Premesse: La morte è una «livella»? Almeno così disse Totò. Certo è
che il tempo e le intemperie fanno sbiadire la grandezza degli uni e avvicinano
questi ultimi alla miseria degli altri, nell’oblio.
{Nicola Martella} |
In un cimitero, dove i morti son scordati, due
foto furono fissate in tombe vicine dagli addetti: una sull’alto monumento di un
uomo titolato, e l’altra, sulla fragile lapide di un certo dichiarato
professore, minuto e un po’ gibboso.
Passarono gli anni e —
nella sorte indesiàta — il caso ha voluto che non rimanesse traccia della
opulenza del primo personaggio e del possibile astio, non sopito, fra le due
diverse ricchezze, solo in vita catalogate.
Infatti i marmi mal
fondati — da sempre abituati alla mortale parità di chi lascia quaggiù la sua
vitalità — si avvicinarono lentamente quasi volessero da vicino, risalutarsi.
Era successo, che il
pesante catafalco — a motivo della terra rammollita dalla pioggia — fosse il
primo a cedere, inchinandosi su un fianco, ad ossequiare virtualmente il piccolo
ometto, in vita forse un po’ ridicolo soggetto.
Il caso volle così che
a distanza d’anni e senza palese volontarietà il capo altolocato omaggiasse, suo
malgrado, il gobbetto sfortunato, confortando così la sua intellettuale
levatura, la quale superava per contrappasso la fisica statura che in vita
mostrava una pur semplice struttura, in cui fu incastonato tal mirabile ingegno!
{adattamento da un testo di
minop;
© Punto°A°Croce 2006}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/R-Orgoglio_pregiudizio_S&A.htm
22-11-2006; Aggiornamento: 25-06-2010
|