Premesse: Ben recita il proverbio: «Tra il dire e il fare c’è
di mezzo il mare», ossia un’indistinta distanza spesso insuperabile oppure solo
con gran fatica. Avere una pronta favella a disposizione è quindi un certo
rischio. A lunga andare si perde di credibilità. E quando si fanno nuovi
proclami su eteree visioni o si «spara» qualcosa, se il coro mentale degli
astanti fosse amplificato, si ascolterebbe qualcosa come: «Sì, sì, come al
solito». Solo i saggi sanno creare ponti su ambedue le sponde, ma soprattutto
sanno esercitare il controllo delle labbra.
{Nicola Martella} |
L’uomo parla, se gli tocca, perché ha la lingua ’n bocca.
Se nonché fra ’l dire il fare c’è di mezzo sempre il mare;
è così che ci sa fare chi ha memoria e sa nuotare!
Lingua e mente son vicine più di quanto le manine.
C’era un duce fiero che faceva il condottiero,
che gridava verbi scaltri, ma mandava sempre gli altri!
Paolo apostol, che faceva anche lui come poteva,
«Vorrei fare il ben», diceva; ma non riuscì, colpa d’Eva!
È difficile, è un bel dire, accordare «dire» e «agire»!
Per non far contraddizione, attenzione alla versione.
Così invece fece Pietro per davanti, e poi, di dietro.
Non sul dir è pronto il laccio, ma piuttosto in ciò che faccio!
{adattamento da una poesia di minop;
© Punto°A°Croce 2006}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/P-Dire_fare_R34.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
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