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L’espressione il «Dio di Giacobbe»
ricorreva, insieme agli altri due patriarchi, quando era nome proprio (Es
3,6.15; 4,5). Nei brani lirici si trattava di un’espressione poetica per il «Dio
d’Israele», spesso parallela a «l’Eterno [degli eserciti]» o in contesti
positivi di salvezza o di sicurezza (cfr. 2 Sm 23,1; Sal 20,1; 24,6; 46,7.11;
75,9; 76,6; 81,1.4; 84,8; 94,7; 114,7; 146,5). Israele era il soprannome di
Giacobbe. Anche nei Profeti era un’espressione per designare il «Dio di Giuda»,
con cui i profeti identificavano il vero Israele (tempio Is 2,3; Mi 4,2). Anche
nel NT questa espressione, laddove non indicava il nome proprio del patriarca
nella formula classica (Mt 22,32; Mc 12,26; Lc 20,37), fu connessa al tempio (At
7,46). {Nicola Martella}
▬ Letteratura
■ Nicola Martella, «Dio dei padri», Manuale
teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 139s.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Dio_di_Giacobbe_AT.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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