Un'ironia mostra ciò che non bisogna fare,
magari comandandolo. Come esempio rimando a
«Come
uccido la mia chiesa locale». Questo genere letterario afferma una cosa,
intendendo proprio il contrario.
A volte le cose esplicite ci appaiono
troppo usuali e, come tali, non stimolano più il nostro intelletto né fanno
colpo abbastanza; ma, se dette al contrario, attirano la nostra attenzione e
provocano una nostra reazione salutare. Non tutti comprendono l'ironia e a
volte, credendo che l'autore intenda proprio ciò che afferma, ciò viene
considerato una provocazione indebita o un'offesa morale; infatti non
tutti hanno probabilmente le antenne per sintonizzarsi su un simile programma.
Chiaramente
l’ironia può
diventare un’arma a doppio taglio, o per la verità o contro di essa; come un
bisturi può salvare la vita, può danneggiarla o addirittura uccidere, se usata
male o mal compresa. Ciò però non dipende dall'ironia in sé, quale genere
letterario, ma da chi la usa; infatti essa vuole solo risvegliare le coscienze
sopite.
L'ironia può
anche essere l'ultima risorsa dinanzi a chi non è veramente interessato a sapere
la verità, ma la strumentalizza per i suoi fini ideologici.
Ecco qui di seguito un esempio biblico. Visto che i profeti di Achab dicevano
ciò che lui voleva, Giosafat lo sollecitò di far venire il profeta Mikajah per
consultare l’Eterno. «E, come fu giunto dinanzi al re [Achab], il re gli
disse: “Mikajah, dobbiamo noi andare a far guerra a Ramoth di Galaad, o no?”.
Quegli rispose: “Va’ pure, tu vincerai! L’Eterno la darà nelle mani del re!”»
(1 Re 22,15). In pratica aveva risposto come i falsi profeti del re (v. 12s).
Achab però, marpione com’era, aveva ben capito l’antifona (v. 16) e chiese la
verità, cosa che Mikajah non mancò poi di dirgli (vv. 17ss).
Un'ironia non afferma che facendo il contrario
di ciò che dice, si riuscirà in ogni cosa. Essa vuol essere in fondo una provocazione
per lo spirito, accendendo l’intelletto e la riflessione, che magari sono andati
da tempo nello standby mentale. Un’ironia è solo il detonatore, non
l’esplosivo in sé; è solo il catalizzatore, non l’intero processo chimico.
Un’ironia è uno
stimolo
forte e provocante alla riflessione e al cambiamento. Essa non presenta
soluzioni, ma interrogativi. Non cerca responsabili (colpevoli), ma vuole
rendere responsabili (ragionevoli, impegnati).
Poi, una volta messo in moto il
processo cognitivo, chissà, sviscerando tutti gli aspetti della questione, si
arriverà alla constatazione che bisogna andare oltre tali singole
questioni. Allora si realizzerà quanto segue: «Queste sono le cose che
bisognava fare, senza tralasciare le altre» (Mt 23,23).
▬ Letteratura■
Nicola Martella,
«Come uccido la mia chiesa locale»,
Motti di
spirito
(Punto°A°Croce, Roma 1995), p. 76
■
Nicola Martella,
«Come uccido la mia chiesa locale»,
Elementi della fede:
Dottrine fondamentali della fede cristiana
(Associazione Soli Deo Gloria, Piacenza 2009), p. 39.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Ironia_Mds.htm
02-10-2009; Aggiornamento:
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