❒
Nessuno sa con certezza chi scrisse il libro di Giobbe e quando
fu scritto perché si presenta come un’opera anonima. Probabilmente, prima che ci
fosse un libro di Giobbe, c’era una storia di Giobbe. Il Talmud dice che lo
scrittore è Mosè, ma considera la storia di Giobbe come una parabola del popolo
giudaico e, nello stesso tempo, per rispondere alla questione teologica del
perché il giusto soffre (Talmud Baba Bathra 15a). Il Talmud Baba Bathra 14b dice
così: «Mosè ha scritto il suo libro [il Pentateuco]…e anche il Libro di Giobbe».
Egli lo avrebbe scritto durante il soggiorno nel deserto di Madian e pronunciato
ai suoi fratelli sofferenti in Egitto come supporto e conforto ai loro pesi e
come incoraggiamento della loro speranza che Dio li avrebbe liberati e
arricchiti come fece con Giobbe. È probabile che Mosè abbia contribuito a
redigere il libro. Si noti che nei primi due e negli ultimi cinque capitoli è
spesso usato il nome «Jahwè», che manca però nella parte centrale, ad eccezione
di un solo brano (12,9). [Jahwè ricorre due volte nel capitolo 1 e una nel
capitolo 2; una nel capitolo 12 e una nel 38°; tre volte nel capitolo 40 e
cinque volte nel capitolo 42]. È quindi plausibile che Mosè lo abbia tradotto
dall’aramaico, poiché il nome di Jahwè era quasi sconosciuto ai patriarchi prima
di Mosè (Es 6,3).
Questa
tradizione renderebbe conto dei seguenti aspetti: 1) Il libro fu accolto dagli
Ebrei e inserito nel canone. 2) Spiegherebbe l’ambiente patriarcale che appare
nel libro. 3) Spiegherebbe le espressioni aramaiche, perché altrimenti, lo stile
sarebbe un grosso ostacolo per l’attribuzione del libro a Mosè.
I
dettagli relativi alle lunghe conversazioni riportate nel libro di Giobbe fanno
pensare che l’autore fosse un testimone oculare. Giobbe, come qualsiasi altro
testimone oculare, avrebbe ricordato ciò che era stato detto, ma a differenza di
altri solo lui poteva conoscere la profondità della propria esperienza. Il libro
rispecchia la vita vissuta dall’autore stesso ed è stato ispirato dalle sue
personali e sofferte lotte di fede. Nei centoquaranta anni che visse, dopo aver
recuperato la salute, Giobbe avrebbe avuto tempo più che sufficiente per
comporre il libro. Questo punto di vista sembra più plausibile dell’ipotesi che
un autore, centinaia di anni più tardi, abbia messo per iscritto quanto era
stato tramandato per secoli dalla tradizione orale. Nessuno, del resto, ha mai
dimostrato che Giobbe non sia l’autore (a parte naturalmente i versetti finali
che parlano della sua morte). Giobbe voleva che la sua esperienza fosse scritta
(Gb 19,23s). La parola «scrivere» (kāṭab) compare tre volte in questo
libro (13,26; 19,23; 31,35). Questo indica che l’arte della scrittura era comune
nel paese. La lingua scritta proto-cananaica e quella proto-ebraico erano
probabilmente già in uso, e l’ebraico di Giobbe è molto antico.
Al
tempo dell’AT, alcuni usavano annotare i fatti che li riguardavano in terza
persona. Naturalmente qualcun altro può aver scritto gli ultimi due versetti
(42,16s), che parlano dell’età e della morte di Giobbe. Anche questo era
abbastanza frequente (ad esempio, Dt 1-33 fu scritto da Mosè, ma il Dt 34, che
racconta della sua morte, fu aggiunto successivamente da altri).
Il
fatto che il libro si trova tra gli Scritti Sacri ebraici, rende probabile il
fatto che Mosè ne sia venuto a conoscenza durante i quaranta anni che egli ha
passato nella terra di Madian, e che, per guida divina, l’ha presentato come
Scrittura Sacra agli Israeliti, ai quali, nella loro afflizione, la fede e il
restauro di Giobbe, sono serviti come incoraggiamento.
Secondo
il dott. Lightfoot è stato Elihu a scrivere il libro, o almeno i dialoghi, ma è
una teoria che non si può dimostrare, né con il testo, né con la tradizione.
Altri,
per certe affinità linguistiche con i libri sapienziali di Salomone, hanno
ipotizzato che esso sia stato originariamente scritto in arabo e in seguito
tradotto in ebraico da Salomone (p.es. Lutero). Tuttavia, tali affinità si
possono spiegare in modo più plausibile: Giobbe fu il primo dei libri
sapienziali e divenne il modello linguistico e letterario per l’intera
letteratura sapienziale successiva.
Tra
altri possibili autori viene citato Salomone (per via di alcune somiglianze tra
Gb 28 e Pr 8). Nel canone ebraico si trova prima di Proverbi, Ecclesiaste e
Cantico, il che potrebbe avallare questa tesi, (ma abbiamo visto che la
tradizione ebraica lo attribuisce a Mosè e non a Salomone). Altri ipotizzano
Ezechia, Isaia o qualcuno dopo l’esilio a Babilonia, ad esempio Esdra. Alcuni
studiosi ipotizzano che il libro di Giobbe sia stato composto nell’arco di molti
anni da diversi autori e redattori, ciascuno dei quali aggiunse dei piccoli
brani all’opera originale. Numerose caratteristiche, tuttavia, fanno pensare a
un unico autore, e molti riferimenti incrociati all’interno del libro ne mettono
in risalto l’unità. Ma possiamo dimostrare l’inesistenza di questi autori con il
seguente schema di 57 citazioni del libro di Giobbe che si trovano nel resto
della Bibbia:
Giobbe |
Citato in |
|
Giobbe |
Citato in |
3,3-11 |
Gr 20,14,15,18 |
|
14,1s |
Sal 90,3.5s |
3,16 |
Sal 58,8 |
|
15,35 |
Sal 7,14; Is 59,4 |
3,21 |
Pr 2,4 |
|
16,10 |
Sal 22,13; Mi 5,1 |
4,3s |
Is 35,3 |
|
17,7 |
Sal 6,7; 31,9 |
4,8 |
Pr 22,8; Os 10,13 |
|
18,5 |
Pr 13,9; 24,20 |
5:3 |
Sal 37,35s |
|
19,5-9.13 |
Sal 38,16; 88,8; 89,44 |
5,10 |
Sal 65,9 |
|
19,13s |
Sal 88,8.18 |
5,13 |
1 Co 3,19 |
|
19,26 |
Sal 17,15 |
5,14 |
Is 59,10 |
|
19,29 |
Sal 58,10s |
5,15 |
Sal 35,10 |
|
21,30 |
Pr 16,4; Sf 1,15-18; 2
Pt 2,9 |
5,17 |
Sal 94,12; Pr 3,11; Eb 12,5 |
|
23,10 |
Sal 56,10 |
5,:20 |
Sal 33,19; 37,19 |
|
23,11 |
Sal 44,18 |
5,21 |
Sal 31,20 |
|
24,14s |
Sal 10,8.11; 11,4 |
5,25 |
Sal. 2,16; 112,2 |
|
24,23 |
Pr 15,3 |
6,4 |
Sal 38,2 |
|
26,8 |
Pr 30,4 |
7,7 |
Sal 78,39 |
|
28,13 |
Pr 3,13 |
7,10 |
Sal 103,16 |
|
28,15 |
Pr 3,14s |
7,17 |
Sal 8,4;
114,3 |
|
28,28 |
Pr 1,7; 9,10; Sal 111,10 |
8,13 |
Pr 10,28 |
|
29,18 |
Sal 30,6 |
8,22 |
Sal 35,26; 109,29 |
|
30,9 |
Sal 69,12 |
9,34 |
Sal 39,10 |
|
30,16 |
Sal 42,4 |
10,3 |
Sal 138,8 |
|
31,7 |
Sal 44,18.21 |
10,8 |
Sal 119,73 |
|
32,8 |
Pr 2,6 |
10,10s |
Sal 139,14-16 |
|
32,21 |
Pr 24,23 |
10,20s |
Sal 39,5.13 |
|
34,11 |
Pr 24,12 |
11,17 |
Sal 37,6 |
|
35,12 |
Pr 1,28 |
11,18s |
Is 17,2; Ez 34,28; Mi
4,4; Sf 3,13 |
|
36,19 |
Pr 11,4 |
13,21.28 |
Sal 39,10s |
|
36,26.27.32 |
Sal 90,2; 147,8 |
|
|
40,4s |
Sal 51,4 |
A questo elenco forse possiamo
aggiungervi Gb 26,13 citato in Is 51,9, ma non è certo che si riferisca alla
stessa cosa. Queste citazioni dimostrano che il libro era ben conosciuto ed era
stato già scritto ai tempi di Davide e Salomone. I critici sono dunque in errore
quando vogliono datare il libro tra il 7° e il 4° secolo a.C. Possiamo anche
notare come molti Salmi trattano gli argomenti di Giobbe, ma in essi non
troviamo mai la stessa animata e veemente discussione. {elaborazione: Argentino
Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura■
■
■
■
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Giobbe_libro_R12.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
|