Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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GLOSSARIO BIBLICO

 

Qui si trova un elenco delle parole-chiave che possono essere utili a chi studia la Bibbia. Ognuno può collaborare ad accrescere questa raccolta, suggerendo altre voci, parole-chiave e definizioni o completando quelle esistenti. Le definizioni devono essere chiare e succinte. Si può anche citare la definizione data da qualche autore, ma allora è importante citare chiaramente la fonte. Nota bene che nelle definizioni che l’autore trae dalle sue opere, egli omette il suo nome (Nicola Martella) e fa comparire, a volte, solo il libro da cui la trae direttamente o a senso.

 

A

B

C

D

E

F

G

H-I-J-K

L

M

N

O

P-Q

R

S

T

U

V

W-X-Y

Z

 

Clicca sulla lettera iniziale dell’eventuale voce presente

 

Lavori in corso

LAVORI IN CORSO

 

Il glossario è in costruzione. Per ora ci sono solo alcune definizioni. Vuoi essere tu uno degli autori? Se tu collaborerai, scrivendo una delle voci e la relativa concisa definizione, il tuo nome comparirà tra parentesi alla fine della voce. Devi però attenerti alle norme della collaborazione.

 

A

 

Abba: In aramaico, la lingua locale della Palestina al tempo di Gesù, significava «babbo». {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 70}

 

Abramo: Ebr. Abram «padre elevato». Primo patriarca d’Israele, a cui Dio rivolse le sue promesse (Gn 12) e a cui diede il patto di grazia (Gn 15). → Abrahamo; → Ur

 

Abrahamo: Ebr. Abraham «padre di una moltitudine». È il nome che Dio diede al patriarca in concomitanza con rinnovo del patto (Gn 17). → Abramo

 

Adonai: Ebr. adônāj «signore, padrone». È uno dei nomi di Dio. {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, pp. 329s}

 

Antico Testamento: Esso è la Bibbia degli Ebrei, che essi chiamano Tanak. «Testamento» intende qui patto. Questa definizione proviene dal Nuovo Testamento (cfr. (2 Cor 3,14), ma è stata preparata già dall’AT stesso, preannunciando un «nuovo patto» (Gr 31,31ss ). La prima traduzione greca conosciuta si chiama Septuaginta. {Radici 1-2 , p. 16}

 

 

B

 

Bibbia: Il termine greco plurale (tà) biblía significava «scritture, libri» e, in senso esteso, «biblioteca». Con questo termine si intendeva, fin dall’antichità, i «Libri sacri» (cfr. Dn 9,2), ossia le «sacre Scritture». La Bibbia dei cristiani si divide in Antico Testamento e Nuovo Testamento. {Radici 1-2 , pp. 7.11} → Canone

 

Beelzebub (o Beelzebul): Il significato del termine è «signore delle mosche». Bel o Ba`al era un dio cananeo molto spietato, conosciuto pure col titolo Molok. Ba`al-Zebûb «patrono delle mosche» era il dio dell’oracolo di Ekron (2 Re 1,2s. 6. 16; cfr. 17,16s; 1 Re 22,45). Nel giudaismo questo nome fu dato al demonio per disprezzo; lui era considerato il capo dei demoni. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 73} → Diavolo

 

 

C

 

Canone: È la raccolta dei libri autorevoli della Bibbia. È il metro e la regola per la teologia, la predicazione e l’etica. {Radici 1-2 , p. 7}

 

Carne: Il termine gr. sarx «carne» designa nel linguaggio di Paolo non il corpo in sé, ma la «natura peccaminosa» e l’unità psicosomatica come sede della concupiscenza e del peccato e come «programma» contrario allo Spirito Santo. Essa è chiamata pure «vecchio uomo» o «vecchia natura»; cfr. Rm 7,5.18.25; 8,3ss.12. {Entrare nella breccia, p. 384}

 

Cristo: → Messia

 

 

D

 

Diaspora: Il termine greco significa «dispersione» e intende il giudaismo presente fuori dai confini della Palestina.

 

Diavolo (Obiettivo del ~): È scritto che «il diavolo... [sta] cercando chi possa divorare» (gr. diabolos... zëton tina katapien; inghiottire, ingoiare). L’obiettivo del diavolo, pari a quello del leone, è d’ingoiare la sua vittima, quindi di toglierla dalla comunità dei viventi mediante la morte. In effetti, il diavolo può talmente attirare e spingere un credente nel peccato da fargli perdere la comunione con Dio e con i credenti (non la salvezza). Qualora questo succeda, la via legittima è quella del ravvedimento e del ripristino, a meno che Dio non permette la morte (cfr. 1 Cor 5,5; 1 Gv 5,16s). {Entrare nella breccia, p. 387} → Beelzebub

 

Dio: → Adonai; → El; → Elohim; → Jahwè

 

 

E

 

El: Ebr. ’el «potente». Era un nome di Dio. Il termine era usato anche fuori dell’ambito religioso. {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, pp. 277ss}

 

Elohim: Ebr. pl. ëlohîm «tremendo, nume». Era un nome di Dio. Il termine singolare o plurale era usato anche fuori dell’ambito religioso nel senso di «autorità» (Es 4,16). {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, pp. 365ss}

Engramma: Il termine proviene dal gr. e intende impressione, incisione, ricordo o immaginazione ricorrente. Esso denota ciò che è impresso, improntato e impregnato nella mente, il fissaggio interiore. È il caso del «mantra» nello yoga e nel misticismo e della glossolalia d’origine psichica. {Entrare nella breccia, p. 389}

 

■ Esegesi: L’esegesi è il chiarimento del testo nel suo contesto secondo il pensiero originale del suo autore. L’ausilio delle lingue bibliche è necessario laddove sia necessario spiegare qualcosa che nel testo altrimenti non si comprende. Non basta citare termini nelle lingue originali per accertare meglio la verità esegetica di un testo. Anche addurre citazione di autori esterni non è di per sé un argomento stringente e probatorio; tutti gli autori esprimono opinioni e valutazioni su certe cose e bisogna valutare, di volta in volta, se esse aiutano a chiarire meglio il testo biblico o meno.

 

Esseri celesti: → Figli di Dio

 

 

F

 

Fare posto al diavolo: Dal gr. topon didonai. In Ef 4,27 Paolo ammonì i credenti di non «creare spazio per il diavolo». Questo avviene invece con un comportamento peccaminoso. Da tale situazione s’esce, ossia si sottrae spazio al diavolo, confessando e abbandonando l’atteggiamento peccaminoso oppure perdonando chi si ravvede. Questo vale per i credenti sia in campo morale sia in quello occultistico. {Entrare nella breccia, p. 390}

 

Figli di Dio (esseri celesti): Ebr. letteralmente «figli di Elohim (tremendo)». In Genesi 6, in Giobbe 1,6; 2,1 e nei Salmi è il modo in cui sono chiamati gli esseri celesti. Il termine ebr. ben «figlio» è usato in ebraico anche per esprimere la categoria (cfr. figli dei profeti). L’espressione «figli di Dio» intendeva le creature celesti quali «divini» o trascendentali in contrapposizione agli uomini, i terrestri. {La lieve danza delle tenebre, pp. 250ss.279}

 

 

G

 

Genesi:  Dal gr. origine, principio, formazione. È pure il titolo del primo libro della Bibbia, che esso porta dalla Septuaginta in poi.

 

Gesù: Jesus è la forma greca dell’ebraico Jehošua`, abbreviato a Jošua`, da cui proviene sia Gesù sia Giosuè (Nu 13,16). Il nome significa «Jahwè salva» (Mt 1,21; Lc 1,31). Jahwè è il nome di Dio nell’AT. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 87} → Messia; → Nazareno

 

Giudaismo: Poiché la maggior parte di coloro che tornarono dall’esilio babilonese erano Giudei (1 Cr 9,3) e si stabilirono intorno a Gerusalemme nel territorio appartenuto precedentemente al regno di Giuda, l’ebraismo palestinese venne a essere identificato con il giudaismo. Nei secoli, dire Ebreo o Giudeo venne a significare la stessa cosa. Dal punto di vista formale si distingue il proto-giudaismo dal giudaismo del tempo del Nuovo Testamento.

 

 

HIJK

 

Hallelujah: Let. «glorificate Jah», ossia Jahwè. In origine il verbo ebr. hallel significava «illuminare». È una eulogia ricorrente nei Salmi.

 

Hosanna: È la forma greca dell’ebraico hôšî`āhnā’ [adônāj] e significa «Deh! Salva [o Signore]» (cfr. Sal 118,26). Si tratta di un’acclamazione che in Mt 21,9 potrebbe corrispondere al nostro: «Evviva il Figlio di Davide» e simili. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 94}

 

Impianto predizionale: In Dt 30 Mosè presentò quello che noi chiamiamo «l’impianto predizionale» dell’AT: Dio tratteggiò le grandi linee del futuro del popolo e mostrò la possibilità che Israele tornasse al suo Dio. Questo testo condizionò assolutamente le predizioni dei profeti legittimi che, durante il corso della storia, parlarono da parte di Jahwè. Qui fu posta in germe tutta la storia futura di Israele: l’apostasia, la cattività e il ripristino; la reiezione e l’accettazione escatologica; la circoncisione del cuore, eccetera. {Radici 1-2, p. 72}

 

Inviato di Jahwè: Nell’AT appare in diverse occasioni il cosiddetto «Male’ak Jahwè», ossia «l’Inviato di Jahwè». Come mostrano tutti i brani in cui ciò accade, non si trattava di una manifestazione «angelica», ma di una «teofania», ossia di una vera e propria manifestazione di Dio stesso in questo mondo in forma tangibile per i suoi interlocutori (cfr. Gn 22; Es 3), e cioè in forma umana (cfr. Gn 18,2.13.16s.20.22.26; 32,25.31; Gdc 6,12. 14.16; 13,3.6.9s.22). {Offensiva intorno a Gesù 2, p. 72}

 

Jahwè: Ebr. Jahewëh «colui che è qua» o «colui che interviene». È uno dei nomi di Dio. È specialmente legato al patto mosaico. Il termine da solo o come «Jahwè Sebaot» intende il «Dio della storia», ossia il riscattatore d’Israele e il Dio del patto. Sebbene sia molto ricorrente nell’AT, non compare mai esplicitamente come nome di Dio in nessun manoscritto del NT. {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, pp. 200ss}

 

Jom Kippur: Let. «giorno della copertura o espiazione». In tale giorno il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo col sangue della vittima, che spruzzava sul coperchio (kipporet) dell’arca del patto (Lv 16). In tal modo, esercitava l’espiazione del santuario e del popolo penitente.

 

Kippur: → Jom Kippur

 

 

L

 

Legge: → Torà

 

Lievito: Nel Nuovo Testamento questo termine si riferisce a un’azione invisibile, ma penetrante ed efficace di qualcosa, ad esempio del peccato e del regno dei cieli. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 90}

 

Logos: Chi confonde i termini greci rhêma e logos, parlano volentieri della Bibbia quale «Parola rivelata di Dio» e di Gesù quale «Parola incarnata di Dio»).  Ma ciò alimenta solo equivoci e speculazioni. Ora, mentre rhêma era la parola scritta o detta, il termine logos, quando era riferito a una persona, intendeva nel linguaggio popolare al tempo del NT (cfr. i papiri) «l’avvocato, il difensore, il rivelatore» (Gv 1,1.14; Ap 19,13). In tal modo è da considerarsi un sinonimo di parákletos «avvocato, difensore». È perciò assolutamente necessario distinguere quando il termine logos è riferito alla Scrittura o al messaggio («parola di Dio») – qui corrisponde a rhêma [toû] Theoû «parola di Dio» – o alla persona del Cristo («rivelatore di Dio»). {Offensiva intorno a Gesù 2, p. 164} → Messia; → Nazareno; → Gesù

 

 

M

 

 Messia: Il termine tecnico ebr. mašîach«unto» ricorre già nell’Antico Testamento. Già nel terzo secolo a.C. fu tradotto dalla Septuginta in greco con christós «unto». Messia intende «unto (da Dio) a re». Gesù di Nazaret mostrò con parole e atti di essere lui «l’unto» promesso. Egli chiese ai Giudei del suo tempo di credere che egli fosse il Messia che doveva venire. {Offensiva intorno a Gesù 2, p. 164} → Nazareno; → Gesù

 

Mammona: Il termine aramaico significava un «tesoro nascosto» e designava la ricchezza personificata. Vedi in italiano termini come «cornucopia». {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 91}

 

 

N

 

Nuovo Testamento: È la seconda parte della Bibbia dei cristiani. «Testamento» intende qui patto. Si tratta quindi del «nuovo patto» o «nuovo messianico», annunciato dai profeti già al tempo nell’«antico patto» (Ger 31,31ss ) o Antico Testamento. {Radici 1-2 , p. 16}

 

Nazareno: I nomi «Nazaret», «nazoreo» e «nazareno» provengono dal sostantivo ebraico nezer «rampollo». Nell’AT il Messia fu chiamato sia zemach «germoglio» (Is 4,2; Gr 23,5; Zc 3,8; 6,12) sia nezer «rampollo» (Is 11,1). Altrove egli fu chiamato pure joneq «virgulto» (Is 53,2s). Poiché Gesù era cresciuto in Nazaret (Lc 4,16), fu soprannominato «Nazareno» (o Nazoreo) e «Gesù di Nazaret» (cfr. Mt 2,23; At 2,22; 10,37s; 22,6ss; 26,9). {Offensiva intorno a Gesù 2, p. 165} → Messia; → Gesù

 

 

O

 

Oblazione: Era l’unica offerta incruenta, essendo a base di vegetali (Lv 2). Era complementare agli altri sacrifici. L’oblazione esprimeva la gratitudine per ciò che Jahwè aveva dato. {Radici 1-2, p. 52}

 

Olocausto: Dal gr. «interamente bruciato». In questo sacrificio la vittima offerta era interamente arsa. L’olocausto parlava della totale consacrazione dell’offerente (Lv 1). {Radici 1-2, p. 52}

 

Osanna: → Hosanna

 

 

P-Q

 

Profondità di Satana: In Ap 2,24 (lettera al conduttore della chiesa di Tiatira) ricorre l’espressione «conoscere le profondità di Satana» (gr. ginoskein ta bathea tou satana). Si trattava di un sistema dottrinale di natura gnostico-esoterico, che tollerava adulterio e idolatria (cfr. la chiesa di Corinto). In generale, si può affermare che il cristiano può cadere in una comunione col diavolo mediante il peccato; ciò non è però possessione, nonostante si paghino sempre le conseguenze. La soluzione a questo drammatico problema è questo: «Io le ho dato tempo di ravvedersi...» (vv. 21s). {Entrare nella breccia, p. 395}

 

Proto-giudaismo: È il giudaismo nato dopo l’esilio babilonese, al ritorno in patria, nel periodo interposto tra l’Antico e il Nuovo Testamento. I tre distintivi principali del proto-giudaismo sono il tempio, la Torà e una relativa libertà politica. I Giudei della Palestina intendevano se stessi come una «comunità templare». Dal proto-giudaismo si svilupparono poi i movimenti e le correnti, tipici per il tempo del NT. {Radici 5-6, pp. 164ss}

 

Qumran: Località presso il mar morto. Al tempo del NT era un centro religioso e commerciale. È probabile che siano stati i sacerdoti di Gerusalemme a nascondere nelle grotte, situate nei pressi di Qumran, i manoscritti delle sacre Scritture e altra letteratura giudaica, per salvarla dalla distruzione, allorché Gerusalemme stava per essere espugnata dai Romani (ca. 70 d.C.).

 

Qorban: Termine aramaico che significa «offerta». Ricorre negli Evangeli.

 

 

R

 

Rabbi: Anche nella versione rabbuni significava etimologicamente «grande mio» ed era il titolo usato — nel senso di «maestro mio» — per designare maestri e insegnanti della legge (cfr. monsignore). Era il modo con cui i Giudei salutavano i loro maestri e padri spirituali, ossia gli scribi o i rabbini. Secondo Mt 23,7-10 i capi religiosi amavano essere chiamati rispettivamente «rabbi» (v. 7s), «padre» (v. 9) e «maestro» («guida spirituale»; v. 10), poiché si consideravano i dottori d’Israele, ossia gli esegeti autorizzati a spiegare la legge di Dio. In effetti, però, interpretavano la legge secondo la loro tradizione. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 99}

 

Ravvedimento: È il mutamento della mente, dei pensieri e della condotta. Giovanni Battista e Gesù lo richiesero ai Giudei in vista dell’avvento del regno di Dio. Cfr. Mt 3,8; Lc 15,18; At 2,38; 20,21. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 99}

 

 

S

 

Septuaginta: È chiamata anche «Settanta». È la traduzione dell’Antico Testamento ebraico in greco. Fu fatta nel 3° secolo a.C. e divenne dapprima la Bibbia del giudaismo ellenista e poi il testo di riferimento della maggior parte dei cristiani.

 

Sinagoga: Era l’adunanza giudaica. I Giudei si radunavano nelle sinagoghe specialmente di sabato, per pregare, per leggere e commentare le sacre Scritture (l’Antico Testamento). {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 104}

 

 

T

 

Tanak: È un acronimo rabbinico che sta per Torà - Nebi’im - Ketubim, ossia per Legge - Profeti - Scritti (o Agiografi). Sono le tre parti in cui si divide il canone della Bibbia degli Ebrei. {Radici 1-2 , pp. 20.76s; Radici 3-4 , p. 23}

 

Teocrazia: Il termine significa «governo di Dio» e significa il dominio dell’Eterno su Israele mediante gli organi dell’alleanza. La teocrazia è in pratica uno Stato religioso, in cui la legge religiosa e quella statale coincidevano, come pure l’assemblea civile e quella religiosa. Nella teocrazia d’Israele e, quindi, nell’assemblea dell’antico patto si accedeva specialmente per nascita (circoncisione dei maschi), oltre che per conversione. Il passaggio dall’antico al nuovo patto non ha significato solo il mutamento dello Statuto di base (Decalogo e leggi derivate), ma anche il passaggio da uno Stato religioso (teocrazia) a un’assemblea non più nazionale, statale, razziale e culturalmente omogenea in specifici confini nazionali (la chiesa non è quindi una teocrazia). L’assemblea del nuovo patto è distribuita in tutto il mondo ed è soggetta essa stessa alle relative leggi nazionali dei singoli Paesi. Essa stessa non ha un potere politico legislativo ed esecutivo. A differenza dell’assemblea dell’antico patto, quella del nuovo patto è formata da varie razze ed etnie ed è culturalmente variegata a seconda dei Paesi in cui si trova. {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, p. 350}

 

Torà: Il termine ebr. tôrāh «insegnamento» era applicato a qualunque tipo di insegnamento, ad esempio a quello della mamma. Come termine tecnico indicava l’insegnamento autorevole di Dio, dato a Israele mediante Mosè. {Manuale Teologico dell’Antico Testamento, pp. 212}

 

 

U

 

Ur: Città della Mesopotamia, da cui proveniva il patriarca Abramo.

 

Unzione: Gli unguenti profumati erano di solito conservati in preziosi vasetti d’alabastro o di altro materiale pregiato. In Oriente essi erano sparsi sul capo o sui piedi dei commensali di riguardo, mentre questi ultimi stavano adagiati su divani. L’unzione dell’ospite erano un uso ricorrente in Oriente. Anche Gesù ebbe almeno due volte tale onore (Lc 7,36ss; Mt 26,6ss; Gv 12,1ss). {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 107}

 

 

V

 

Vigilie: Al tempo del NT si usava la suddivisione greco-romana della notte in quattro «vigilie» (turni notturni di guardia) di tre ore ciascuna. La prima vigilia cominciava alle sei di sera, momento in cui iniziava l’ora zero del nuovo giorno.  {Matteo, l’evangelista degli ebrei, pp. 107s}

 

Vigna: Già nell’AT la vigna simboleggiava il popolo d’Israele. I contadini rappresentavano i capi religiosi e civili del popolo, che la trascuravano. Cf. Is 3,14; 5,1-7; Gr 2,21; 12,10; Os 10,1; Gle 1,7; Mt 20,1ss; 21,28ss. 33ss. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 108}

 

 

W-X-Y

 

Yom Kippur: → Jom Kippur

 

 

Z

 

Zeloti: Il termine greco significa «zelante». Essi erano, in origine, scrupolosi osservanti della legge. Poi si trasformarono in farisei estremisti in lotta diretta contro i Romani. Essi animarono la rivolta contro Roma degli anni 66-70 d.C. e furono quindi direttamente responsabili della distruzione di Gerusalemme. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 108}

 

Zizzania: Essa si chiama anche loglio ed è un’erbaccia molto simile al grano, da cui si distingue solo quando ha spigato. {Matteo, l’evangelista degli ebrei, p. 108}

 

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Aggiornamento: 11-06-2010

 

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