Di accuse ne ricevo
e di diversi tipi, e chi le fa, palesa immani sospetti, lancia fango a piene
mani o passa subito a ferirmi con male parole. Il seguente sospetto mi mancava
nella collezione ed è uno dei più fantasiosi.
Un certo Salvatore Amendola di Napoli afferma di lavorare per Dio. In calce a un
tema di discussione sulla mia bacheca di Facebook, egli ha scritto, quanto
segue: «Io penso e sono convinto che la maggioranza delle domande, che ti
fanno e che attribuisci agli altri, in realtà le fai tu e tu le
commenti». {24-07-2012}
Subito dopo, un altro lettore ha aggiunto: «Perché dici questo,
Salvatore?». {Alessio Rando; 24-07-2012} A tale domanda legittima non è seguita
risposta. Visto che non ho nulla da nascondere e che gli addebiti fattimi
pubblicamente sono gravi, metto tutto ciò in discussione e all’analisi dei
lettori.
In risposta a
Salvatore Amendola ho chiesto quanto segue su tale mia bacheca: Perché non
scrivi tu a tali persone, a una ad una, inviando loro il link dell’articolo
in cui compare la loro domanda, e non chiedi loro come stanno le cose? Fallo
direttamente con Alessio Rando per primo, visto che lui è una di quelli, che di
domande me ne ha poste diverse. In tantissimi potranno smentirti: basta
che scrivi loro!
Questioni del genere, da te poste, mostrano soltanto aspetti singolari del tuo
carattere. Perché ti attacchi a cose del genere? Mostra la radice, che hai,
in cose ben
più profonde. Chi cerca di volare così basso, va facilmente a sbattere. —
Fin qui il mio intervento. Ad esso non ho ricevuto alcuna risposta.
Avrebbe potuto
risparmiarsi tutta questa singolare temerarietà e la corrispondente figura,
visto che è facilmente smentibile da tanti lettori. Bastava scrivermi
semplicemente una lettera e chiedermelo
direttamente. Gli avrei risposto che le domande non a caso portano un nome,
proprio perché non accetto domande anonime. Solo in certi rari casi,
quando si tratta di cose delicate, concordo con tale lettore uno pseudonimo
(indicato da «ps.» dopo il nome fittizio), cosicché possiamo trattare un certo
tema in rete, senza creare un imbarazzo a tale persona. In ogni caso, non
esistono domande fatte da me in modo fittizio e poste sotto un nome di
fantasia, per poi rispondere a esse.
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1.
Domande di lavoro |
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2.
I contributi dei lettori |
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1.
Domande di lavoro
(Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole
approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
■ È corretto lanciare sospetti sulla bacheca altrui con cose del genere? Perché
mai lo ha fatto?
■ Chi afferma di lavorare per Dio, come dovrebbe comportarsi verso un credente,
se avesse un dubbio?
■ Vi pare logico
che
con tutte le lettere, che ricevo giornalmente, abbia necessità di inventarmi
domande, che attribuirei falsamente ad altri?
■ Chi di voi, lettori, mi ha mai posto delle domande, a cui ho risposto in
privato o in pubblico? Oppure conosci alcune di quelle persone, che compaiono
come autori delle domande, a cui ho risposto finora?
■ Che cosa consiglieresti a una persona del genere, che lancia pubblicamente (e
sulla bacheca della persona in oggetto!) dei sospetti del genere?