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Negli Evangeli si legge: «È più facile che un cammello passi
dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli» (Mt 19,24).
In realtà Girolamo, che tradusse il testo dal greco al latino, interpretò la
parola
kámēlos (ebr.
gāmāl) letteralmente come «cammello», mentre nel gergo marinaro
significava «gomena», ossia la grossa fune utilizzata per l’attracco delle navi.
Il senso della frase resta sostanzialmente lo stesso, ma acquista molta più
coerenza. A parte ciò, questo spiega perché lo scaricatori
del porto di Genova si chiama «camalo» o «camallo». Questo termine
proviene dall’arabo, dove
hamal significa «dromedario». Anticamente, tale termine stava a
indicare una grossa fune, usata nei porti per lo scarico delle merci dalle navi
attraccate. Ciò fa quindi supporre che nei brani evangelici
kámēlos sia riferito al «camallo», una grossa fune, piuttosto che
all’animale stesso. Anche in italiano vari attrezzi sono chiamati col nome di
animali (p.es. pappagallo, piede di porco).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Cammelli_nautici_Mt.htm
18-08-2007; Aggiornamento: 17-08-2015
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