Un lettore per avvallare la continuità fra AT e NT, antico e nuovo patto,
riguardo ai profeti, ha affermato quanto segue: «Se Dio mutasse uno solo
dei suoi comandamenti, Egli non sarebbe più giusto, immutabile, infallibile;
bensì sarebbe volubile come noi esseri umani». Analizziamo qui di seguito
tale asserzione. L’immagine
di Dio proposta dal lettore è quella della dogmatica ma non quella della storia
biblica. Ecco alcuni esempi. Dio aveva comandato che in Israele ereditassero
solo i maschi, ma quando nel caso concreto tutti i maschi di una famiglia erano
morti, Dio mutò la legge, permettendo anche alle donne in tale
circostanza di ereditare i beni di famiglia (Nu 27,1-11; 36,2). Nell’antico
patto c’era il dovere morale che, se moriva un uomo senza prole, il proprio
parente più stretto esercitasse il suo obbligo morale di sposare la vedova per
procreare
al defunto una discendenza (Dt 25,5ss). Tale costume si chiamava «matrimonio
leviratico» (cfr. il libro di Rut). Esso esisteva ancora al tempo di Gesù
(Mt 22,25ss). Nel nuovo patto non c’è traccia di questo obbligo morale né i
cristiani lo praticano. Si pensi anche al costume di dare la propria serva
personale come concubina al marito in caso di sterilità (cfr. Agar Gn
16,1s; Bilha Gn 30,3; Zilpa Gn 30,9). Nell’antico patto chi non osservava il
sabato, veniva messo a morte (Es 31,14s; 35,2). Nel nuovo patto è
scritto: «L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni
uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente» (Rm 14,5). E
la lista potrebbe continuare ed essere lunga. Per l’approfondimento rimando in
Šabbât,
agli articoli «La questione della legge», pp. 51-56; «La questione della
domenica», pp. 57-69. Quando
diciamo che Dio sia immutabile, dobbiamo stabilire che cosa significa.
Quando si cita: «Io, l’Eterno, non muto» (Mal 3,6), bisogna continuare a
leggere: «E perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati»; e
bisogna leggere anche il contesto, che mostra il quadro amorale dei Giudei del
tempo. Quindi l’affermazione di Dio indica che egli non viene meno al giuramento
fatto ad Abramo relativamente al fatto che la sua progenie non verrà mai
distrutta (Gn 22,16s; 2 Re 8,19; Is 43,1ss; Eb 6,13s). Quindi Dio non ritira le
sue promesse. Anche in Gcm 1,17 l’autore dopo aver ricordato che «ogni
donazione buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto, dal
Padre degli astri luminosi», aggiunge che presso di Lui «non c’è
variazione né ombra prodotta da rivolgimento». È chiaro che l’ultima parte
si riferisce alla prima: ossia Dio non è volubile e non ritira le sue promesse.
L’autore dell’epistola agli Ebrei applica il termine «immutabilità» al consiglio
di Dio relativo alla promessa, che egli confermò con un giuramento (Eb 6,16s);
perciò egli concluse che poiché al riguardo «è impossibile che Dio abbia
mentito, troviamo una potente consolazione» (v. 18). Vediamo però
tante volte, in cui Dio ha ritirato il giudizio annunziato, ossia quando
c’è stato un ravvedimento all’ultima curva o l’intercessione di qualcuno.
L’espressione «l’Eterno si pentì del male che aveva detto di fare»
intendeva che a Dio dispiacque di aver annunziato un certo giudizio (Es 32,14
[vv. 1ss intercessione]; 2 Sm 24,16 [v. 17 pentimento di Davide]; Gr 26,19
intercessione; Am 7,3.6 intercessione; Gna 3,10 pentimento). Giona fu indignato
con Dio riguardo ai Niniviti (Gna 4,1ss). Dio ha
mutato il patto da quello vecchio a quello nuovo (cfr. Gr 31,31ss), mettendo
in quest’ultimo fuori uso il primo e la sua legge in tutti i suoi aspetti
(Rm 4,14; 8,1ss; 1 Cor 9,20s; Gal 3,10; 5,18; Eb 8,13); infatti la chiesa non è
una teocrazia (Stato con una legge religiosa). Quindi il suo consiglio divino e
il suo piano nella storia contengono diverse tappe, di cui ognuna presenta
aspetti sia continuità sia di discontinuità con lo status quo precedente. Non solo
questo, ma Dio stesso è mutato. Se non comprendiamo questo, non
intenderemo mai il mutamento epocale che ha costituito l’incarnazione. Il Logos,
che era Dio presso Dio (Gv 1,1s), essendo stato fatto carne (v. 14), annichilì
se stesso e divenne uomo (Fil 2,6ss). Ora sebbene Dio lo abbia sovranamente
innalzato (vv. 9s), Gesù Cristo rimane per sempre uomo alfine di garantire la
salvezza ed essere mediatore per sempre: «Uno è infatti Dio, uno e mediatore
di Dio e degli uomini, l’uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2,5). Non è un caso che
nella visione del futuro Giovanni vide Gesù come un agnello che era stato
scannato (Ap 5,6).
Concludendo, prendiamo atto che il metodo di coloro, che vogliono a tutti i
costi evidenziare la continuità fra vecchio e nuovo patto, è quello di
assolutizzare ciò che è relativo solo a qualcosa di specifico oppure di
usare in modo strumentale qualcosa di assoluto per difendere un’altra categoria
di cose (p.es. profezia, così parla il Signore, segni e prodigi). Abbiamo visto
che, se Mal 3,6
fosse vero nel suo aspetto ontologico, che si suggerisce, l’incarnazione del
Logos di Dio (Dio presso Dio; Gv 1,1s.14) sarebbe stata qualcosa di impossibile.
Abbiamo visto che, in effetti, Dio disse ciò relativamente al resto: «…e
perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati»; ossia, nonostante il
loro stato peccaminoso e l’annunzio futuro del giudizio (v. 5), Dio s’impegnava
a mantenere la sua parola: la stirpe d’Abramo non sarebbe stata mai annientata
(Is 6,13). Questo verso quindi non dice nulla sul fatto che Dio non cambi il suo
modo di agire nella storia. Il passaggio dal vecchio al nuovo patto, dalla
teocrazia d’Israele (la legge religiosa era la legge dello stato) alla chiesa,
rese necessari molti cambiamenti (cfr. At 15; Eb). A volte
confondiamo quello che Dio è veramente con l’immagine che ci siamo costruiti di
Lui. Pensiamo che un Dio infallibile non possa mutare nulla né mutare Egli
stesso, perché ciò lo renderebbe volubile. Questo non è però il Dio della
storia, ma il Dio della filosofia dogmatica! Per l’approfondimento si veda
l’articolo «Chi è Dio?» in
Entrare nella
breccia, pp. 103-111.
▬ Letteratura■ Nicola Martella, «Chi è Dio?»,
Entrare nella Breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 103-111.
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Nicola Martella, Šabbât (Punto°A°Croce,
Roma 1999), articoli: «La questione della legge», pp. 51-56; «La
questione della domenica», pp. 57-69.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Dio_immutabile_Sh.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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