■ Vai all’essenziale: Nota
bene che le domande non sono ad esclusione diretta, ossia come se fosse
necessario di cercare in ognuna un altro «profondo significato».
Le questioni proposte sono solo alcuni importanti stimoli; le domande
possono essere ripetute, formulate in modo diverso, per aiutare meglio la
comprensione. ● Ti consigliamo di non rimanere
impantanato in ogni particolare, ma vai al succo della questione.
Normalmente, a mano a mano che vai avanti, certe cose si spiegano da sé. In
altri casi, potrai tornare sui particolari in un secondo momento.
■ Ricostruire un mondo che non
c’è: Sebbene gli uomini rimangono gli stessi nelle loro attitudini
elementari (ciò permette le applicazioni!), il mondo descritto dalla Bibbia non
esiste più. Non dimenticare, perciò, che si tratta di un mondo distante e di
cose che per gli Israeliti erano normali, ovvie e ricorrenti. Con lo studio
biblico è possibile ricostruire, a grandi linee, tale mondo nella mente. ● Nello
studiare un’antica cultura e una fase storica del passato, bisogna cercare
primariamente di capire e non di giudicare. Infatti, la connessione dinamica
della società complessa di quei tempi, la cultura ebraica quale prodotto del
patto e della legge e le tante cose ovvie di quel tempo possono sfuggire a noi,
gente del nostro tempo. ● Non bisogna dimenticare che molte delle
affermazioni divine sono risposte concrete a domande poste ma non tramandate e a
esigenze concrete del tempo, reazioni a una cultura pagana e interventi in casi
concreti della storia. ● Può darsi che per noi certe
cose rimarranno, in ogni caso, senza
una risposta definita e precisa. Non bisogna trascurare, però, che il
messaggio complessivo è comunque chiaro.
■ Studio di gruppo: Il modo
di procedere può essere diverso. ● Se tutti i partecipanti del gruppo di studio
hanno un libretto, ognuno potrà leggere il testo e prepararsi prima
dell’incontro. Ognuno potrà arrivare all’incontro con delle tesi (principi)
e delle applicazioni (sfide) per il giorno d’oggi. ● Se è solo il capogruppo a
possedere il libretto, di volta in volta dirà quale passo leggere per la
prossima volta, stimolando a formulare tesi e applicazioni. È chiaro che è
particolarmente il capogruppo che dovrà fare questo lavoro assolutamente
importante. Egli sceglierà, prima dell’incontro, le domande adatte per il
suo gruppo, cercherà le risposte, farà dei paralleli con altri passi biblici e,
soprattutto, formulerà delle tesi risultanti e delle applicazioni concrete. ●
Durante l’incontro, il capogruppo deve sapere come procedere. È bene leggere
insieme il testo in esame, ad esempio un paio di versi a turno.
• 1) Egli può far leggere a turno
una domanda ritenuta utile e chiedere alla persona di dare la sua opinione. Non
umiliare chi dà una risposta sbagliata, ma chiedere al gruppo che cosa ne pensa.
Se si va fuori tema, ricondurre la questione al testo.
• 2) Si può leggere il testo
biblico e subito dopo tutte le domande. Si può procedere sull’intero testo o
sulle sue unità logiche risultanti dallo schema del passo. Si chiede quindi a
turno che cosa ha colpito il singolo. • 3) Se chi risponde ha una domanda, la si
fa rimbalzare al gruppo; poi, però, bisogna essere capaci di ricondurre
la palla al centro. • 4) Il capogruppo non deva dimenticare di chiedere a
ogni singolo quale sia l’applicazione possibile per il giorno d’oggi.
■ Non dimenticare gli obiettivi:
È bene non fermarsi su tutti i particolari, ma bisogna tenere presente
l’orizzonte più grande. Bisogna evitare spiritualizzazioni forzate, risultanti
da tipologie, allegorie e simbolismi arbitrari e gratuiti. ● La meta del gruppo
di studio dev’essere non la conoscenza in sé, ma la contemplazione di Dio e
della sua volontà, l’edificazione e la crescita di tutti, l’applicazione dei
principi nella vita quotidiana e la cura reciproca in comunione con Dio e la sua
Parola. ● Bisogna evitare, quindi, le contrapposizioni infruttuose, ogni spirito
di parte, ogni applicazione che prescinda dallo sviluppo della rivelazione,
eccetera.
■ Ribadiamo ancora: Nello
studio di gruppo ognuno deve prepararsi prima dell’incontro. ● È bene che
ci sia un capogruppo che guidi l’incontro, che aiuti a creare una buona
atmosfera di gruppo, freni le persone troppo loquaci e incoraggi quelle più
riservate. ● Nello studio di gruppo consigliamo che si risponda una domanda
ciascuno, a turno, e che gli altri potranno contribuire alla discussione,
senza prevaricare gli altri e dando spazio a tutti. Bisogna evitare i monologhi.
● Il fine non è la conoscenza in sé stessa, ma l’edificazione di tutti,
l’applicazione personale e la sfida a fare passi concreti. ● Buon
allenamento!!!! (Da Levitico 1, pp. 3s)