Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Dizionario biblico

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
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Malattia e guarigione 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROFETI FALSI NELL'ANTICO TESTAMENTO

 

 di Nicola Martella

 

Quando la Legge fu data da Dio mediante Mosè, erano chiari i confini fra adorazione legittima e idolatria, fra azione divina e magia, fra parola profetica e divinazione.

     ■ «Non praticherete alcuna specie di divinazione o di magia. […] 31Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi per mezzo loro» (Lv 19,26.31).

     ■ «E se qualche persona si volge agli spiriti e agli indovini per prostituirsi dietro a loro, io volgerò la mia faccia contro quella persona, e la sterminerò dal mezzo dei suoi popoli. […] 27Se un uomo o una donna ha uno spirito o indovina, dovranno esser messi a morte; saranno lapidati; il loro sangue ricadrà su loro» (Lv 20,6.27).

     ■ L’indovino Baalam (Nu 22,7; Gs 13,22) dovette ammettere: «In Giacobbe non v’è magia, in Israele, non v’è divinazione; a suo tempo viene detto a Giacobbe e a Israele qual è l’opera che Dio compie» (Nu 23,23).

     ■ Anche nel patto rinnovato con la nuova generazione Mosè diede precetti contro lo spettro dell’occultismo in tutte le sue sfaccettature (Dt 18,10-14). Si noti che al riguardo si parla di «abominio» (v. 12), a cui Dio mise in contrasto con l’essere «integri verso Jahwè» (v. 13). In contrasto con pronosticatori e indovini, i profeti legittimi dovevano rispecchiare il modello di Mosè («un profeta come me»; v.15).

 

Riassumendo, bisogna notare che non si sarebbe trattato di arti occulte esercitate solo dai pagani, ma di Israeliti che avrebbero divinato e pronosticato in mezzo al popolo e, non di rado, in nome di Jahwè! Dio però parlò al riguardo dei seguenti pericoli che sarebbero scaturiti da tali persone: contaminazione, prostituzione spirituale, abominio, a cui sarebbe seguito un pesante giudizio storico.

     Cominciando dal tempo dei Giudici (cfr. Gdc 9,37 quercia degli indovini), l’apostasia ha serpeggiato per tutta la storia d’Israele con una tendenza crescente alla decadenza spirituale. Gli Israeliti impararono la divinazione dalle nazioni pagane (cfr. 1 Sm 6,2; Is 19,3) e la interpretarono in senso spiritualista con elementi della religione legittima di Jahwè, sebbene Dio parlasse esplicitamente del «peccato della divinazione» (cfr. 1 Sm 15,23); perciò, iniziando da Saul (1 Sm 28.3.9), essi furono cacciati o sterminati da coloro che si volevano attenere alla Legge. Troviamo personaggi chiave che traviarono spiritualmente il popolo di Dio, ad esempio Geroboamo I (idolatria e apostasia), Achab e Izebel (religione di Ba`l accreditata) in Israele; l’idolatra Achaz e l’occultista Manasse in Giuda.

     Tra i gravi peccati che portarono Israele (Efraim) alla disfatta totale e alla deportazione in Assiria (722 a.C.) ci fu questo: «Si applicarono alla divinazione e agli incantesimi, e si dettero a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno, provocandolo a ira» (2 Re 17,17). Non si creda che ciò fosse fatto fuori della religione di Jahwè! Al contrario, avvenne tutto in modo sincretistico, mischiando l’uno con l’altro.

     In Giuda le cose non andarono meglio. Se non fosse stato per i pochi cosiddetti «re di risveglio», l’evoluzione sarebbe stata molto più rapida anche in Giuda. Al tempo d’Isaia, egli menzionò l’uno accanto all’altro il profeta e l’indovino come figure accreditate, accanto alle altre, nella vita pubblica (Is 3,2s l’abile incantatore). E sebbene il profeta indicasse come alternativa la Legge da consultare, tali medium piamente confezionati (profeti – indovini - incantatori) venivano normalmente consultati dalla gente (Is 8,19s). Essi comparivano tra il popolo come «saggi» o «sapienti» che conoscevano cose nascoste e potevano fare presagi, sebbene Dio li considerasse impostori e insensati (Is 44,25; v. 26 contrasto con i profeti legittimi). Nei culti degli «alti luoghi» la religione di Jahwè venne mischiata a quella di dèi e patroni locali (ba`alim), a elementi magico-esoterici piamente interpretati. Anche Michea, contemporaneo di Isaia, mise le une accanto alle altre visioni e divinazioni, veggenti e indovini (Mi 3,6s; v. 8 profeta legittimo).

     Al tempo di Giosia la Legge di Dio era stata del tutto smarrita e il ritrovamento di una copia nel tempio, durante i restauri, innescò l’ultimo risveglio. Tale riforma spirituale durò poco, perché alla morte repentina di Giosia, l’apostasia e la commistione spirituale crebbero a dismisura; la fine venne ben presto. In questo periodo prima della deportazione babilonese, tranne pochi profeti legittimi di Jahwè (Geremia, Ezechiele), il resto dei «profeti» era composto da indovini che divinavano in nome di Jahwè!

     Questo fenomeno medianico del falso profetismo scoppiò particolarmente verso la fine del regno di Giuda. Mediante il suo profeta legittimo, Geremia, Dio denunciò aspramente tali medium che divinavano nel suo nome e si presentavano come «profeti di Jahwè».

     ■ «Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome. Io non li ho mandati, non ho dato loro alcun ordine, e non ho parlato loro. Le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, nullità, imposture del loro proprio cuore» (Gr 14,14). Tali «profeti che profetano nel mio nome benché io non li abbia mandati» propagavano dottrine contrarie all’impianto predizionale della Legge (Dt 28; 30); perciò il loro giudizio sarebbe stato drammatico (Gr 14,15s). Lo stesso avviene anche oggigiorno mediante tali presunti «unti», «veggenti» e «profeti»: è un deviare continuo dalla esegesi della Parola a favore di una «teologia dell’esperienza», basata su uno spiritualismo di diversa genesi! Al tempo di Geremia, c’erano diverse tecniche per arrivare al responso divinatorio, perciò Dio disse: «Voi dunque non ascoltate i vostri profeti, né i vostri indovini, né i vostri sognatori, né i vostri pronosticatori, né vostri maghi… 10Poiché essi vi profetizzano menzogna…» (Gr 27,9s); e ciò avrebbe avuto pesanti conseguenze storiche. Quanta somiglianza c’è in ciò con i nostri tempi e con gli attuali profeti carismaticisti! Perciò, vista la grave situazione d’allora, Dio ripeté nuovamente: «I vostri profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini non v’ingannino, e non date retta ai sogni che fate. 9Poiché quelli vi profetano falsamente nel mio nome; io non li ho mandati» (Gr 29,8s).

     Sebbene Ezechiele fosse stato deportato, esercitò anche nella diaspora il suo ministero profetico fedele alla Legge. Anch’egli contrappose l’attività del profeta legittimo alla «visione vana» e alla «divinazione ingannevole» (Ez 12,24ss; 13,23). Tali profeti «profetano di loro senno» in nome di Jahwè (Ez 13,2), sono «profeti stolti, che seguono il loro proprio spirito» (v. 3), fanno danno come le volpi (vv. 4s), «hanno delle visioni vane, delle divinazioni menzognere», le presentano in nome di Dio e «sperano che la loro parola s’adempirà» (vv. 6ss). Il giudizio annunziato sarebbe stato pesante (v. 9), nonostante la «divinazione bugiarda» o proprio a causa d’essa (Ez 21,28s.34).

     Anche dopo il ritorno da Babilonia, l’idolatria e la falsa profezia (o divinazione) continuarono a esistere e furono denunziate. Dio disse mediante Zaccaria: «Gli idoli domestici dicono cose vane, gli indovini vedono menzogne, i sogni mentiscono e danno un vano conforto; perciò costoro vanno errando come pecore, sono afflitti, perché non v’è pastore» (Zc 10,2). Anche qui Dio annunziò il suo giudizio contro tali capi (pastori) e contro il gregge (popolo; v. 3; v. 4 contrasto con Messia).

 

▬ Letteratura

Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), articoli: «Profeta (ambito ministeriale)», pp. 279ss; «Falsi profeti», pp. 281s; «Falsi legittimi», p. 283; «Profetismo: fenomeno», pp. 283s; «Profezia: proclamazione», pp. 284s.

Nicola Martella (a cura di), «Che cos'è la "profezia"?», Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 21-24.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Profeti_falsi_AT_MeG.htm

24-10-2007; Aggiornamento:

 

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