Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Dizionario biblico

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANGELI O INVIATI?

 

 di Nicola Martella

 

1.  LE ASPETTI GENERALI

 

1.1.  IL LIMITE DELLE TRASPOSIZIONI LINGUISTICHE: Ci sono termini, come «angelo», «apostolo» e «profeta», che creano continuamente fraintendimenti. Questo è dovuto al fatto che essi non furono tradotti in latino, ma semplicemente latinizzati, creando così molti equivoci. Sulla base della tradizione furono poi riportati nelle lingue correnti, ossia nel nostro caso italianizzati. Così succede che, quando sentiamo i termini «angelo», «apostolo» e «profeta», pensiamo oggigiorno subito rispettivamente a un essere celeste, a uno dei dodici apostoli di Gesù e a qualcuno che predice il futuro. Ciò è limitativo e fuorviante riguardo alla comprensione dell’intero NT.

     Se andassimo però ai tempi del NT, ci renderemmo conto che tali termini avevano un o spettro di accezioni molto più vasto, erano usati molto più frequentemente nel linguaggio usuale con altri e più comuni significati e significavano semplicemente quanto segue: ánghelos «inviato, messaggero», apóstolos «mandato, incaricato» e profētēs «proclamatore».

 

1.2.  LE QUESTIONI  DI BASE: Nella Bibbia nelle lingue originali il termine «angelo» non esiste, poiché il termine ebraico male’ak e quello greco ánghelos significano in realtà «inviato, messaggero, rappresentante, mediatore» sia degli uomini (cfr. Pr 17,11; Lc 7,24; 9,52; Gcm 2,25), sia di Dio, tanto uomini di Dio (Ag 1,13 profeta; Mal 2,7 sacerdote), quanto esseri celesti; sono stati i traduttori a inventarlo, italianizzando il termine greco. Tuttavia, che quegli esseri trascendentali, che noi chiamiamo «angeli» esistano, pur mancando nella Bibbia tale termine specifico, è dato dal fatto che essi sono i «messaggeri di Dio» (Gn 21,17; 32,1; Lc 12,8s), «messaggeri del cielo» (Mt 24,36) o «santi messaggeri» (Mc 8,38; Ap 14,10), sono mandati da Lui dal cielo per eseguire i suoi ordini, e al cielo ritornano, per servire l’Onnipotente (Gn 28,12; Gdc 13,20; Mt 28,2; Lc 2,15; 22,43).

     Si veda il paradosso in Malachia 3,1, in cui lo stesso termine è stato riportato in due modi differenti per un profeta e per il Messia, creando addirittura la base per la formulazione di una falsa dottrina, secondo cui il Messia sarebbe stato un «angelo»! Tale verso è da tradurre radicalmente così: «Ecco, io vi mando il mio inviato, affinché prepari la via davanti a me. E subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; e l’inviato del patto, che voi bramate: ecco, egli viene, dice l’Eterno degli eserciti». Il primo inviato è Giovanni Battista (Mt 11,10s gr. ánghelos; cfr. Mc 1,2-4), mentre il secondo è Gesù Messia.

     «Angelo» è un termine tecnico concepito dai teologi, per caratterizzare tali esseri trascendentali e per distinguere questa categoria da altre (p.es. cherubini, serafini; sono anch’essi termini italianizzati, che in ebraico significano qualcosa!).

 

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI

 

2.1.  «ANGELI» MOLTO UMANI: A volte viene citato Apocalisse 1,20, per parlare di presunti angeli preposti alle chiese. Tale brano recita come segue: «Le sette stelle sono gli inviati [ángheloi] delle sette chiese». Come mostrano i capitoli 2-3, si trattava di responsabili di chiesa, a cui Gesù si rivolse, distinguendoli dalle relative chiese (i candelabri). L’espressione «inviati [apóstoloi] delle chiese» si trova letteralmente in 2 Corinzi 8,23, dove indica «i nostri fratelli».

     Il termine greco ánghelos significa «inviato, messaggero, responsabile, rappresentante»; esso era abitualmente usato per gli uomini: Mt 11,10 per Giovanni battista (v. 9 profeta); Lc 7,24 discepoli di Giovanni battista; Lc 9,52 inviati di Gesù; Gcm 2,25 i messi accolti da Raab. Solo il contesto mostrava che si trattata, a volte, di «inviati celesti»; si veda, ad esempio: ánghelos del Signore Mt 1,20.24; 2,19; 28,2 (sceso dal cielo); Lc 1; 2,9; At 5,19; 8,26; 12,7.23; nei cieli Mt 18,10; 22,30; dei cieli Mt 24,36; di Dio Lc 12,9s; 15,10; Gv 1,51; At 10,3s; 27,23; Gal 4,14; Eb 1,6; dal cielo Lc 22,43; Gal 1,8.

 

2.1.  ANGELI UMANI, SÌ APOSTOLI: In tal senso, ánghelos e apostolos «mandato, inviato, incaricato, ecc.» significavano cose simili; si veda al riguardo, come abbiamo già indicato sopra, «inviati [apóstoloi] delle chiese» (2 Cor 8,23), confrontandoli con gli «inviati [ángheloi] delle sette chiese» (Ap 1,20). Nel NT si usa apóstolos solo in riferimento agli uomini (anche per Cristo rispetto a Dio Padre; Eb 3,1), e cioè in modo assoluto (Rm 11,13) o con la specificazione del mandante (Cristo Gesù; 1 Cor 1,1; 1 Pt 1,1); tale termine non fu mai usato per gli esseri celesti. Come abbiamo visto, le cose sono differenti per ánghelos, a causa dell’ambiguità del termine; perciò, si specificava sempre di chi fosse l’inviato (terreste o celeste), a meno che non fosse evidente nel contesto.

 

Per l’approfondimento:

     ■ Sui cosiddetti «angeli» in Apocalisse 2-3 si veda in Nicola Martella (a cura di), Uniti nella verità, come affrontare le diversità (Punto°A°Croce, Roma 2001), nell’articolo «La conduzione quale chiave dell’unità» il punto «4.3. Le lettere alle sette chiese», pp. 25s.

     ■ Sugli esseri celesti si vedano in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Cherubini», pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio (esseri celesti)», p. 162; «Inviato di Jahwè», pp. 194s.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Angeli_inviati_MT_AT.htm

13-07-2011; Aggiornamento: 27-12-2014

 

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