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Il titolo «Salmi» è utilizzato sette volte nel Nuovo
Testamento (Lc 20,42; 24,44; At 1,20; 13,33; 1 Cor 14,26; Ef 5,19; Col 3,16), le
prime quattro in riferimento al Libro dei Salmi, le altre tre ai Salmi in
generale. Il titolo italiano «Salmi» deriva dalla traduzione greca dell’AT. Al
riguardo è usato anche il nome «Salterio», con cui s’intende un libro che
contiene dei Salmi da cantare.
Il termine greco psalmós,
che traduce l’Ebraico mizmôr, sta ad indicare una musica accompagnata da
strumenti a corda. In seguito il termine
psalmos passò a indicare un «canto di lode» senza necessariamente
l’accompagnamento di strumenti a corda. Poiché mizmôr viene usato nel
titolo di cinquantasette Salmi, i traduttori greci usarono la traduzione di
questo termine per indicare l’intera raccolta.
Nella Bibbia ebraica il titolo
del libro è Tehilîm
(non mizmôrim) e letteralmente significa lodi, dato che la
maggior parte dei Salmi contiene degli elementi di lode (sefer
tehilîm
= libro delle lodi). La parola deriva dalla stessa radice di Alleluia
(halal). (Cfr. lo yell
(urlare) e halloo (gridare) inglese.) Nei titoli originari, (tehillāh,
«lode») si trova solo una volta, nel Salmo 145 il quale è un vero e proprio inno
di lode. Ma la parola Salmo è più
generica, e sebbene il canto sia tipicamente un’espressione di gioia, lo scopo
dei canti è molto più ampio: aiutare a ricordare, e nello stesso tempo a
esprimere qualsiasi altro sentimento oltre la gioia. Israele aveva melodie sia
tristi sia gioiose; e così l’istituzione divina del cantar Salmi è stata intesa
in maniera molto ampia. Infatti, riceviamo l’ordine non solo di lodare Dio, ma
anche d’insegnarci e ammonirci gli uni gli altri, con «salmi, inni e cantici
spirituali» (Col 3,16).
Il libro è una raccolta di Salmi
divinamente ispirati, i quali, sebbene scritti in momenti e circostanze diverse,
furono riuniti insieme senza alcun apparente (ma solo apparente) riferimento o
rapporto di dipendenza l’uno con l’altro. Abbiamo 150 Salmi che dai tempi
antichi, secondo il testo ebraico, sono suddivisi in cinque «libri», ciascuno
dei quali si conclude con Amen, amen, oppure con Alleluia. Queste
dossologie finali suggeriscono che i libri possono essere esistiti
indipendentemente, almeno nei primi tempi.
Le prime quattro divisioni si
concludono con una «normale» dossologia, cioè lode (41,13; 72,18s; 89,52;
106,48), mentre non vi è alcuna dossologia alla fine del Salterio, o meglio, il
Salmo 150 è in se stesso una dossologia conclusiva, un inno di lode che
opportunamente chiude sia il quinto libro sia l’intera raccolta, dato che
termina con le parole: «Ogni cosa che respira lodi l’Eterno». Questa divisione è stata fatta
con l’espressa intenzione di far corrispondere ai cinque libri della Legge
cinque libri di lode, a dimostrazione che il Pentateuco costituisce il modello
sul quale si basa tutta la Parola di Dio. Infatti, essi presentano una
corrispondenza più che casuale con i cinque libri di Mosè, poiché rispecchiano
lo stesso tema dominante. La struttura del Libro dei Salmi mostra dunque un
disegno divino.
I Salmi si dividono nel modo
seguente:
Salmi |
Pentateuco |
Pensiero dominante |
1° libro
1-41 |
Genesi |
L’uomo e i comandamenti di Dio per lui. Proprio come la Genesi
parla dell’umanità che è stata creata, caduta in peccato ma con la promessa
della redenzione, molti di questi Salmi parlano degli esseri umani come
benedetti, caduti e redenti da Dio. |
2° libro
42-72 |
Esodo |
La redenzione d’Israele. Questa parte della raccolta inizia con
Israele che invoca la liberazione e termina col re d’Israele che governa sulla
nazione redenta. Numerosi Salmi di questo gruppo riflettono l’insegnamento
dell’Esodo: la nazione in rovina, ma ristabilita. Come Dio ha liberato Israele
dall’Egitto, così salverà infine la nazione (e noi!) |
3° libro
73-89 |
Levitico |
Il santuario. Come il Levitico parla della santità del
tabernacolo e di Dio, molti di questi Salmi parlano del tempio e di Dio. Questi
Salmi lodano Dio perché Egli è santo e la sua perfetta santità merita il nostro
culto e la nostra adorazione. Siccome Dio è onnipotente, possiamo rivolgerci a
Lui per la liberazione. |
4° libro
90-106 |
Numeri |
Il deserto. Inizia con un Salmo scritto da Mosè e termina con uno
che rievoca le ribellioni di Israele nel deserto. Inoltre, siccome Numeri parla
del rapporto di Israele con le nazioni circostanti, questi Salmi citano spesso
il fatto che Dio annulla i regni delle altre nazioni. Allora, dato che siamo
cittadini del regno di Dio, possiamo guardare gli eventi e le difficoltà terrene
nella loro corretta prospettiva. |
5° libro
107-150 |
Deuteronomio |
Un sommario: profonda riconoscenza per la fedeltà di Dio; come il
Deuteronomio è interessato a Dio e alla sua parola, questi Salmi sono inni di
lode e di ringraziamento per Dio e per la sua parola. In questa parte troviamo
il grande Salmo 119, dedicato alla celebrazione della Parola di Dio. |
Questa divisione
fa del libro dei Salmi un Pentateuco poetico. Il riferimento alla Torà nel Salmo
introduttivo (1,2 «la legge dell’Eterno») suggerisce l’idea che il libro
dei Salmi debba essere studiato come la Torà. Dal tempo di Esdra in poi,
esisteva un sistema di commento e spiegazione del significato delle Scritture
ebraiche. Senz’altro, tale pratica nacque dalla necessità di esporre la legge a
quei Giudei che non capivano la lingua in cui essa fu scritta. Al principio
queste esposizioni erano soltanto orali ed estemporanee; in seguito, però, si
cristallizzarono in una forma definitiva e furono rese permanenti per iscritto.
Quando giunsero a questa forma
permanente, sono state chiamate Midrašim (plurale di midraš, che
vuol dire «investigazione» o «interpretazione»). Il Midraš (o il commento
giudaico) al primo versetto del primo Salmo parla di una quintuplice divisione
dei Salmi, con le seguenti parole: «Mosè diede agli Israeliti i cinque libri
della legge e, come contropartita, Davide diede loro i sefer tehilîm,
che consistono in cinque libri».
Il Delitzsch, uno studioso della
lingua ebraica, afferma: «Il libro dei Salmi è anche un Pentateuco; l’eco del
cuore di Israele del Pentateuco di Mosè. È il quintuplice libro dell’assemblea
nei confronti del Signore, come la legge è il quintuplice libro del Signore
verso la assemblea».
Il documento più antico di questa
divisione in cinque parti si trova nei rotoli di Qumran, rinvenuti nei pressi
del Mar Morto.
Si è avanzata l’ipotesi che il
primo gruppo di Salmi, scritti nella maggior parte da Davide, sia stato raccolto
da Davide stesso o da Salomone; che il secondo gruppo sia stato compilato dai
Leviti discendenti di Kore o da Salomone; che il terzo sia stato raggruppato da
Ezechia e che gli altri due siano stati raccolti da Esdra.
{elaborazione: Argentino Quintavalle - rielaborazione:
Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Salmi_Libro_R56.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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