Introduzione
Fra i miei lontani ricordi di giovinetto ce ne sono
alcuni che paiono episodi a soggetto. Tra questi ce ne sono due, vissuti dai
protagonisti con tutta calma e serenità a giudicare dal loro aspetto rilassato
durante l’episodio comune a entrambi, che si verificava saltuariamente durante
le prediche serali nella comunità, quelle dopocena al termine d’afose giornate
estive. Si tratta di due sonnolenze simili, ma non uguali. Nonostante tutta la buona volontà e il desiderio di
stare ben sveglio e attento alle parole del predicatore, si verificavano
sonnolenze improvvise col bisogno irrefrenabile di chiudere gli occhi
istintivamente per qualche secondo,
et voilà… il «colpo» (di sonno) era cosa fatta! Purtroppo, la conoscenza
dell’argomento in conferenza favoriva il fenomeno e altri fattori avversi
completavano il quadro: la persona s’assopiva, entrando nella fase REM (quella
più profonda e insensibile ai rumori ambientali). C’è da notare che Il fratello vittima del colpo di
sonno, avrebbe saputo individuare e commentare alla perfezione l’argomento non
appena avesse udito il primo versetto del brano in programma o le sue coordinate
bibliche, tutti motivi che favorivano il calare dell’attenzione, necessaria per
voler stare svegli…
Il primo caso
Il nostro protagonista era uno dei fratelli anziani di
cotanta conoscenza biblica, tra l’altro simpaticissimo e cordiale (per i
giovanissimi, un pochino burbero). Egli riusciva a stare desto e arzillo
all’incirca fino a metà del primo inno; e, durante la preghiera introduttiva, il
suo pensiero doveva essere già arrivato nell’alto dei cieli perché stava
concretizzando, tranquillo e sereno, i parametri e la messa a punto del suo
russare col suo caratteristico vibrare armonioso e sussultante, e con variazioni
ritmiche naturali che avevano — allora per noi giovani — un fascino e un
procedere moderno e meraviglioso.
Verso la metà della predica, a volte si verificava un
breve risveglio, forse per effettuare un controllo dei tempi ritmici, o forse il
nostro fratello stava anche facendosi coraggio in sogno con un virtuale
stuzzichino, accompagnato da un goccetto di qualcosa di corroborante.
Pochi istanti prima della fine della predicazione,
forse captando inconsciamente le inflessioni recitative dell’oratore che stava
per introdurre la parte finale del discorso o, notando il diminuire del suo tono
vocale, questo simpatico fratello si svegliava d’un buonumore perfetto,
guardandosi attorno con fare un poco stupìto (come uno appena arrivato sul
posto) e facendo persino un cenno di saluto con chi avesse casualmente
incrociato lo sguardo con il suo, ipotizzando una sua breve lontananza dalla
chiesa (…ed il suo rientro).
Costui, molto educatamente tornava a salutare in quel
suo modo affabile come sempre, non ricordandosi che — il saluto — lo aveva
appena fatto… una mezz’oretta prima. Era il massimo della cordialità…!
Il secondo caso
Siamo ora seduti in fondo alla sala di culto, quasi al
termine delle file di sedie assieme a non molti credenti, presenti stasera in
una chiesa consorella, fondata qualche decennio più tardi della nostra e quindi
più evoluta nella preparazione biblica dei suoi componenti, anche più consona ai
canoni ortodossi della struttura architettonica, edificata apposta come sede
religiosa d’una comunità evangelica.
Questa era composta da non molti membri adulti e da un
gruppetto di giovani, tutti educati ai primordi della formazione religiosa di
quel tempo. La comunità, richiamava e invitava a volte, in occasione di studi
biblici, anche i confratelli d’alcune chiese protestanti cittadine, compresa la
nostra.
Qui però, tutto era più voluminoso; l’ambiente era di
stile ecclesiastico dotato di tutto il tradizionale arredamento, pur
semplificato all’essenziale solennità di tipo evangelico. I partecipanti alle
riunioni eravamo non molti.
Sulla destra della sala, entrando, ben evidente si
leggeva il titolo della riunione che si sarebbe svolta da lì a poco: quella sera
era stato fissato lo studio biblico e l’argomento sarebbe stato sviluppato da
chi avesse presieduto l’incontro fraterno.
Davanti a me — una fila più avanti e due posti spostati
verso destra — era sistemata una delle colonne di sostegno della costruzione. In
questo posto a sedere, visibile neppure per metà dal pulpito, un poco defilato
dietro la sagoma della colonna, la poltroncina era quasi sempre occupata da un
fratello molto conosciuto, buon parlatore e studioso della Bibbia (ma questa
volta sarebbe stato presente nella veste d’ascoltatore anche un pochino in
ritardo sull’orario d’inizio dello studio). L’età era da pensionato.
Dopo il secondo inno, anche questo fratello s’era già
appisolato senza più muoversi dalla posizione assunta sulla poltroncina,
dormendosela tranquillo e sereno e russando in modo discreto, appena
percettibile.
Trascorsa una buona mezz’oretta, la predica volgeva al
termine e finiva con un piccolo applauso come era abitudine di quella assemblea.
Un piccolissimo movimento rivelava il risveglio del fratello che, come ho fatto
cenno, era un evangelico molto preparato.
Neanche a farlo apposta il risveglio avveniva proprio
nel momento in cui il moderatore dava la parola agli ascoltatori presenti in
sala che avessero voluto aggiungere qualche annotazione pertinente
sull’argomento della serata (il cui titolo, come ho già fatto cenno, era stato
trascritto sull’apposito leggìo).
Questo fratello, risvegliato bruscamente e non avendo
ancora recuperato la perfetta nozione dei tempi tecnici (forse credendosi uno
degli ultimi a poter prendere la parola), s’alzava immediatamente per
partecipare al dibattito rispondendo positivamente all’invito del moderatore.
In una manciata di minuti costui fece un commento
perfettamente legato a quello del moderatore, meravigliosamente riassuntivo ed
esplicativo come non mai, del tutto pertinente con l’argomento trattato nella
predica della serata.
Evidentemente a questo fratello è bastato dare un
occhiata al cartellone con le coordinate della predicazione per ricordarsi il
titolo del paragrafo trattato e completare tutto l’argomento.
Fuor di dubbio egli poteva meritarsi la lode perché
aveva sviscerato l’argomento con molta precisione e perfetta spiritualità,
addirittura facendosi applaudire con un entusiasmo fraterno sincero e
produttivo.
Il tutto era avvenuto ascoltando qualche minuto di
predica, sonnecchiando e russando per tutto il resto del tempo! Il Signore Dio
Onnipotente evidentemente gli avrà voluto concedere, durante i momenti di
sonnolenza, d’elaborare quanto è riuscito poi, con apparente facilità, a
trasmettere ai fratelli e alle sorelle presenti quella sera con la chiesa!
{adattamento da un testo di
minop; ©
Punto°A°Croce 2007}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/R-Colpi_sonno_UnV.htm
A14-06-2007; ggiornamento: 25-06-2010
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