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Deriva dal greco diaspéirein «disperdere», da cui
diasporà «dispersione». Indicava i Giudei viventi fuori della Palestina,
la dispersione della popolazione ebraica fuori dalla terra d’Israele. A volte il
termine
diaspora si riferiva al solo stanziamento volontario di Ebrei fuori della
sede di origine e non già anche nella golà (esilio), ovvero alla loro
sussistenza coatta lontano dalla terra d’Israele. In base a entrambe le
accezioni la diaspora ebraica era assai precedente al 70 d.C., data in cui
avvenne la distruzione del tempio di Gerusalemme a opera di Tito e alla quale
solitamente si fa risalire.
La prima dispersione avvenne per opera degli Assiri, i
quali deportarono le dieci tribù del «regno del nord». La seconda avvenne a
opera di Nebukadnezar, quando deportò le tribù del «regno del sud» (Giuda e
Beniamino). Quando nel 536 a.C. l’editto di Ciro consentì agli ebrei esiliati in
Babilonia di recarsi di nuovo in Giudea, non tutti ripresero la via del ritorno,
anzi lo stanziamento ebraico babilonese crebbe costantemente e Babilonia
divenne, a partire dai primi secoli dell’era cristiana, il più importante centro
culturale ebraico (egemonia che conservò fino all’11° secolo). L’altro grande
insediamento ebraico nel mondo antico ebbe luogo in Egitto: in epoca ellenistica
la comunità di Alessandria risultò in grado di fornire apporti culturali di
primaria importanza, come la traduzione greca della Bibbia detta «dei Settanta»
e l’opera del filosofo Filone.
Il popolo ebraico ha influenzato la storia dell’umanità
come pochi altri. Non è famoso per la sua civiltà e la sua cultura, come gli
Egiziani, né per il suo sviluppo commerciale, come i Fenici, né per la
filosofia, come i Greci, e tanto meno per la costruzione di un impero, come i
Romani: il suo contributo alla storia dell’umanità è la sua religione.
Dalla religione del popolo d’Israele è nato il
cristianesimo: infatti, Gesù di Nazareth era Ebreo, ed Ebrei erano gli apostoli
e i primi discepoli. La Sacra Scrittura degli Ebre era anche il libro sacro di
Gesù e dei primi cristiani; ancora oggi, essa è parte di quella che i cristiani
considerano parola di Dio, la Bibbia, sotto il nome di Antico o Vecchio
Testamento.
Dopo varie rivolte contro l’occupazione romana, nel 130
d.C. il loro Stato venne distrutto e gli abitanti furono costretti a lasciare il
paese. In quell’anno i Romani distrussero il tempio di Gerusalemme. Nonostante
la dispersione (o diaspora), il popolo, ovunque in minoranza e in
contrasto con la maggioranza cristiana, sopravvisse a tutte le persecuzioni ed
emarginazioni cui è stato sottoposto nel corso dei secoli. Esso è rimasto,
comunque, sempre rilegato nei ghetti ed escluso dalla vita civile, economica e
sociale dei paesi ospiti. È riuscito a ottenere i diritti civili nella maggior
parte degli Stati solo a partire dal diciottesimo secolo. {elaborazione:
Argentino Quintavalle - rielaborazione: Nicola Martella}
▬ Letteratura
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Diaspora_Ger.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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