Il suo modesto pulpito era la banchina del porto. Qui affidava ai
viaggiatori un messaggio di salvezza da portare con sé anche al di là del
mare.
Il suo nome di battaglia era «evangelista
d’assalto»: questo soprannome se l’era benevolmente guadagnato sul campo,
ossia nel porto, dove aveva lavorato fino all’età della pensione, per il suo
entusiasmo e la sua costanza nell’evangelizzare in modo molto semplice
attorno a sé, tutte le volte che si presentavano occasioni propizie.
Dopo una lunga malattia, sempre assistito in casa
dalla famiglia e visitato da parecchi fratelli della comunità, il Signore ha
voluto farlo «salire più su», per accoglierlo serenamente in paradiso. Trapiantato negli anni Cinquanta del 20° secolo in
quel luogo di mare, frequentava la chiesa ed era sempre attivo nella
distribuzione di opuscoli, trattati e calendari evangelistici, che
accompagnava spesso con penne a sfera personalizzate con l’incisione del
seguente versetto biblico:
chiave che non ha mai cambiato nel corso degli anni: «Credi nel Signore
Gesù Cristo e sarai salvato» (Atti 16,31). Dotato di una certa intraprendenza (e quasi sempre
a proprie spese poiché non voleva essere di «peso» alla comunità), riusciva
con le sue buone maniere a penetrare in locali e uffici di difficile accesso
(anche militari), dove lasciava sempre un segno del suo passaggio: come
minimo, donava qualche opuscolo, una «penna biblicamente riconvertita»
e — a fine anno — un calendario.
Ben conosciuto e ben visto negli ambienti portuali
per la sua correttezza e la sua schiettezza, teneva in evidenza gli arrivi
delle navi mercantili e, distribuendo letteratura evangelica nella lingua
del loro paese, riusciva ad «avvicinare» comandanti ed equipaggi, di
qualunque nazionalità essi fossero, arrangiandosi con i pochi vocaboli
linguistici che aveva imparato nel corso degli anni. Quante volte arrivava alle riunioni di chiesa,
accompagnato da giovani marittimi in libera uscita, credenti o meno, che
aveva incontrati a bordo. E quante volte li accoglieva in casa propria per
una frugale colazione. Quante volte abbiamo ascoltato, dopo il culto
domenicale, i resoconti del suo lavoro sulle navi! Sulle banchine dei porti,
dove ha lavorato, è stato veramente un pioniere!
Sebbene non fosse dotato di un’alta istruzione né
di molte parole raffinate, era tuttavia un esempio genuino di «fratello in
Cristo» per tutti noi che l’abbiamo praticato per tanti anni!
Negli ultimi mesi della sua vita, con il progredire
della malattia, accorgendosi che le forze gli stavano venendo meno, cercò
diligentemente fino a trovarlo, un sostituto che continuasse l’attività
evangelistica al porto.
Il giorno del suo funerale, la chiesa di
appartenenza, confortata anche da altre comunità della zona, è stata
concorde nel riconoscergli il merito di essere stato «infaticabile
annunciatore dell’Evangelo» (come era scritto sul manifesto funebre) in
molte parti del mondo solcato dai mari. In tale occasione, i moltissimi
presenti hanno avuto modo di ascoltare il messaggio di salvezza e di
resurrezione per «sola fede». In tutto ciò a Dio solo siano lode, onore e gloria,
nel nome di Gesù!
{adattamento da un testo di minop;
© Punto°A°Croce 2006}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/R-Storia_pioniere_Ori.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
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