Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Šabbât

 

Dizionario biblico

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LEGGE MOSAICA NEL NT

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore per avvallare la continuità fra AT e NT, antico e nuovo patto, riguardo ai profeti, ha contestato la mia affermazione, secondo cui Gesù rese chiaro che con Giovanni battista si concluse per sempre il ministero profetico teocratico d'Israele: «La legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni». Egli ha fatto giustamente rilevare che, se ciò fosse vero, dovremmo comprendere che anche la Legge è terminata allo stesso modo dei Profeti (Mt 5,17s; Lc 16,17).

     Poi il lettore ha citato Mt 5,17s: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto».

 

Quando in uno Stato si cambia la costituzione (ad esempio da monarchia a repubblica), nel momento in cui la nuova entra in vigore, la vecchia perde il suo carattere ingiuntivo in tutti i suoi aspetti. È chiaro che fra la vecchia e la nuova «carta costituzionale» ci sono aspetti di continuità e di discontinuità; ma da quel momento in poi sono ingiuntivi del vecchio statuto solo ciò che viene espressamente menzionato nel nuovo. Il vecchio ordinamento rimane come un importante documento della storia di tale nazione. Lo stesso vale per lo statuto di una ditta, di un’associazione e di una qualsiasi corporazione.

     La relazione fra l’antico patto e il nuovo patto è simile. La legge mosaica nel nuovo patto non è più ingiuntiva o prescrittiva, ma solo descrittiva, ossia da essa si possono trarre principi morali, dove sia opportuno. Ciò significa che cose che nell’AT erano sanzionate (a volte anche con la morte), nel NT non lo sono più.

     Ecco alcuni esempi, che ho menzionato anche altrove. Dio aveva comandato che in Israele ereditassero solo i maschi, ma quando nel caso concreto tutti i maschi di una famiglia erano morti, Dio mutò la legge, permettendo anche alle donne in tale circostanza di ereditare i beni di famiglia (Nu 27,1-11; 36,2). Nell’antico patto c’era il dovere morale che, se moriva un uomo senza prole, il proprio parente più stretto esercitasse il suo obbligo morale di sposare la vedova per procreare al defunto una discendenza (Dt 25,5ss). Tale costume si chiamava «matrimonio leviratico» (cfr. il libro di Rut). Esso esisteva ancora al tempo di Gesù (Mt 22,25ss). Nel nuovo patto non c’è traccia di questo obbligo morale né i cristiani lo praticano. Si pensi anche al costume di dare la propria serva personale come concubina al marito in caso di sterilità (cfr. Agar Gn 16,1s; Bilha Gn 30,3; Zilpa Gn 30,9). Nell’antico patto chi non osservava il sabato, veniva messo a morte (Es 31,14s; 35,2). Nel nuovo patto è scritto: «L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente» (Rm 14,5). E la lista potrebbe continuare ed essere lunga.

     Dio ha mutato il patto da quello vecchio a quello nuovo (cfr. Gr 31,31ss), mettendo in quest’ultimo fuori uso il primo e la sua legge in tutti i suoi aspetti legislativi (Rm 4,14; 8,1ss; 1 Cor 9,20s; Gal 3,10; 5,18; Eb 8,13); infatti la chiesa non è una teocrazia (Stato con una legge religiosa). Quindi il suo consiglio divino e il suo piano nella storia contengono diverse tappe, di cui ognuna presenta aspetti sia continuità sia di discontinuità con lo status quo precedente. Paolo e altri scrittori del NT affermano che i credenti del nuovo patto non sono più sotto la Legge mosaica, ma sotto la grazia (Rm 6,14s). Nel concilio interecclesiale di Gerusalemme fu deciso che i cristiani gentili non erano obbligati a sottostare al «giogo della Legge» (At 15). Si capisce da sé che, avendo il nuovo patto sostituito quello vecchio (Eb 8,13), la vecchia Legge è stata sostituita dalla nuova Legge, chiamata «legge di Cristo» o «legge dello Spirito» (Rm 8,2; 1 Cor 9,20s; Gal 6,2).

     L’AT rimane una fonte d’ispirazione spirituale e morale: «Tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza» (Rm 15,4). E ancora: «Ora queste cose avvennero per servire d’esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose malvagie, come coloro ne furono bramosi… 11Ora queste cose avvennero loro per servire d’esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi» (1 Cor 10,6.11).

     Per l’approfondimento rimando in Šabbât, agli articoli «La questione della legge», pp. 51-56; «La questione della domenica», pp. 57-69.

     Quanto a Matteo 5,17s, si noti che Gesù affermò di essere venuto per adempiere alla legge e i profeti; e ciò Egli lo fece. Infatti, in questo Evangelo viene ricordato, quasi fino alla noia: «…affinché si adempiesse quello che era stato detto…» (Mt 1,22; 2,15.23; 4,14; 8,17; 12,17; 13,35; 21,4; 26,56). Riguardo ai due discepoli delusi e affranti sulla via verso Emmaus, è scritto che Gesù, «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano» (Lc 24,27).

     Che cosa rimane incompiuto? Rimangono incompiute tutte le predizioni relative al regno messianico fatte dai profeti. Ciò accadde perché il popolo giudaico nel suo complesso rifiutò Gesù come Messia, specialmente i capi, scartandolo come una pietra inadatta: «Io vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti» (Mt 21,43). Egli era venuto come Messia-Re ed era stato acclamato come tale (Mt 21,9), ma i capi s’indignarono (v. 15). Perciò Gesù disse loro: «Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. 39Poiché vi dico che d’ora innanzi non mi vedrete più, finché diciate: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”» (Mt 23,39). Le predizioni profetiche, sebbene non invalidate, si sarebbero adempiute secondo le direttive predizionali di Gesù stesso (Mt 24) e secondo quanto Dio comunicò alla chiesa mediante lo Spirito Santo (1 Cor 15; 2 Ts 2; Ap).

 

▬ Letteratura

Nicola Martella, Šabbât (Punto°A°Croce, Roma 1999), articoli: «La questione della legge», pp. 51-56; «La questione della domenica», pp. 57-69.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Legge_NT_Sh.htm

08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010

 

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