Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Dizionario biblico

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

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Malattia e guarigione 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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TIRO

 

Con Sidone, una delle due grandi città della Fenicia, ma nel NT era per lo più una città greca. Si trovava sul mar Mediterraneo, a 40 chilometri a sud di Sidone, e fu fondata nel 2700 a.C. secondo uno storico greco. Nella spartizione della Palestina apparteneva alla tribù di Ascer. Era un’alleata del regno di Davide, e Chiram il suo re aiutò sia Davide che suo figlio Salomone nella costruzione del palazzo e del tempio a Gerusalemme. Gli abitanti di Tiro aiutarono anche nella costruzione del secondo tempio. A causa del commercio della città, soprattutto attraverso il suo porto, diventò molto ricca, ma diventò anche uno dei nemici di Israele, per cui è condannata spesso nei profeti. Si noti che alcuni leggono la profezia contro il re di Tiro in Ez 28 come un simbolo di Satana. {elaborazione: Francesco Bozzi - rielaborazione: Nicola Martella}

 

Era una città della Fenicia (oggi Libano). Tiro era, dapprima, una colonia fondata da Sidone (cfr. Gn 10,15). Un testo di Erodoto permette di datare la fondazione di Tiro verso il 2750 a.C. (Erod. 2.44). Gli storici e i geografi dell’antichità attestano che la città primitiva si trovava sul continente. Per difendersi contro gli assedianti, essa fu spostata su un isolotto roccioso separato dall’antica città da un braccio di mare di circa un chilometro. Da dove derivò il nome Tiro: «rocca».

     Zc 9,2 e Ez 28,3-5 parlarono della sua saggezza politica, astuzia e perspicacia per gli affari. Naturalmente era una saggezza secondo il mondo, quella sapienza senza Dio che era basata sulle ricchezze e sulla propria gloria. La sua saggezza terrena la portò a credere di essere inespugnabile; ma sebbene molto savia, non sfuggì al giudizio di Dio, il quale aveva deriso la sua saggezza. Quando arrivò Alessandro Magno, egli espresse il desiderio di sacrificare nel tempio di Ercole, nella nuova Tiro sull’isola, ma la città mostrò la sua saggezza nell’inviare una corona d’oro al conquistatore e rispondendo che il vero e antico tempio di Ercole si trovava nella vecchia Tiro, sulla terraferma. Nonostante il sotterfugio non poté però evitare il suo destino. Per altre profezie su Tiro, vedi Is 23; Ez 26. 27. 28,1-19. Secondo Zc 9,3, era una città fortificata. Si pensa che avesse doppie mura alte 46 metri (la larghezza era proporzionale all’altezza), ed aveva sostenuto con successo un assedio assiro durato cinque anni, sotto Salmaneser V e Assurbanipal, e, successivamente, un assedio dell’esercito babilonese, sotto Nebukadnezar, durato tredici anni. In ebraico c’è un gioco di parole tra Tiro (ṣōr) e fortezza (māṣôr). Era considerata inespugnabile, impossibile da conquistare, ed era una potenza marinara dal commercio molto florido, poiché da lì partivano le spedizioni via mare per tutto il Mediterraneo orientale. La sua autosufficienza commerciale ed economica si rifletteva nel linguaggio figurato di Zc 9,3 che parlò di argento comune come polvere, e oro abbondante come fango di strada (cfr. Ez 27,33; 28,4s). All’occorrenza assoldava anche soldati per combattere per essa. Il re di Tiro era stato un buon amico di Davide e di Salomone, e contribuì alla costruzione del primo tempio. Fu l’orgoglio e l’arroganza della città che la condusse alla distruzione. Tiro era molto orgogliosa di se stessa e della propria capacità, perché aveva accumulato grandi ricchezze. Perciò gli furono addebitati due peccati particolarmente gravi agli occhi di Dio: l’orgoglio, cioè la presunzione, e la ricchezza che, in genere, era frutto di ingiustizie e conseguenza dello sfruttamento dei più deboli, nonché l’illusione di poter sfidare i giudizi di Dio. Un’altra sua grave colpa fu quella di aver venduto gli Israeliti come schiavi ai Greci (Gle 3,4-8).

     Zc 9,4 profetizzò alcuni dettagli della distruzione della città. Conoscendo la storia passata di Tiro, questa profezia di Zaccaria poteva sembrare un po’ avventata, ma si è adempiuta alla lettera, e in un tempo relativamente breve, dato che la guerra di Alessandro contro Tiro è durata sette mesi. L’impresa però fu attribuita all’azione di Dio che getterà la sua potenza nel mare (cfr. Ez 26,12.17-21; 27,27.34; 28,8). Tra la sua potenza dobbiamo includere non solo le sue fortificazioni, ma anche la sua flotta, che Alessandro affondò e gettò nel mare, prima di dare l’assalto alle mura («Come mai sei distrutta, tu che eri abitata da gente di mare!» [Ez 26,17]). Ogni nazione che si esalta, cadrà. Tiro era circondata dall’acqua, ma ciò non bastò a proteggerla, ed essa sarà consumata dal fuoco, cioè dall’elemento opposto all’acqua: la città fu data alle fiamme. Alessandro, senza una marina militare, prese subito quella parte di Tiro che si trovava sulla terraferma e con le rovine della città distrutta, «gettate nel mare», costruì un ponte di terra tra la costa e l’orgogliosa isola (esso misurava 800 metri di lunghezza, circa 60 metri di larghezza e si estendeva in profondità per 200 metri). Dopo qualche mese d’assedio, Tiro cadde; Alessandro uccise 10.000 persone (di cui duemila furono crocifissi) e ne fece schiave 30.000. Ciò avvenne nel 332-331 a.C.

     Il sito della città antica è oggi disabitato. Il molo d’Alessandro e l’accumulo di sabbia hanno ridotto l’isolotto ad una penisola. Là dove l’isola si unisce all’istmo, si trova una piccola località dal nome arabo di Sur. Paletyrus, la città continentale, è quasi completamente scomparsa. Non ne resta che qualche rudere. {elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}

 

▬ Letteratura

R. Wilson, «Tiro», I nomi della Bibbia, La parola.net software vers. 6.40.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Tiro_MeG.htm

08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010

 

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