Premesse: Questa storiella è stata letta e commentata dai
presenti alla fine del pranzo di matrimonio tra la figlia e il genero
dell’autore. Essa prende spunto dai fatti narrati in Genesi 2, ma poi viene
ampliata mediante la fantasia, narrando eventi ipotetici successi alla prima
coppia, sebbene siano fatti che probabilmente rispecchiano verosimilmente i
primi mesi di matrimonio d'ogni «Adamo» contemporaneo. Questa storiella mi è
conosciuta anche come motto di spirito in tre atti. Qui troviamo una versione in
rima con un preludio e una conclusione.
{Nicola Martella} |
(Preludio)
«Non è bene che l’uomo sia solo»,
disse Dio, cogliendone l’aspirazione al volo!
«Io gli farò un aiuto convenevole
e — se mi ascolta — anche piacevole!»
E il Signore decise come risorsa una donna
con il ruolo di moglie, di madre, di nonna...
presente sul lavoro, in ufficio, in famiglia,
e aggiungendole, talvolta, anche più d’una figlia!
*******
(L’uomo e la donna alle origini)
Per creare l’uomo, Dio fece in fretta, si diceva,
fino a esaurire il materiale solido che aveva!
Per la donna invece usò una costola da buon prezzo
e dovette pensarci su un bel pezzo
(essendo costei più complessa),
finché realizzò un bel progetto anche per essa!
Il Creatore mise assieme:
il canto dell’usignolo, lo
sbocciare dei fiori,
le lacrime delle nuvole, la vanità d’un
pavone,
la durezza d’un diamante,
l’aggressività d’una tigre
e la bellezza di un armadio o di un comò!
Mescolato bene il tutto, aggiunse una piccola
pelliccia:
una capigliatura a volte rossa, stirata o riccia;
e finalmente creò quell’opera d’arte,
che pareva conoscesse al meglio la sua parte!
Poi il Signore disse all’uomo: «È tua, questa è una
donna...
oggi giovane, ma un giorno t’apparirà esser tua
nonna!».
Per un po’ tutto andò bene...
fra abbracci, viaggi, pranzi e cene;
ma non passò neanche un mese
(e intanto aumentavano le spese)
che l’uomo ritornò con malumore
a reclamare tutto dal suo Creatore.
«Dio mio», disse, «la donna che Tu mi hai data,
non ha cessato di parlare da quando è arrivata;
esige tutta l’attenzione
e vuole sempre aver ragione!
È sì, profumata come una rosa,
ma piange per ogni minima cosa.
Vuole che usi le pantofole in casa
e che la barba sia sempre bella rasa.
Mi lascia bere solo acqua e vino,
e mi fa lavare i piatti al lavandino.
Signore, ti devo dir col rossore in faccia
che la mia è proprio una vitaccia!
Perciò son venuto a riportarla indietro,
per ritornare libero come un puledro».
Il Creatore lo lasciò dire e si stupì,
ma gli rispose poco dopo, proprio così:
«Va bene uomo, sia fatto come vuoi tu!»
E si riprese la donna ancor nuova lassù.
Passarono tre o quattro giorni e le idee fisse,
l’uomo tornò di corsa dal Creatore e disse:
«Signore mio perdonami,
ma da quando ti ho reso quella creatura,
la mia vita è diventata veramente dura!
Non so, penso continuamente a lei,
e c’è qualcosa che mi manca e che vorrei!
Penso a come mi si rannicchiava vicino,
così morbida... come un pulcino!
Mi sento troppo solo, ti chiedo scusa,
ma la mia giornata è veramente confusa.
Per favore ridammela ancora un po’...
So che stavolta a sopportarla ce la fo’!»
Il Creatore perplesso parecchio ripensò...
poi gliela ridiede, dicendo: «Attenzione, però,
hai trovato una donna di valore:
fatti furbo e tienti stretto il suo calore!».
*******
(Conclusione)
È così che si finisce e si va a capo?
(Lo sposo annuisce, scuotendo il capo.)
La storiella non sarebbe
niente male,
ma si sa che segue anche la «morale»!
Tu dici che la morale qui non c’è?
Caro «Adamo», te ne accorgerai da te!
{adattamento da un testo di minop;
© Punto°A°Croce 2006}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/R-Adamo_Eva_GeR.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
|