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Qui di seguito parliamo dell’accesso multipolare alla realtà.
Il rischio
di polarizzarsi
su certi aspetti della realtà, del pensiero, delle idee, della teologia, della
dottrina e di quant’altro è grande. Ciò avviene evidenziando certi aspetti a
discapito di altri; la dialettica, il falso sillogismo e l’ideologia di
riferimento fa poi il resto. Noi uomini non abbiamo un accesso diretto alla
verità, ma solo indiretto. La verità, per accedervi, ci dev’essere rivelata. Ora
la verità biblica ci è stata rivelata, ma in essa non è tutto evidente per
noi. A ciò si aggiunga che siamo portati a interpretare la verità rivelata
con la cultura dei nostri giorni, con le nostre appartenenze, le nostre
convenienze e i nostri bisogni.
Per non
snaturare la verità rivelata in senso ideologico, bisogna per prima cosa
praticare un’esegesi contestuale rigorosa. Per certi temi come «chi è
Dio?», «chi sono io?», «com’è la realtà?», non si può procedere con una scelta a
priori, che si cerca
poi di verificare con la Bibbia e con l’esperienza. In queste come in
alte questioni una scelta di parte (p.es. Dio è solo amore; Dio è solo
giustizia) porta a mortificare la realtà, a deturparla e a snaturarla. Per tale
motivo si creano molte polarizzazioni ideologiche, a cui altri rispondono con il
contrappasso; la medicina può essere peggio della malattia. Sul piano biblico,
per noi l’unica possibilità di accedere alla verità è di comporre uno schema
multipolare in cui su un certo tema vengono messe in relazione tutte le
coppie antinomiche che ricorrono nella sacra Scrittura, senza rimuovere o
sopprimere alcuno di questi elementi chiave.
Questo
accesso descrittivo
alla realtà è tipico degli scrittori biblici; al contrario le ideologie si
creano su ipotesi che divengono prima dichiarazioni ad alta probabilità, poi
tesi aprioristiche, quindi paradigmi assoluti e infine sovrastrutture
ideologiche (cfr. la teoria del Big Bang, l’evoluzionismo). Similmente avviene
in campo dottrinale, dove alcune affermazioni si basano su elementi parziali, su
apriorismi, sul falso sillogismo, sulla dialettica, sull’esperienza, eccetera.
Gli scrittori biblici, invece di definire in modo assoluto la realtà, la
descrivono. Questo è un atto di umiltà. Descrivendo la realtà del mondo, di Dio
o dell’uomo, essi usano proprio il metodo della multipolarità. Ad
esempio, per capire Dio, descrivendolo senza polarizzarlo, è stata
formulata questa dichiarazione di fede nel vecchio patto: «Jahwè è lento
all’ira e grande in clemenza; egli perdona l’iniquità e il peccato,
ma non lascia impunito il
colpevole, e punisce l’iniquità dei padri sui figli, fino alla terza e alla
quarta generazione» (Nu 14,18; cfr. Es 34,7; Na 1,2s). Certo a questa
dichiarazione di fede del vecchio patto bisogna aggiungere quelle del nuovo
patto, ad esempio quelle che riguardano l’azione salvifica di Dio verso il mondo
(Gv 3,16; Rm 11,15; 2 Cor 5,19; 1 Tm 2,4). {Nicola Martella}
▬ Letteratura■
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Multipolarita_GeR.htm
08-01-2008; Aggiornamento:
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