Premesse: A volte, scrivere dei versi sembra la forma migliore per
rispecchiare la propria anima e spiegare l’indicibile a se stessi. È una forma
di decantazione della mente. L’autrice ha cercato di mettersi nei panni di
Raffaella, la sua figliola cieca, e di percepire la realtà come farebbe lei
stessa. Poi cerca di spiegare ad altri tale mondo, dove solo gli occhi del cuore
servono. Quindi mette a fuoco il linguaggio della tenerezza fra madre e figlia.
Infine, attinge da ciò la forza per guardare oltre e per affrontare la realtà.
{Nicola Martella}
Con gli occhi di mia figlia
ho imparato a conoscere
il suo mondo, pieno di sofferenze
e privo di colori, dove ogni giorno
è una lotta da affrontare,
un traguardo da raggiungere,
una battaglia da vincere...
Amico, c’è un mondo
che non è quello tuo:
ha gl’occhi chiusi,
è buio, senza luce.
In esso puoi ascoltare
solo il tuo cuore
e fidarti del tuo istinto
per andare avanti.
Non importa se non capisci,
non guardare solo
quello che hai davanti,
vivilo nel tuo cuore e capirai.
Ogni giorno, la mia piccola
è qui fra le mie braccia,
ogni giorno la guardo negli occhi
e sul mio viso sento
una carezza,
il sorriso della vita,
la tenerezza di bambina,
l’amore per la sua mamma.
Quando vedo questo,
ho già guardato oltre,
la mia vita è soddisfatta,
ho la forza di lottare.
Presto i suoi occhi
vedranno la luce più bella,
allora il suo mondo cambierà
e anche il mio.
{adattamento da una poesia di
Maria Grazia Torre;
© Punto°A°Croce 2006}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/P-Occhi_figlia_MT_AT.htm
16-08-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
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