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Il termine ebraico maśśā’ significa letteralmente
«peso»; si trova 66 volte nell’AT, e per 57 volte viene tradotto «carico» (la
Diodati infatti traduce «il carico»). Era una formula per presentare la volontà
divina (cfr. Ml 1,1). Nell’uso secolare la parola ebraica maśśā’ si
riferiva al carico pesante messo su animali come l’asino (Es 23,5), il mulo (2
Re 5,17) e il cammello (2 Re 8,9). Quindi la parola significava un «carico
pesante», cioè un minaccioso messaggio di giudizio che venne messo sul profeta
affinché lo «trasportasse» al destinatario:
Is 15,1 «Oracolo su Moab»
Is 17,1 «Oracolo contro Damasco»
Is 19,1 «Oracolo sull’Egitto»
Na 1,1 «Oracolo relativo a Ninive…»
Hb 1,1 «Oracolo che il profeta Habacuc ebbe in visione»
Zc 9,1 «Oracolo, parola dell’Eterno, contro il paese di Hadrac»
Zc 12:1 «Oracolo, parola dell’Eterno, riguardo a Israele»
Mal 1,1 «Oracolo, parola dell’Eterno, rivolta a Israele…»
È interessante osservare che questa parola, in tempi pre-esilici, era
talmente usata dai falsi profeti, che Dio, tramite Geremia, proibì loro di
pronunciarla (Gr 23,38). {elaborazione: Argentino Quintavalle -
rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Oracolo_Lv.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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