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Molti cristiani sono prigionieri di una mentalità
sacramentale. Nel NT la Cena del Signore è chiamata «ricordo». Gli Ebrei (e i
primi discepoli erano tutti tali) non avevano un «pensiero sacramentale», anzi
avrebbero considerato ciò una superstizione o un pensiero magico.
Tale concezione venne introdotto nelle chiese, in epoca
post-apostolica, da persone che avevano militato nelle cosiddette «Religioni
dei misteri» (Mitra, Apollo, Magna Mater, Iside e Osiride, ecc.) e che poi
hanno mischiato il cristianesimo con tali riti pagani, dando origine alla
cosiddetta «gnosi cristiana». In quest'ultima ciò che i greci chiamavano
mysterion «mistero», i latini lo chiamavano sacramentum, da cui
proviene il termine italiano «sacramento».
Uno di tali riti delle «Religioni dei misteri» prevedeva di
mangiare il corpo del loro dio in senso sacramentale: ricoprivano un neonato
ucciso di pasta, lo cocevano e poi lo mangiavano nell’illusione sacramentale
che fosse (o si fosse trasformato ne) la carne del loro dio. Lo gnosticismo
ha trasportato col tempo tale concezione sacramentale nelle chiese,
trasformando il «ricordo della morte del Signore» in un sedicente mutamento
di sostanza (transustanziazione).
Spesso i seguaci del sacramentalismo usano il sesto capitolo
dell'Evangelo di Giovanni per accreditare le loro idee, notiamo qui però
proprio una concezione anti-sacramentale in Gesù. Il Signore, volendo
separare i veri discepoli da coloro che lo seguivano perché Egli dava loro
da mangiare (per questo lo volevano fare loro re!), usò la provocazione e
parlò di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue (Gv 6,53s.56); egli
intendeva dire qui che bisogna fare sul serio con lui e con la fede in lui,
che bisognava «acquisirlo» interamente per fede e assimilare completamente
la sua parola, praticandola.
I discepoli stessi rimasero dapprima scandalizzati da tali
parole (v. 61), e ciò era quel che Gesù voleva che accadesse, ossia separare
i veri discepoli da quelli di comodo. Infatti, egli stesso chiarì: «È lo
spirito quel che vivifica; la carne non giova nulla; le parole che vi ho
dette sono spirito e vita. Ma fra voi ve ne sono alcuni che non credono»
(vv. 63s).
Non bisogna spogliarti solo dell’idolatria, ma
anche di ogni pensiero sacramentale. Secondo la Bibbia, il rapporto corretto
con Gesù è personale, non sacramentale; i segni ecclesiali (battesimo, Cena
del Signore) rimangono appunto «segni, ricordanze, ricordi, commemorazioni.
Come tali possono essere un sostegno della fede e del rapporto personale col
Signore, ma mai sostituirli.
Un nota al margine il termine tedesco per
abracadabra, usato nella magia e nella prestidigitazione, è «Hokuspokus»
(similmente anche in inglese e nelle lingue nordiche). Qualcuno si chiederà
che cosa abbia ciò a che fare col tema del sacramentalismo. Tale formula è
stata mutuata dalla messa cattolica medioevale e precisamente dalla formula
latina che accompagnava l'atto della transustanziazione. Il prete diceva: «Hoc
est enim corpus meum» (formula breve: «Hoc est corpus»), cioè "Questo è
il mio corpo"; il popolo capiva e recitava: «hocus pocus». Poi divenne una
parodia per tutto ciò che assomigliava a una trasformazione apparente di una
cosa in un'altra, come appunto nell'illusionismo. In una parodia del prelato
inglese John Tillotson del 1694 si legge: «In all probability those common
juggling words of hocus pocus
are nothing else but a corruption of hoc est corpus, by way of
ridiculous imitation of the priests of the Church of Rome in their trick of
Transubstantiation» («Con
ogni probabilità quelle parole comuni di hocus pocus, usate per i
giochi di prestigio, non sono però null’altro che una corruzione di hoc
est corpus, quale imitazione ridicola dei preti della Chiesa di Roma nel
loro espediente della transustanziazione»). {Nicola Martella}
▬ Letteratura■
Sulla superstizione religiosa e come essa è il viatico del pensiero magico
cristianizzato e del sacramentalismo, ossia d'una «religione di misteri»
cristianizzata, si veda in Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), gli articoli: «La
superstizione e la Bibbia», pp. 301-307; «Alcune forme di superstizione», pp.
309-318.
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Si veda pure Nicola Martella, «Liberi dal
pensiero magico», Entrare nella Breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp.
261-268.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Sacramentalismo_MeG.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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