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Questa distinzione è una
diatriba abbastanza «moderna». È amata da chi ha un approccio dottrinale (quindi
filosofico, ideologico), non da chi fa una corretta esegesi. Il termine
«venerare» non si trova mai nella Bibbia, né nell’AT né nel NT (vedere per
credere; eccezione Is 58,13 «venerabile» riferito al sabato nel senso di
«onorabile» quale sinonimo di «sacro»). Ogni atto di devozione religiosa nella
Bibbia è sempre «adorazione», senza se e senza ma.
L’apostolo Giovanni per due volte, «drogato»
dalle visioni trascendentali del «giorno del Signore», si prostrò dinanzi
all’angelo interprete: egli stesso definì un tale gesto come «adorazione» (Ap
19,10; 22,8s). Non è strano che uno degli angeli, che rimproverò Giovanni, oggi
accetterebbe tale culto? Non è strano che ciò che l’angelo rifiutò, oggi
dovrebbero accettarlo persone morte che — conformemente all’insegnamento biblico
— non vedono e non sentono ciò che avviene in terra?
La testimonianza biblica è infatti la
seguente dichiarazione di fede: «Nondimeno, tu sei nostro padre. Infatti
Abrahamo non sa chi siamo, e Israele [= Giacobbe] non ci riconosce. Tu, o
Eterno, sei nostro padre, il tuo nome, in ogni tempo, è «Riscattatore nostro”»
(Is 63,16; cfr. 64,8).
Beato chi taglia rettamente la
Parola e persevera in essa, guardando se stesso e l'insegnamento: così
preserverà se stesso e chi lo ascolta (1 Tm 4,16). Il Messia Gesù è colui che ha
detto: «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). {Nicola Martella}
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Prostrarsi ai tempi della Bibbia
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Venerare_MT_AT.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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