Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Santo

 

  a cura di Nicola Martella

 

■ In tutto l’Antico Testamento, santità significa «alterità», nel senso di completa distinzione. Quanti dedicavano la loro vita al servizio della Deità (sacerdoti) erano «santi», in quanto appartenenti a quella sfera e, quindi, dedicati completamente a tale scopo. Oltre a questa santità rituale, esisteva la santità morale che riguardava l'ubbidienza della Parola di Dio da parte del popolo.

    Isaia ha sviluppato questa concezione: la definitiva affermazione del tale concetto di santità è la definizione «tre volte santo», che fa del Signore la peggior minaccia per il peccato. {elaborazione: Francesco Bozzi - rielaborazione e integrazione: Nicola Martella}

 

Questo concetto biblico significa «speciale», contrapposto a «ordinario» (o profano) e intende nel Nuovo Testamento che i seguaci di Cristo, i cristiani, seguendo strettamente i suoi insegnamenti, si distinguono da coloro che vivono una vita di contaminazione e di peccato. Ogni vero seguace del Signor Gesù Cristo è «santo», ossia appartato per Lui in vista della salvezza eterna ed è sua proprietà. Nella pratica «santo» è chi vive moralmente separato dal peccato e dai peccatori, imitando Cristo stesso (Eb 7,26 «santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori»). Come affermò il Signor Gesù a Paolo, nel momento della sua vocazione, «santi» sono coloro che hanno ricevuto «per la fede in me, la remissione dei peccati e la loro parte d’eredità fra i santificati» (At 26,18). Il passaggio è netto: «Come già prestaste le vostre membra a servizio della impurità e della iniquità per commettere l’iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione… Quale frutto dunque avevate allora delle cose delle quali oggi vi vergognate? poiché la fine loro è la morte. Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna: poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 6,19.21ss). Fra le cose della vecchia vita, Paolo menzionò nella stessa lettera proprio i rapporti omosessuali fra maschi o fra femmine, dichiarandoli oggetto dell’ira divina (Rm 1,18-32).

     Santi e irreprensibili sono sinonimi (Ef 1,4; Col 1,22 + immacolati), come pure santi e «fedeli fratelli in Cristo» (Col 1,2). È scritto: «Fornicazione però e ogni impurità o avarizia non siano neppure nominate fra voi, così come si conviene a dei santi» (Ef 5,3). Quindi i fornicatori e gli impuri (eterosessuali o omosessuali che siano) non possono essere «santi». Perciò è scritto: «Come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta» (1 Pt 1,5). Si parla anche della «costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù» (Ap 14,12). Si parla perciò con onore delle «opere giuste dei santi» (Ap 19,8), paragonate a vesti candide. {Nicola Martella}

 

 

▬ Letteratura

A. Motyer, Isaia (GBU, Roma 2002), p. 30.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/

08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010

 

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