Tale domanda fu
posta dall’evangelista Filippo a un Etiopo, ministro di Candace, regina
degli Etiopi (At 8,27.30). Egli, pur essendo un Giudeo altolocato, ebbe l’umiltà
di ammettere: «E come potrei intenderle, se alcuno non mi guida?» (v.
31). Poi chiese a Filippo che montasse sul suo carro, sedesse con lui e gli
spiegasse il brano, che stava leggendo (Isaia 53).
Anch’io ho posto diverse volte la domanda: «Hai capito ciò che hai letto?». I
destinatari sono stati lettori, che mi hanno scritto
lettere infuocate, gettandomi addosso rabbia e sproloqui. E il tutto dopo
aver preso fischi per fiaschi!
Con quanta facilità alcune persone sono pronte ad aggredire altre, è mostrato
dall’uso dei social network. Persone affermano cose indicibili su altre,
che non si conoscono. Specialmente come gestore di un sito e di social network
sperimento di frequente tale uso delle «opere della carne», spesso
impacchettate con un finto spiritualismo, che portano alcune persone a dirmene
di tutti i colori, specialmente dopo aver preso una cosa per un’altra. Ecco qui
di seguito un paio di esempi concreti, sebbene ne arrivino altre lettere
simili ogni tanto. Nei casi specifici, indico soltanto il nome, mettendo
l’iniziale del cognome.
1. IL GRILLETTO FACILE: La disattenzione fa
brutti effetti. Si legge male qualcosa, ad esempio in Internet, in cui compare
il mio nome, e mi si attribuisce tutto il male possibile, perfino l’apostasia o
il peccato imperdonabile. Cerco con pazienza di spiegare come stanno le cose; a
volte riesco a far capire come stanno le cose. La cosa triste è che si è
disposti a gettare addosso al proprio prossimo tanto fango, senza conoscere la
persona in merito e senza essersi sufficientemente documentati, per poi credere
di cavarsela con un semplice «scusami».
■ Le accuse: Senti caro amico,
Nicola Martella, «con quale
titolo adulatorio vuoi essere apostrofato»: dottore della legge, scriba,
fariseo, teologo, insegnante, ecc.? Dimmi
tu come vuoi che ti chiami!
Tu sei colui che ha fatto 20 anni d’insegnamento biblico, ecc. e non sai
che Dio vieta ferocemente qualsiasi forma di insegnamento alla
donna; ma come è possibile questo? Leggi tutti questi
passi biblici e meditali con onestà davanti a Dio, visto che dovrai essere
proprio tu un relatore a maggio
della Villa El Shaddai di Firenze (Levitico 10,8-10; Esodo 29,9.30;
diaconesse 1 Timoteo 3,8.13; Atti 6,1-2; Deuteronomio 25,1; Colossesi 3,18; Atti
21,9; 1 Corinzi 11,5.16; 1 Timoteo 2,8.15; 1 Corinzi 14,34.37; Efesini 5,22;
Galati 3,26-28; Tito 2,3-5; 1 Pietro 3,1.7; ecc.). E posso ancora continuare.
Ora mi chiedo la tua fede è fondata
sulla sapienza umana (è quindi carnale, diabolica), o sulla potenza di
Dio in verità
e non in menzogna. Rifletti bene è datti da te stesso le risposte; ma io dico la
verità o no? Medita. {Salvatore Q.; 26 aprile 2009}
■ La risposta 1: Caro amico Salvatore, ma hai capito quanto hai letto? Da
quanto in qua io sarei a favore dell’insegnamento nella chiesa da parte delle
donne? Si vede che hai preso fischi per fiaschi.
Inoltre, io non ne so nulla di dover insegnare a maggio prossimo nella
detta villa «El Shaddai» di Firenze, visto che sto partendo per l’estero. Datti
quindi una calmata e ragiona con più pacatezza, altrimenti con la tua
irruenza potresti mostrare solo la tua insufficienza di comprensione,
oltre che fare una brutta figura per semplicioneria. Mi sono battuto
contro coloro che sostengono la legittimità della donna pastore e insegnante,
creandomi così inimicizie varie, e ora dovrei sentirmi dire tali cose da te? Ma
allora non hai capito un granché della questione, confondendo chi domanda con
chi risponde, chi afferma certe cose con chi fa delle obiezioni.
Vai alla sezione «Donne
e ministeri», presente sul mio sito, e leggi gli articoli elencati.
Spero che ti s’apriranno gli occhi e sarai più cauto nel parlare. Saluti e
benedizioni... Nicola Martella
■ La replica 1: Caro «millantatore» o falso profeta, come
debbo chiamarti?! Tu sei secondo me contradditorio e incostante ovvero sei
inaffidabile. Tu dici d’essere
d’accordo con me, circa Dio, il quale ferocemente nega il ministero
d’insegnamento alle donne, è poi in un blog parli male della Villa El Shaddai di
Firenze, contestandogli perfino la loro condotta amministrativa del locale
pizzeria ristorante, ecc., mentre il 24 maggio prossimo ci sarà (e tu sei
invitato come relatore) un congresso messianico proprio a Villa El Shaddai, dove
come autorità c’è la proprio una donna,
Rosa Grasso, la quale asserisce da
se stessa (non da Dio) d’aver ricevuto il ministero d’insegnamento; ma come è
possibile tutto questo? Di cosa parlerai? Li farai «ravvedere dalle loro opere
malvagie e occulte che vanno commettendo quotidianamente»? O
tu ne sarai anche
partecipe «vendendoti»
per un piatto di minestra che t’offrono? Ma il timore del
glorioso è spaventevole Dio, ce
l’hai? {Salvatore Q.; 06 maggio 2009}
■ La risposta 2: Che dirti, Salvatore? Visto che non mi credi e continui a
ingiuriarmi, sia Dio giudice fra te e me. Io sto attualmente all’estero e
non so proprio nulla d’una mia presenza a tale incontro, non sono stato invitato
né ho intenzione d’andarci. Quindi di che cosa parli? Mostrami dove posso
leggere una cosa del genere. Con le tue parole ti stai rendendo colpevole
dinanzi al Signore. Sia quindi Dio stesso giudice fra te e me. Saluti... Nicola
Martella
■ La replica 2: Ti chiede «scusa», caro fratello, Nicola perché ho
visto
bene ora che è datato maggio 2007, quando ci fu la conferenza messianica in
Villa El Shaddai di Campi Bisenzio. Lì c’è una «falsa profetessa», la
quale asserisce d’aver ricevuto da Dio (quale dio?!) il ministero
d’insegnamento. Ciò è falso! E tu lo sai bene {Salvatore Q.; 06 maggio 2009}
Chi pensa che tale
lettore abbia poi cambiato atteggiamento nei miei riguardi, si sbaglia. Anche in
seguito ha trovato questioni per buttarmi addosso carrellate di fango e di
spropositi. Risparmio i lettori da tali sproloqui.
2. SCAMBIO DI PERSONA: Ogni tanto mi
arrivano accuse più o meno pesanti, formulate in modo generico, senza un
riferimento specifico a un articolo o a una mia risposta, senza dichiarare qual
è il punto del dissenso. Vengo usato come «sfogatoio». Molte volte, ad esempio,
ciò dipende dal fatto che si legga la domanda postami da un lettore e,
non facendo opportuna attenzione, si crede che sia io ad affermare tutto ciò e
si va subito in «ebollizione». Purtroppo un tale lettore è troppo contrariato
dalla domanda o troppo pigro per leggere la mia risposta, che parte sparando
a zero contro di me. E tutto ciò crea l’occasione per tale lettore di
sfogarsi e di ferirmi a suo arbitrio, mostrando così aspetti inquietanti del
proprio carattere. Poi, quando ha capito finalmente d’essere in difetto,
sbriga la faccenda con un frettoloso «scusami».
■ Le accuse: Caro Nicola, è troppo brutto vedere uomini o donne che ancora
non si capisce da che parte siano? Un giorno fai dei commenti positivi,
altre volte lasciamo stare, non si possono neanche leggere. Ricordati che nel
linguaggio semplice e umile fatto con amore c’è incoraggiamento per il corpo di
Cristo, non buttando
terra sugli altri sembra che vorresti avere pubblicità o magari sei
invidioso? Solo Dio conosce le motivazione e la sincerità del tuo cuore e
davanti a Lui la mascherina di saggio non funziona vero? Spero che tu che
sei un uomo maturo, continui ad avere una buona influenza per noi giovane
qui in Italia, in modo positivo e non dividendo e lacerando il corpo. {Mario A.;
19 giugno 2010}
■ La risposta: Mario, shalom. Dato il mio daffare per il servizio del
Signore, non ho tempo per le polemiche. Non ho capito con precisione che cosa tu
voglia. Se io ti mandassi una lettera del genere (così generalista e fumosa) con
sopra scritte cose del genere, tu come ti sentiresti? La buona creanza
impone comunque quanto segue:
■ Presentarsi sufficientemente e spiegare magari quale competenza si ha in
tale questione specifica.
■ Spiegare a che cosa ci si riferisce in concreto (titolo dell’articolo,
del tema; meglio se con link).
■ Spiegare sufficientemente e concretamente quale sia il problema
in questione. Se si vuole essere saggi, si fa sempre bene a chiedere prima di
sparare sentenze sugli altri, poiché potrebbero esserci elementi che non si
conoscono per nulla o non sufficientemente. Ad esempio, ci si potrebbe riferire
a un articolo che affronta soltanto una questione specifica, mentre potrebbe
esserci sul sito un altro articolo più particolareggiato e più ampio su tale
tema.
■ Rimanere aperto per il punto di vista dell’altro. Il proprio punto di
vista su una data questione non esclude che ce ne siano altri legittimi e
complementari.
■ Eccetera.
Saluti e
benedizioni... Nicola Martella
■ La replica: Scusami tanto, Nicola, non avevo capito bene il tuo
commento; sembrava una critica negativa nei confronti degli sportivi, ecco
perche mi sono arrabbiato, leggendo le prime frasi. [►
Calciatori e fede cristiana]
Ora, però, l’ho riletto e ho capito che le prime parole non sono tue.
Anche perche conosco da vicino Kakà e Le Grottaglie, che sono persone
meravigliose; e ho visto un sacco di ragazzi che per la loro testimonianza
pubblica hanno aperto il cuore a Gesù. Credo anche che più si spande il Vangelo
in tutte le aree e meglio è.
Scusa di nuovo. A presto. Shalom. {Mario A.; 19 giugno 2010}
3. ASPETTI CONCLUSIVI: Ognuno ha il diritto
alle sue opinioni, ma ognuno dove farlo così da poter
rendere conto di che cosa afferma e di come lo dice.
■ Questioni generali: Non è buona creanza scrivere a qualcuno senza
presentarsi, anzi è maleducazione. Poi non fa parte di ciò che viene
raccomandato ai cristiani: «Siate
irreprensibili e schietti, figli di
Dio senza biasimo
in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come
luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15).
A ciò si aggiunga che spesso non si capisce che cosa un tale lettore voglia in
realtà. Accumula parole, di cui non so a che cosa egli si riferisca. Se qualcuno
vuole scrivere un contributo su qualcosa, che lo ha turbato e su cui non è
d’accordo, allora scriva chiaramente a che cosa si riferisce nel concreto,
con
correttezza, scrupolo e sobrietà, senza accuse generiche che non sono degne
di un credente.
In caso contrario, laddove tale lettore non vuole chiarire nel merito le cose,
ma vuole solo sfogare su di me la sua rabbia, non posso far altro che
respingere le sue accuse generiche e rimettermi all’Altissimo, perché sia
lui a giudicare fra me e tale lettore impertinente, che tira la pietra e ritira
la mano! A quel punto, saranno le opere d’ognuno e la testimonianza altrui
(oltre che quella divina) a mostrare nel tempo chi sta agendo non da «figlio di
luce», ma da calunniatore e da uno che contorce la Scrittura!
Per il resto io cerco di rispondere sempre a chi mi scrive. E mi esercito sempre
a usare la massima correttezza e un grande scrupolo. Se un tale lettore
vuole un cammino di luce e correttezza va bene; in caso contrario, vada per la
sua via... e Dio abbi misericordia di lui.
■ Reazione virulenta a un’analisi critica: Anche laddove pratico un’analisi
critica di uno scritto altrui, essa si occupa primariamente dello elaborato
specifico di tale persona e non della persona in sé. In genere, prima di rendere
pubblica la mia disamina dello scritto di qualcuno, gli invio il link in
anteprima per rendere possibile un confronto e per essere sensibile alle sue
obiezioni; a volte succede che tale autore declina un tale confronto, anche dopo
una ulteriore sollecitazione.
Come detto sopra, io mi esercito ad agire in modo irreprensibile, con
schiettezza e senza biasimo (Fil 2,15), sapendo che devo rendere conto al
Signore; poi ognuno deve prendersi le sue responsabilità.
Perché le rimostranze di un lettore vengano prese sul serio, deve lasciare il
terreno dei proclami e andare nello specifico, rileggendosi lo scritto
altrui (articolo, prima parte del confronto, ecc.), le mie analisi critiche e le
riflessioni di altri fratelli che, occupandosi personalmente sella stessa
questione, hanno espresso riserve palesi ed evidenti su tale scritto. Questa è
onestà intellettuale, oltre che pratica del discernimento spirituale e del
frutto dello Spirito.
Perché, quindi, un contributo venga preso sul serio e trovi risposta, ecco la
norma del sito: bisogna aver letto l’articolo di riferimento nella sua
interezza, bisogna rispondere nel merito (e non fermarsi a dichiarazioni così
generali) e bisogna firmarsi sempre con nome e cognome.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/Faq/1-Intendi_leggi_UnV.htm
24-06-2010; Aggiornamento: 05-07-2010 |