Premesse: L’ombrello e il parasole servono certamente per usi
diversi, l’uno quando piove, l’altro quando non piove. Su questa constatazione
si basa e si costruisce la seguente riflessione in rima dell’autore. Le cose non
sono però così distinte e semplici come a prima vista può sembrare. L’uno
intrepido non si cura della calura e l’altro cerca refrigerio a ogni costo,
rimangono entrambi con quest’ultimo e con qualche danno.
{Nicola Martella} |
UN OMBRELLO QUALUNQUE
Chi ha detto: «Sol se piove, serve l’ombrello?»
Io gli cambio nome e «parasole» lo appello!
E prima che sparisca dal portaombrelli,
lo nasconderò sotto i ganci dei cappelli.
L’OMBRELLO NERO
Facendo molto caldo, con l’ombrello nero
accumulerei calore sopra la testa, è vero;
non solo guasterei il riposo e la mia siesta,
ma direbbero tutti che toccato son di testa!
IL PARASOLE CHIARO
Or, se l’ombrello fosse chiaro, anche pochino,
potrei godere il fresco e vestir come un
figurino
senza dover della Cina il prodotto acquistare:
un ventilatore da testa per potermi
rinfrescare.
IL COLPO DI CALORE
Tuttavia chi va in Somalia o all’equatore,
sappia che il sole impiega solo poche ore;
esso, aumentando dei raggi il gran furore,
adduce presto i sintomi del colpo di calore.
ANCHE IN CARCERE FA CALDO
Chi è recluso, sbattuto al fresco condizionato,
la pena smaltisce, non il caldo, pel suo reato.
Sperando il fresco, entrar in cella da
carcerati,
è da pazzi: meglio liberi e un po’
surriscaldati!
{redatto e in parte versificato a nuovo da una
poesia di minop; ©
Punto°A°Croce 2006}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/P-Colpi_di_calore_Mds.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010
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