O
mio Signore, quando siamo nati
tu
ci hai dato dei talenti da impiegare,
ma
io non so ancora quanti me ne hai dati,
perché i talenti non li so contare.
Assai spesso rifaccio tutti i conti,
ma
il risultato è sempre diverso;
e
la parabola ancor tu mi racconti,
ma
di seguirti appieno non c’è verso.
Qualche talento io l’ho sotterrato,
perché avevo paura, mio Signore;
qualcun altro l’ho meglio impiegato,
perché hai messo coraggio nel mio cuore.
Ma
io ho fatto peggio, talor, del pigro servo
che
i suoi talenti tutti ha sotterrato:
i
miei talenti tutti io non conservo
perché qualcuno l’ho pure sprecato.
Vedi bene che di fiducia, mio Signore,
io
ne merito poca veramente:
se
tu non operi sempre nel mio cuore
io
da sola non combino proprio niente.