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Ecco qui di seguito le due posizioni.
■ Tricotomia?: Si afferma che l’uomo sia formato di corpo, anima e
spirito. Questo è un approccio dogmatico.
Secondo me qui si confondono le funzioni dell’essere con le parti
dell’essere. Esegeticamente parlando, l’uomo, fintantoché vive, è
un’anima (ossia una persona; Gn 2,7). Quando muore, smette di essere «anima»
(persona in senso storico su questa terra) e i suoi due componenti principali
hanno un destino differente: il corpo diventa polvere, lo spirito torna a Dio
(Ec 12,9). In una gran parte di testi biblici il termine «anima» è tradotto
semplicemente con «persona», poiché intende la globalità dell’essere.
■ Dicotomia: L’uomo è composto di due sostanze, il corpo e lo spirito.
Esse unite insieme alla creazione, diedero luogo all’«anima», ossia alla persona
(Gn 2,7). Il concetto «anima» in ebraico è associato sia al respiro sia al
desiderio; perciò caratterizza l’uomo fintantoché vive su questa terra. Alla
morte, dividendosi lo spirito personale dal corpo personale, la persona si
«sfalda»; lo spirito personale porta in sé tutte le caratteristiche della
personalità e non si estingue, ma nel luogo trascendentale in cui va, pur
essendo sensibile e cosciente, è inattivo sul piano storico. La persona
(l’anima) termina quindi in senso esistenziale e storico con la morte. Alla
risurrezione lo spirito personale verrà ricongiunto al corpo personale creato a
nuovo e insieme daranno luogo alla «persona» in senso completo.
■ Gli equivoci: Il problema è che oggigiorno si attribuisce all’«anima»,
ciò che la Bibbia attribuisce allo «spirito». Ciò è successo probabilmente già
nel mondo greco. Biblicamente parlando, lo «spirito» è la personalità
dell’essere, mentre «l’anima» è la persona fintantoché vive su questa terra.
Come detto, alla morte tale spirito non viene annientato, ma va o nel Paradiso
di Dio o nell’Ades in attesa della risurrezione e, quindi, rispettivamente della
vita eterna e della morte eterna. È lo spirito quindi a non estinguersi (aspetto
ontologico), mentre la persona (l’anima) in senso esistenziale e storico termina
con la morte e verrà ricostruita alla risurrezione.
▬ Letteratura■
Nicola Martella,
Temi delle origini.
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006): «L’uomo quale
immagine di Dio», pp. 134-145; «Immagine di Dio e dominio della terra», pp.
146-163; «La creazione dell’uomo», pp. 232-247.
■ Nicola Martella,
Esegesi delle origini.
Le Origini 2
(Punto°A°Croce, Roma 2006), particolarmente «L’uomo tratto dalla
terra 2,7», pp. 115-127. Si veda qui anche l’esegesi di Gn 1,26s; 3,19. ■ Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico
Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002): «Antropologia 1: specie e genere», pp. 86s;
«Antropologia 2: globalità dell’essere», pp. 87s; «Antropologia 3: componenti
principali», pp. 89s; «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss; «Immagine
e somiglianza di Dio», p. 183; «Persona», pp. 274ss; «Uomo (essere umano)», pp.
372s. ■ Nicola Martella,
La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1
(Punto°A°Croce, Roma 2003): «Valore di un quadro antropologico globale per
malattia e guarigione», pp. 141-145.
■ Nicola Martella,
Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003): «Antropologia e Bibbia», pp. 47s; «Antropologia e
medicina alternativa», pp. 48s; «Antropologia e paramedicina», pp. 49-53. ■ Nicola Martella
(a cura di), Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1
(Punto°A°Croce, Roma 2007): «La morte», pp. 187ss; «Lo stato
personale dopo la morte», pp. 193-196; «Il sonno dell’anima?», pp. 197-209.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Antropologia_biblica_Mds.htm
08-05-2007; Aggiornamento: 08-07-2010
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