quello
che, non a caso, si chiama «libero convincimento» sulla decisione da prendere.
Un giudice, infatti, è sempre influenzato dalle sue caratteristiche personali,
perciò è inevitabile che a volte le sentenze di primo grado siano cambiate dai
giudici di secondo grado e queste, a
loro volta, annullate dalla Cassazione.
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2.
STORIA E PERCEZIONE DEL PRESENTE: La Storia non può
essere raccontata senza fissare un punto di partenza. L’uomo viene dalla scimmia
o no? Dio lo ha fatto a sua immagine o no? C’è stato un diluvio universale o no?
Queste non sono solo questioni che riguardano il passato, perché l’immagine del
passato che ci facciamo illumina della sua ottica anche il presente. E
viceversa, nel senso che le «scelte editoriali» fatte nel raccontare il
presente, proiettano indietro la loro ottica e ci influenzano nell’indagine sul
passato. Uno stimatissimo studioso come Benedetto Croce, appassionato di Storia,
ha esplicitamente affermato che «ogni storia è storia del presente», perché
nella ricostruzione che facciamo cerchiamo sempre le radici e le spiegazioni di
ciò che sentiamo di essere.
Il fascismo, per esempio, quando
celebrava la ricostituzione dell’Impero, raccontava la Storia di Roma in modo
particolare, perché vedeva in quell’antico splendore un modello e una
giustificazione del proprio operato. Mazzini e altri, invece, hanno posto più
l’accento sulla precedente storia della Roma repubblicana, vedendo lo sbocco
imperiale come un segno di degenerazione della società capitolina.
Anche se la ricostruzione del
passato è soggettiva, su di essa si può discutere, perché se qualcuno mette in
rilievo certi fatti, noi possiamo metterne in rilievo altri. Se qualcuno tesse
un certo «filo conduttore», noi possiamo argomentare che il nostro è più
attinente alla realtà, o almeno ne svela altri aspetti: perché nel dire che la
storia è soggettiva, non vogliamo certo dire che sia completamente
arbitraria, cioè priva di regole.
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3.
STORIA E PERCEZIONE DEL FUTURO: Qualsiasi autore di
Storia è poi influenzato dalla sua visione del
futuro. Se, per esempio, si immagina che il progresso darà a tutti una lunga
e felice vita, allora l’invenzione della ruota sarà salutata come l’alba di
un’era luminosa. Se invece si è convinti che finiremo con un inquinamento che
soffocherà anche gli oceani, o con una devastante guerra nucleare di tutti
contro tutti e con pochi e malcapitati superstiti, allora la scoperta della
ruota sarà il segno di una superbia umana che ci porterà alla catastrofe.
Spostandoci sul piano biblico,
Gesù tornerà o no? Ci saranno o no lo «stagno di fuoco» e la «Nuova Gerusalemme»
(Ap 21), nonché tutti gli altri avvenimenti descritti nell’Apocalisse? Queste
non sono convinzioni riguardanti solo il futuro, ma evidentemente condizionano
anche la nostra visione del presente e della Storia in genere.
Anche sul futuro dell’umanità ci
sono libri che asseriscono di essere arrivati a una conclusione oggettiva,
«basata sui fatti», ma è scontato come il futuro sia più opinabile del passato e
che la visione che ne abbiamo sia influenzata da ciò che crediamo, oltre
che da ciò che vediamo: anche perché ciò che vediamo è condizionato da
ciò che crediamo.
Un certo esame dei libri di
Storia, comunque, lo fa il concreto svolgersi della Storia stessa. Ci sono
infatti libri di Storia smentiti dagli eventi (come i libri di testo in uso
nella Russia comunista), mentre altri libri di Storia, col passare dei secoli,
sono sempre più letti e apprezzati (come è il caso della Bibbia). Ci fermiamo qui, però, perché lo
scopo di questo articolo era quello di sgombrare il campo dalle illusioni di un
certo razionalismo che pervade la cultura italiana. Nei prossimi articoli
contiamo di fare un’esposizione del modo come la Storia viene presentata dalla
cultura italiana prevalente e delle obiezioni che si possono fare. Facendo però
precedere il tutto dal proporre in positivo una «visione biblica della Storia».
■ Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002),
gli articoli: «Conoscenza di Dio», pp. 125s; «Jahwè: Azione verso i re d’Israele
e di Giuda», pp. 207ss; «Jahwè: Azione verso i re delle nazioni», pp. 204-207;
«Storia della salvezza», pp. 344s; «Regno escatologico», pp. 298s; cfr. anche
gli articoli connessi.
■ Cfr. Nicola Martella, «I Libri Storici»,
Radici 3-4 (Punto°A°Croce, Roma 1994), pp. 17-25. Cfr anche Nicola Martella, «La cronologia biblica»,
Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 9-24. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/303-Storia_soggettiva_R34.htm
Aggiornamento: 02-05-2007
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