Agabo è una figura singolare e difficile da inquadrare. Era
un profeta del cristianesimo o del giudaismo? È difficile dirlo. A quel tempo il
cristianesimo era a maggioranza giudaica e tra il giudaismo cristiano e quello
storico era tutto fluido. Agabo viene menzionato in due circostanze specifiche
del libro degli Atti (11; 21). ■ La prima volta che Agabo comparve, fu ad Antiochia,
quando scese insieme ad altri profeti da Gerusalemme (At 11). Qui su
quanto egli «predisse per lo Spirito», ossia una «gran carestia per
tutta la terra», Luca confermò che «essa ci fu sotto Claudio» (At
11,27s). In quel tempo di estrema fluidità religiosa all’interno del giudaismo
globale (cristiano e non), predire non era riservato solo ai cristiani e neppure
farlo mediante lo Spirito (o appellarsi a Lui per predire); Giovanni, ad
esempio, attribuì al sommo sacerdote una facoltà profetica e addirittura
proditoria, legata al suo ufficio particolare e non limitata solo a Caiafa (Gv
11,49-52). Si noti comunque come Luca tiene tutto indistinto — «alcuni
profeti… e uno di loro, chiamato per nome Agabo» — come se non fosse poi
così conosciuto ai lettori. Solo un’altra volta c’è negli Atti l’espressione
«(un certo…) chiamato per nome» e si riferisce al rabbino Gamaliele, che mai
divenne cristiano e che era perciò sconosciuto alla maggioranza dei cristiani,
sebbene in Gerusalemme fosse «onorato da tutto il popolo» (At 5,34).
Agabo era quindi un profeta del giudaismo cristiano o del giudaismo storico? La
bilancia sembra pendere per la seconda possibilità. ■ Tutto ciò si rafforza in At 21,
in cui molte delle cose che Agabo predisse non si avverarono nel modo che
egli le annunziò. Infatti, di lui è scritto che a Cesarea (sulla costa della
Palestina) «scese dalla Giudea
un
certo profeta, di nome Agabo, il
quale, venuto da noi…» (At
21,10s). Luca usando «un certo» (come per Gamaliele in At 5,34) e «da
noi», rimarcò certamente una qualche distanza! Si noti pure che la sua
predizione spettacolare con richiamo allo Spirito Santo e con legamento di mani
e piedi non si avverò nei termini da lui predetti! È vero che Paolo fu
catturato dai Giudei in Gerusalemme, tuttavia non lo legarono mani e piedi, ma «gli
misero le mani addosso» (v. 27) e lo buttarono fuori del tempio (v. 30).
Quindi non solo non lo legarono mani e piedi, ma neppure lo misero «nelle
mani dei Gentili»; successe al contrario che come i Giudei cercavano
d’ucciderlo (v. 31) e comparvero il tribuno con soldati e centurioni, i primi «cessarono
di percuotere Paolo» (v. 32). Fu solo allora che i soldati (non i Giudei) su
ordine del tribuno legarono Paolo con «due catene» (v. 33), quindi neppure con
corde, come aveva detto invece Agabo.
■ Che cos’era Agabo? Dio lo sa. A quel tempo era
tutto estremamente in flusso nel giudaismo (cfr. lettera agli Ebrei) e i confini
erano tenui. Anche altri Giudei che non appartenevano ai seguaci di Cristo,
facevano opere simili nel nome di Gesù (Mc 9,38; Lc 9,49) e Gesù disse ai
discepoli che non era il loro compito di vietarlo (Mc 8,39; Lc 9,50). Questo non
significa che ciò non fosse senza conseguenze (At 19,13-16). Abbiamo visto che
Agabo era un profeta giudaico. Egli non aggiunse nulla a ciò che Paolo (At
20,22) e i discepoli (At
21,4) non sapessero già; e, come abbiamo
visto, le sue predizioni (At
21,10-13) non s’avverarono interamente
nei termini da lui detti. Ci si guardi dal trattare quella di Agabo come un
eloquente esempio di predizione biblica! Bisogna fare altresì attenzione a non
addurlo come un chiaro esempio di predizione all’interno della chiesa!
▬ Letteratura■ Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico
Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), articoli: «Profeta (ambito ministeriale)», pp.
279ss; «Falsi profeti», pp. 281s; «Falsi legittimi», p. 283; «Profetismo:
fenomeno», pp. 283s; «Profezia: proclamazione», pp. 284s.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Agabo_Sh.htm
24-10-2007; Aggiornamento: 21-03-2009
|