Dapprima Kyrios
pantokrátōr
ricorre come un’indistinta citazione dell’AT in 2 Cor 6,18 (l’autore citò a
senso e mise insieme parti di versi di varie brani).
Poi il resto delle ricorrenze di pantokrátōr si trova tutto in
Apocalisse. Qui serve per distinguere le persone della Deità e ciò è dovuto
all’incarnazione di Cristo (cfr. Fil 2,5ss; Gv 1,1s.14). Nell’Apocalisse Dio
Padre è chiamato «Signore Dio, il pantokrátōr» o «Colui che siede sul
trono», essendo attualmente l’autorità suprema a causa dell’incarnazione di Dio
Figlio (lo Spirito Santo è attualmente sulla terra e nella chiesa); il
riconoscimento universale di Cristo e la sua investitura è ancora futura! (Ap
5). Nell’Apocalisse Gesù compare specialmente per la sua funzione storica di
redenzione come «l’Agnello». Egli viene visto sul trono di Dio, in simbiosi con
Lui e come ricevente gli onori che sono destinati solo a Dio. L’Agnello realizza
storicamente ciò che il Signore Dio annuncia di fare personalmente. Questa
dicotomia predizionale è il «mistero di Cristo».
«Il Signore Dio che è, che era e che viene, il pantokrátōr» (1,8), è
menzionato subito dopo l’annuncio dell’avvento di Gesù (v. 7). Anche in 4,8 si
parla del «Signore Dio, il pantokrátōr, che era, che è, e che viene». In
11,17 in un’anticipazione della fine il «Signore Dio, il pantokrátōr»
viene ringraziato per aver «assunto il regno». In 15,3 il «Signore
Dio, il pantokrátōr» viene chiamato «Re delle nazioni». Poi questa
espressione ricorre in 16,7 unitamente ai giudizi veraci e giusti; nel v. 14
viene ricordata la «battaglia del gran giorno del Dio pantokrátōr». Dopo
la caduta di Babilonia, viene innalzata la lode universale «poiché il Signore
Dio nostro, il pantokrátōr, ha preso a regnare» (19,6).
Ciò che segue non è però l’avvento di «Colui che siede sul trono», ma la scena è
tutta per l’Agnello! (19,7ss). Poi a venire è poi il «Logos di Dio» (cfr. Gv
1,1s.14), riconoscibile dalla veste tinta di sangue (19,13). Quanto
preannunziato per «Colui che siede sul trono», viene adempiuto dal «Logos di
Dio»: «E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuotere con essa le
nazioni; ed egli le reggerà con una verga di ferro, e calcherà il tino del vino
dell’ardente ira del Dio pantokrátōr. 16E sulla veste e sulla coscia
porta scritto questo nome:
Re dei re, Signore dei signori»
(19,15s). È Lui a realizzare la battaglia escatologica preannunziata in 16,14
(19,19ss; 20,8s). È Lui ad assumere il regno annunziato in 11,17 (20,4.6). È lui
a diventare il «Re delle nazioni» (15,3).
Questa è la dicotomia predizionale della Bibbia: Dio annunzia di venire
personalmente e viene nel «Logos di Dio» (Theòs pròs tòn Theón «Dio
presso Dio»; Gv 1,1s), nel Figlio di Dio! «Colui che siede sul trono» e
l’Agnello, sebbene distinti come personalità, sono presentati come un’unità: il
«Signore Dio, il pantokrátōr, e l’Agnello sono il suo tempio» (21,22),
ossia l’unico luogo d’adorazione della nuova Gerusalemme.
«La benedizione e l’onore e la gloria e l’impero, nei secoli dei secoli»
da parte di tutte le creature valgono per ambedue (5,13). L’ira dell’uno è anche
quella dell’altro, sebbene in 6,16s sia evidenziata specialmente «l’ira
dell’Agnello; 17perché è venuto il gran giorno della
sua ira, e chi può reggere in piè?» (cfr. 19,15 l’Agnello esecutore «dell’ardente
ira del Dio pantokrátōr»). Ribadiamo che questo è il «mistero di Cristo».
▬ Letteratura
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Pantokrator_NT_OiG.htm
03-12-2007; Aggiornamento:
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