Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

Poesie

 

 

 

 

Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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FURBIZIE DI UN INCIDENTATO E MIRACOLATO

 

Premesse: Un gravissimo incidente di un «malcapitato» con guarigione finale che ha del «miracoloso»… Ecco i fatti narrati da un liquidatore d’assicurazione all’autore. Se le bugie hanno le gambe corte, non sempre i bugiardi e i furbi. {Nicola Martella}

 

Quello che segue è una disavventura veramente accaduta a un agente d’assicurazione che mai aveva visto di simile nella sua lunga carriera professionale.

     C’era un tizio povero in canna per scelta di vita, possiamo definirlo barbone e straccione, ma ancora molto giovane, che si trovava sul bordo strada d’una zona ultrapopolare malfamata della metropoli napoletana. Un giorno fu sfiorato da un motociclista che stava attraversando la strada e che nell’effettuare la manovra aveva solo lambito le strisce pedonali. Risultato? Pedone a terra con grida e lamenti, motociclista in piedi pronto a ripartire, ambulanza in arrivo a sirene spiegate; gente in assembramento ristretto formato da amici e colleghi della stessa risma dell’infortunato.

     Vigili urbani, polizia stradale pattuglia di carabinieri per le indagini in corso, stesura del verbale, immancabile contestazione al motociclista, pagamento della contravvenzione; questa la prassi voluta o non voluta a carico del pilota motorizzato.

     Lo pseudo investito intanto era trasportato al pronto soccorso, con lavaggio, cambio d’abiti, visita, raggi X, fasciature con lamenti e grida in abbondanza… Dieci giorni di prognosi e di ricovero era il minimo previsto, poi a casa con barella, stampelle, bastone al seguito, pantofole, gambaletto e braccio al collo, il minimo per una fasciatura prudenziale di pronto soccorso…

     A casa ci fu il seguito con altra stesura di verbale con dichiarazione di testimoni (stessi amici e colleghi dell’infortunato. Poi seguirono la prognosi aggiornata a 30 giorni salvo complicazioni, la prima visita di controllo con ulteriore proroga di tre mesi di ricovero, raggi, lastre nuovo gambaletto meno stretto…

     Il giorno stesso del’incidente viene istruita la pratica per l’assicurazione; il referto iniziale parla di probabile rottura della tibia destra e del femore sinistro con lussatura del ginocchio e con frattura non esposta del ginocchio stesso…

     Tutti erano impegnati alla ricerca delle responsabilità per l’accaduto.

     Un gruppo d’amici disonesti ma compatti per ricercare qualcuno che paghi da mangiare nell’imbastire l’incidente che non costi niente (il quarto dente e il quinto mancano già, come pure la gamba che è tutta di legno ed è stata già rifatta in precedenti esperienze infortunistiche, qualcuna andata male…).

     Quindici giorni dopo la prima trattativa con il liquidatore della Compagnia che viene sul posto tutte le settimane per seguire le pratiche infortunistiche più importanti e difficili da trattare e da chiudere. Tutte le settimane, quando apre l’ufficio del liquidatore, il nostro infortunato è puntualissimo davanti alla serranda completamente dotato di stampelle, bastone, braccio al collo, una scarpa con punta mozzata e un tacco supplementare alla scarpa opposta.

     Passano così i sei mesi previsti per la guarigione. L’infortunato chiede una proroga nella malattia e un supplemento d’istruttoria nella pratica.

     Tutte le settimane comunque costui è sempre presente davanti alla porta degli uffici e poi — dopo l’apertura — seduto in una delle migliori poltrone che formano l’arredamento dei locali assicurativi. Ancora qualche settimana e si profila finalmente le chiusura della pratica a suo nome. L’infortunato sta sempre appoggiato su una sola gamba e ogni tanto si lamenta.

     Un giorno, quello preannunciato, arriva il liquidatore accompagnato da un impiegato con il fascicolo che riguarda l’infortunato, saranno una decina di chili d’incartamenti, raggi, fotocopie e altro; tutto viene poggiato sul bancone perché deve arrivare il direttore compartimentale per un’ultima occhiata.

     Manca ancora qualche firma e il nulla osta del direttore generale dell’agenzia. Il momento è solenne la documentazione è completa le firme ci sono tutte, il silenzio aleggia nell’ambiente. Viene finalmente staccato l’assegno circolare di trenta milioni di lire intestato a nome del protagonista di questo fatto. Il pezzetto di carta viene consegnato, il malato s’inchina stringe la mano a tutti, ringrazia e a passo di corsa attraversa la stanza e il corridoio.

     Giunto in fondo proprio a cavallo della porta d’uscita viene richiamato da una voce ben conosciuta, quella del liquidatore. Proprio il liquidatore lo avverte educatamente quanto decisamente d’una cosa importante per la sua sicurezza: «Ehi, signore…! le sue stampelle!». «Come dice, le stampelle? Tante grazie, ormai le stampelle… non servono più!».

 

{adattamento da un testo di Minop; © Punto°A°Croce 2007}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/R-Incidentato_furbo_Lv.htm

04-02-2007; Aggiornamento: 25-06-2010

 

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