Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Dizionario biblico

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROSTRARSI AI TEMPI DELLA BIBBIA

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  L’USO POLITICO: L’inferiore (suddito, subalterno, straniero) si prostra dinanzi al superiore (sovrano, principe, capo) per esprimere rispetto e sottomissione. Nessun re in Israele si sarebbe mai sognato che i suoi sudditi lo stessero adorando, quando si prostravano dinanzi a lui. Questo sarebbe stato in Israele una blasfemia.

 

1.1.  PERSONE PARTICOLARI

     ■ Poiché Giuseppe era colui che comandava nel paese d’Egitto e aveva in mano il commercio del grano, i suoi fratelli, non sapendo chi egli fosse, vennero e si prostrarono dinanzi a lui con la faccia a terra (Gn 42,6).

     ■ Giacobbe predisse che i suoi figli si sarebbero prostrati dinanzi a Giuda, ossia lo avrebbero accettato come loro capo (Gn 49,8).

     ■ Davide si gettò con la faccia a terra e si prostrò tre volte dinanzi a Gionatan, che era il principe d’Israele (1 Sm 20,41). In seguito fece similmente dinanzi a Saul, il re d’Israele (1 Sm 24,9).

     ■ Un Amalekita fuggito dall’accampamento d’Israele, capeggiato da Saul, si recò da Davide, dinanzi al quale si gettò in terra e si prostrò (2 Sm 1,2), per poi vantarsi della morte di Saul.

     ■ Dopo la sconfitta dei discendenti di Saul, Mefibošet, figlio di Gionatan, pur di sopravvivere, venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò dinanzi a lui (2 Sm 9,6).

     ■ Il generale Joab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re Davide, che aveva ascoltato la sua supplica (2 Sm 14,22). Poi lo stesso fece Absalom, per il quale Joab aveva interceduto (v. 33).

     ■ Bath-Sceba s’inchinò e si prostrò davanti al re Davide, suo marito, per ricordargli la promessa dell’Eterno riguardo a Salomone (1 Re 1,16.31). Lo stesso fece il profeta Natan (v. 23).

 

1.2.  ALTRE PERSONE E QUESTIONI

     ■ Altre persone e brani: Tsiba, che ricevette le proprietà del suo sedizioso signore, Mefibošet, si prostrò dinanzi a Davide (2 Sm 16,4). Achimaats dinanzi a Davide (2 Sm 18,28). Si veda inoltre 2 Sm 19,18; 24,20; 2 Cr 24,17; Sal 72,10s; Is 45,14.

     ■ Mancanza di sottomissione: Mentre tutti i servi del re persiano, che stavano alla porta del re, s’inchinavano e si prostravano davanti a Haman, l’Agaghita, Mardocheo non s’inchinava né si prostrava dinanzi a lui (Est 3,2.5), ossia non lo riconosceva come sua autorità; gli Agaghiti erano stati antichi nemici d’Israele e su di loro c’era l’interdetto.

     ■ Visione escatologica: «Dei re saranno tuoi balii e le loro regine saranno tue balie; essi si prostreranno dinanzi a te con la faccia a terra, e leccheranno la polvere dei tuoi piedi» (Is 49,23). Si veda Is 60,14.

 

 

2.  L’UMILIAZIONE SOCIALE: L’avversario si prostra dinanzi a chi è salito in auge, temendo per la propria vita, e, appellandosi alla benevolenza dell’altro, cerca così di salvare il salvabile. Nessuna persona in Israele avrebbe mai pensato che il suo avversario lo stesse adorando, quando — essendo caduto in disgrazia — si prostrava dinanzi a lui, implorando pietà. Ciò sarebbe stato un atto blasfemo in Israele.

     ■ Dopo la morte di Giacobbe, i fratelli di Giuseppe, temendo per la propria vita per le malefatte passate, vennero da lui si prostrarono ai suoi piedi, dichiarandosi suoi servi (Gn 50,18).

     ■ I discendenti del sommo sacerdote Eli, i cui figli erano infedeli, si sarebbero un giorno prostrati davanti al sacerdote fedele dell’Eterno per avere una moneta d’argento e un tozzo di pane, facendo un qualsiasi servizio presso il santuario (1 Sm 2,36).

     ■ Adonija, fratello di Salomone e suo avversario, dopo che Salomone divenne re temeva per la sua vita; dopo le assicurazioni del re, venne a prostrarsi dinanzi a lui e gli fu concesso di tornarsene a casa sua (1 Re 1,51ss).

     ■ I Giudei di Filadelfia: Gesù scrisse quanto segue al conduttore della chiesa di Filadelfia, sotto pressione da parte dei Giudei, che volevano che i cristiani rinnegassero Gesù quale Messia (Ap 3,8): «Ecco, io ti do di quelli della sinagoga di Satana, i quali dicono d’essere Giudei e non lo sono, ma mentiscono; ecco, io li farò venire a prostrarsi dinanzi ai tuoi piedi, e conosceranno che io t’ho amato» (v. 9).

 

 

3.  IL COSTUME CULTURALE: Si era abituati a salutare una persona ritenuta importante, prostrandosi dinanzi a lei. Non aveva nulla a che fare con la devozione religiosa, ma con l’uso culturale di mostrare rispetto.

 

3.1.  SEGNO DI SOTTOMISSIONE E RISPETTO

     ■ Lot, quando vide due uomini entrare in città (egli non sapeva che erano inviati divini), s’alzò per andar loro incontro e si prostrò con la faccia a terra, invitandoli a casa propria per la notte (Gn 19,1ss).

     ■ Quando gli Israeliti mormorarono contro Mosè e contro Aaronne e tutta la radunanza, alquanto arrabbiata, era intenzionata a nominarsi un capo e a tornarsene in Egitto, «allora Mosè ed Aaronne si prostrarono a terra dinanzi a tutta l’assemblea riunita dei figli d’Israele» (Nu 14,5). Tale segno di sottomissione era necessario, perché tutta la radunanza parlava di lapidare Giosuè e Caleb e forse anche Mosè e Aaronne, cosa che solo la gloria dell’Eterno impedì (v. 10). Un episodio simile accadde quando ci fu la ribellione di Kore, Dathan, Abiram e altri (Nu 16,4).

     ■ Rut, la Moabita, si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra dinanzi a Boaz, il Giudeo, a motivo della sua misericordia verso di lei straniera (Rt 2,10).

     ■ Abigail, per vanificare il pessimo comportamento del suo stolto marito, si recò da Davide e, gettandosi con la faccia a terra, si prostrò dinanzi a lui, prima di parlargli (1 Sm 25,23). Dopo la morte del marito, Abigail fece la stessa cosa, quando Davide la mandò a prendere per farne la moglie, per segnalare la sua disponibilità (1 Sm 25,40s; cfr. Sal 45,11).

 

3.2.  ALTRE PERSONE E QUESTIONI

     ■ Altre persone e brani: La gente si prostrò dinanzi a Absalom 2 Sm 15,5; Abdia, ministro di Achab, dinanzi a Elia (1 Re 18,7); Ornan dinanzi a Davide (1 Cr 21,21); Nebukadnezar dinanzi a Daniele (Dn 2,46); persone che riconoscevano in Gesù il Messia (Gv 9,38).

     ■ Costernazione: Si era uso di prostrarsi con la faccia a terra per un certo periodo di tempo in segno di costernazione e sconforto (Giosuè; Gs 7,10), facendo penitenza (Gb 16,15), spesso digiunando (Mosè; Dt 9,18.25).

     ■ Supplica: Ci si gettava con la faccia a terra e ci si prostrava dinanzi alla persona in autorità, da cui ci si aspettava l’intervento (2 Sm 14,4; Mt 18,26). Persone bisognose, malate o con una richiesta si prostrarono dinanzi a Gesù (Mt 8,2; 15,25; 20,20).

     ■ Ringraziamento: Dopo che Eliseo aveva guarito il figlio della Shunamita, ella entrò, gli si gettò ai piedi e si prostrò in terra; poi prese il suo figliuolo e uscì (2 Re 4,37).

 

 

4.  L’USO RELIGIOSO: Ci si prostra dinanzi a un’entità trascendentale come atto di culto volontario o per timore della propria vita. Nell’AT e nel NT non esistendo una differenza fra venerazione e adorazione, tale atto era ritenuto sempre adorazione religiosa. Il monoteismo impediva un culto qualsiasi verso esseri umani (viventi o morti) e verso esseri celesti. Dove ciò accadeva, era considerato una blasfemia in Israele.

 

4.1.  L’ADORAZIONE DI DIO

     ■ In diverse occasioni, Abramo si prostrò con la faccia a terra dinanzi a Dio, quando Egli si rivelò a lui (Gn 17,3.17; 18,2).

     ■ Così fecero il servo d’Abramo (Gn 24,52) e Giuseppe (Gn 48,12).

     ■ Così fecero gli Israeliti dinanzi alla propria tenda, quando la colonna di nuvola di Dio si fermava all’ingresso del santuario (Es 33,10), e in altre occasioni solenni (Lv 9,24).

     ■ Mosè e Aaronne si prostrarono con la faccia a terra dinanzi a Dio per intercedere per Israele (Nu 16,22.45) oppure per invocare l’intervento divino (Nu 20,6).

     ■ Altre persone che si prostrarono in senso cultuale dinanzi all’Eterno furono le seguenti: Balaam (Nu 24,4.16), Mosè (Dt 9,18.25), Israele alle feste (Dt 26,10), Elkana e Anna (1 Sm 1,19.28), Saul (1 Sm 15,25.30s), Davide (2 Sm 12,20; 1 Re 1,47); il resto fedele nel futuro (Is 27,13; 66,23). Si veda inoltre Gr 7,2; 26,2; Ez 46,2s.9.

 

4.2.  IL CASO SPECIFICO DELL’INVIATO DI DIO

     ■ Balaam s’inchinò e si prostrò con la faccia in terra dinanzi all’inviato dell’Eterno (Nu 22,31 male’ak Jahwè). Questi non era un «angelo», ma era una teofania di Dio stesso nella forma di un uomo. L’ebraico non possiede un termine specifico per gli angeli, così anche il greco; serafini e cherubini sono esseri celesti ma non «inviati» (ebr. male’akim). Per l’approfondimento si veda Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002): «Inviato di Jahwè», pp. 194s; «Manifestazioni di Dio», pp. 224-227; «Teofania», pp. 351s.

     ■ Una tale teofania (o manifestazione di Dio in forma umana) fu sperimentata dalle seguenti persone: Giosuè (Gs 5,14s «Lèvati i calzari dai piedi, perché il luogo dove stai è santo»; cfr. similmente Es 3,5)

 

4.3.  L’IDOLATRIA: A Baal-Peor il popolo si prostrò dinanzi agli dèi di Moab, scatenando l’ira dell’Eterno (Nu 25,2s). Al tempo dei giudici gli Israeliti abbandonarono l’Eterno e andarono dietro ad altri dèi, prostrandosi dinanzi a loro e provocarono così a ira l’Eterno (Gdc 2,12). Al tempo dei re gli Israeliti si prostravano dinanzi agli dèi dei popoli circonvicini (1 Re 11,33) e dinanzi agli astri, considerati dèi (Ez 8,16). Dio annunciò la distruzione degli idoli e degli idolatri (Mi 5,12ss).

 

4.4.  LA COMMISTIONE RELIGIOSA: Dio aveva di mira anche coloro che avevano una doppia devozione, sia per Dio sia per uno degli dèi (Sf 1,4ss).

 

 

5.  CULTO LEGITTIMO E CULTO SPURIO: Prostrarsi non era spesso un’azione che stava da sola, ma venne puntualizzata da altre azioni connesse, per togliere ogni ambiguità.

 

5.1.  CULTO ILLEGITTIMO

     ■ L’idolatria: In Israele era proibito farsi immagini di culto per prostrarsi dinanzi a esse (Lv 26,1).

     ■ Prostrarsi e servire: Nel Decalogo è ancorata la proibizione di prostrarsi dinanzi a qualsivoglia scultura o immagine per così servire in senso cultuale chi vi è rappresentato (esseri trascendentali, uomini e animali; Es 20,4s; Dt 4,7ss). Si noti il connubio fra prostrarsi e servire in senso cultuale. Al riguardo non era conosciuta una differenza fra venerare e adorare. Ciò riguardava anche gli dèi e gli oggetti di culto (Es 23,24 distruggerai interamente; Dt 8,19 perirete; 11,16; 17,3 l’esercito celeste; 29,26; 30,17s perirete; Gs 23,7.16; Gdc 2,19; 1 Re 9,6.9; 16,31; 22,54; 2 Cr 7,19.22; Is 2,8; Gr 8,3 esercito celeste; 13,10; 16,11; 22,9; 25,6).

     ■ Prostrarsi e offrire un culto: Tutto ciò era inteso da Mosè come «corruzione» morale che produce idolatria (Dt 4,16ss). Ciò valeva anche per gli astri e pianeti, incarnazione degli dèi astrali, dinanzi ai quali c’era la tentazione di prostrarsi davanti a quelle cose e di offrire loro un culto (v. 19).

     ■ Prostrarsi e prostituirsi: Il linguaggio sessuale fu applicato al rapporto religioso. Perciò si parlava di prostituirsi ad altri dèi e di prostrarsi dinanzi a loro (Gdc 2,17). Per questo l’idolo fu chiamato abominio (Is 44,19).

     ■ Prostrarsi per adorare: Questa è un’espressione chiara negli intenti. Nebukadnezar voleva che tutti si prostrassero per adorare la statua da lui fatta (Dn 3,5ss.10s.15).

     ■ Altro: Ci si prostrava dinanzi agli dèi e si bruciava incenso in loro onore (2 Cr 25,14; Gr 1,16). Si adoravano le immagini (Is 44,15; 46.6), ci si gloriava degli idoli (Sal 97,7).

 

5.2.  CULTO LEGITTIMO: Il contrasto fra il culto legittimo e quello illegittimo fu descritto dall’autore del libro dei Re, dopo la disfatta di Israele, come segue: «“Non temete altri dèi, non vi prostrate dinanzi a loro, non li servite, né offrite loro sacrifici; 36ma temete l’Eterno, che vi fece salire dal paese d’Egitto per la sua gran potenza e col suo braccio disteso; dinanzi a lui prostratevi, a lui offrite sacrifici; 37e abbiate cura di mettere sempre in pratica i precetti, le regole, la legge e i comandamenti che egli scrisse per voi; e non temete altri dèi. 38Non dimenticate il patto che io fermai con voi, e non temete altri dèi; 39ma temete l’Eterno, il vostro Dio, ed egli vi libererà dalle mani di tutti i vostri nemici”. 40Ma quelli non ubbidirono, e continuarono invece a seguire l’antico loro costume. 41Così quelle genti temevano l’Eterno, e al tempo stesso servivano i loro idoli; e i loro figli e i figli dei loro figli hanno continuato fino al dì d’oggi a fare quello che avevano fatto i loro padri» (2 Re 17,35-41).

     ■ Le combinazioni: Prostrarsi dinanzi all’Eterno si trova in combinazione con le seguenti locuzioni: dare all’Eterno la gloria dovuta al suo nome, ecc. (1 Cr 16,29); benedire e inchinarsi (1 Cr 29,20; Ne 8,6); lodare (2 Cr 7,3); adorare (2 Cr 20,18; Gb 1,20); cantare (2 Cr 29,28); celebrare le lodi dell’Eterno (2 Cr 29,30 + s’inchinarono); pregare, confessare e piangere (Esd 10,1); confessare i peccati (Ne 9,3); salmeggiare (Sal 66,4); donare (Sal 68,30); tremare dinanzi a Dio (Sal 96,9); esaltare l’Eterno (Sal 99,5); celebrare la festa delle capanne (Zc 14,16s).

     ■ Gesù: I magi orientali «entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono; e aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra» (Mt 2,11). Sebbene videro anche la madre, adorarono solo il Re. Gesù si rifiutò di prostrarsi dinanzi al diavolo per adorarlo, opponendogli la Parola di Dio (Mt 4,9s). Dopo che Gesù camminò sul mare, i discepoli «che erano nella barca si prostrarono dinanzi a lui, dicendo: “Veramente tu sei Figlio di Dio!”» (Mt 14,33). Gli indemoniati si prostravano dinanzi a Gesù, riconoscendo che egli era Figlio del Dio altissimo (Mc 5,6s; Lc 8,28).

 

 

6.  NELL’APOCALISSE: Abbiamo visto sopra che il «prostrarsi dinanzi ai tuoi piedi» dei Giudei di Filadelfia dinanzi ai cristiani (Ap 3,9) rientrava nel costume d’allora riguardo all’umiliazione sociale dei persecutori dinanzi ai perseguitati. Non aveva nulla a che fare con un atto cultuale.

     Altra cosa era l’atto di prostrarsi dei ventiquattro anziani dinanzi a Dio, per adorare Dio, Colui che vive nei secoli (Ap 4,10s). La stessa cosa accadde davanti all’Agnello, «avendo ciascuno una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi» e cantando a lui e offrendogli il culto insieme innumerevoli esseri celesti (Ap 5,8ss). «Gli anziani si prostrarono e adorarono» (v. 14). Tutti gli esseri presenti in cielo «si prostrarono sulle loro facce davanti al trono e adorarono Dio» (Ap 7,11).

     A ciò contrasta quel che fece l’apostolo Giovanni verso l’angelo: «Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo». L’inviato celeste lo proibì: «Guardati dal farlo! Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano la testimonianza di Gesù: adora Dio!» (Ap 19,10).

     Come se non bastasse l’insegnamento, Giovanni ci riprovò: «E quando le ebbi udite e vedute, mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo che mi aveva mostrate queste cose» (Ap 22,8). Nuovamente l’inviato celeste lo proibì, dicendo: «Guardati dal farlo; io sono conservo tuo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che conservano le parole di questo libro. Adora Dio!» (v. 9).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Prostrarsi_Bibbia_MT_AT.htm

27-02-2008; Aggiornamento: 21-04-2008

 

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