Premesse: «Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale (Vengo anch'io.
No tu no)», così recitava una canzone ironica di molti anni fa. A parte questo
inizio ilare, ogni credente dovrebbe preparare a tempo il suo funerale.
Non dovrebbe pensare che «finché c’è vita, c’è speranza». Non è che deve tanto
pensare a come vuole che sarà la cerimonia funebre, ma deve vivere ora in
vista della sua partenza da questa terra e dell’incontro col Signore. Ciò che
uno semina, quello miete. Ciò non riguarda la salvezza, che è per grazia, ma per
il premio che è secondo la fedeltà del credente. Se la tua vita sarà piena di
discrepanze, ciò metterà certamente in imbarazzo l’oratore che predicherà al tuo
funerale.
{Nicola Martella} |
Poi arriviamo a settantanni
(i giorni nostri non son tanti!)
o per i più forti a ottantanni
(salvo anticipi per i malanni).
Poi ce ne partiamo da terra ria
in grazia di Dio che ci porta via
dal corpo di morte, corrompibile,
aspettando, risorti, l’incorrutibile!
Per i viventi Dio, giudicando, trascura
quanto essi hanno fatto per bravura,
perché la salvezza è per grazia sola
e non per opera, sia pigra o pignola.
Ad ogni buon conto, è più facile tumulare
le spoglie d’un credente che fu esemplare;
altra cosa è se, da vivo, nella testimonianza
l’or defunto mostrava qualche discrepanza.
Allor potrebbe l’oratore parlar con tanto amore
in favor di chi è andato da vita a miglior
tenore?
Il sistema c’è, ma è crea all’animo un patema:
rileggi e medita in vita le strofe e fanne
tema!
{redatto e in parte versificato a nuovo da una
poesia di minop; ©
Punto°A°Croce 2006}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/P-Tuo_funerale_UnV.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
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